La mattina della partita.

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Luna per un attimo dimenticò dove si trovasse e non faceva altro che osservare Draco. La luce lunare illuminava i suoi occhi, che sembravano pieni di una strana luce. "Saranno le due del mattino, dovremmo tornare nei dormitori." aggiunse Luna rivolgendosi a Draco. "Mi toccherà sorbirmi quel maiale di Goyle" rispose Draco a Luna, ridendo tra sé e sé, mentre scendevano le scale a chiocciola. Luna sorrideva, sentendosi leggera come una piuma. Era come se i suoi piedi non toccassero terra. Draco rimase in silenzio per tutto il tempo, sorridendo sotto i baffi. Arrivarono al corridoio principale del lato ovest del castello, che era terribilmente silenzioso. Luna porse a Draco la boccetta con il distillato.  "Scambia le due pozioni stanotte. Domani alle 7 in punto nei sotterranei, prima del banchetto." Disse Luna in tono fermo a Draco, mentre si spostava i capelli con la mano. Draco annuì e saluto Luna, dirigendosi verso i sotterranei, nel dormitorio Serpeverde.

Luna iniziò ad incamminarsi verso il suo dormitorio, quando ad un tratto udì un lamento provenire dal lato opposto del corridoio. Sembrava che qualcuno stesse piangendo e singhiozzando senza sosta. Luna, che non riusciva a frenare la sua curiosità, si avvicinò lentamente alla fonte del rumore. I singhiozzi si facevano sempre più intensi. Qualcuno tirava su con il naso. Luna si sporse e vide la porta del bagno delle ragazze lievemente socchiusa. Il rumore sembrava provenire da lì. Luna si avvicinò con cautela, facendo attenzione a non farsi vedere. Vide Leila seduta sopra al sifone, poggiata ai piedi del lavandino, che piangeva con in mano un fazzoletto bianco. Indossava un pigiama azzurro a righe bianche ed aveva tutti i capelli fuori posto. Il cuore di Luna si fece piccolo piccolo e iniziò a domandarsi perché Leila fosse così triste, perché non gliene avesse mai parlato. Leila alzò lo sguardo, come se si sentisse osservata.  Continuava a piangere ininterrottamente ed i suoi singhiozzi echeggiavano tra le pareti buie e fredde del bagno. "Perché lei... perché non me..." disse Leila sottovoce, mentre si soffiava il naso. I muscoli di Luna si irrigidirono, facendola sentire una statua di pietra. Luna si intristì e si poggiò al muro di spalle, rimuginando sul perché Leila fosse lì, a piangere come una disperata. Decise di tornare al dormitorio, confusa com'era da tutta quella storia. Si girò di soppiatto ed iniziò a camminare verso la torre ovest. Mentre camminava in solitudine nell'enorme castello, tanti pensieri frullavano nella sua testa. Sarebbe riuscita nell'impresa il giorno dopo? Sarebbe andato tutto liscio? Perché Leila piangeva alle due di notte nel bagno delle ragazze? Luna pensò che forse era colpa sua, poiché spesso se ne stava in disparte, senza confidarsi con lei. Salì le scale che portavano al dormitorio, nel buio pesto che la circondava. Aprì la porticina nera della sala comune dei Corvonero, per poi intrufolarsi nel dormitorio e sparire sotto le coperte, calando in un sonno profondo.

La mattina seguente, Luna si alzò di buon ora, alle 6 del mattino. Aveva gli occhi assonnati e semichiusi e a malapena riusciva a proferire parola. Leila si era alzata anche lei presto, ed era uscita dal dormitorio senza salutare Luna. Quando Luna la vide sgattaiolare via, aveva gli occhi ancora arrossati e il viso infuocato. Luna si vestì frettolosamente e si dipinse il viso con della pittura blu per la partita di Quidditch. Decise di indossare un enorme cilindro blu, con lo stemma dei Corvonero ricamato al centro. Conciata come una vera e propria mascotte, uscì dal dormitorio e si diresse verso i Sotterranei. 

I corridoi erano tappezzati da stemmi e bandiere verdi e blu e una miriade di studenti erano mascherati e conciati per le feste. "Serpeverde vincerà la coppa del Quidditch quest'anno, quei corvi possono soltanto sperarci!" gridava uno studente Serpeverde del quinto anno, mentre sventolava una piccola bandiera verde-argento. Un vociare intenso aleggiava per l'intero castello e sembravano tutti ansiosi di godersi la partita. Il cielo era nuvoloso e il vento sferzava forte, agitando le imposte delle finestre con forza. Luna scendeva le scale che conducevano ai sotterranei, mentre veniva osservata in malo modo da molti ragazzi e ragazze Serpeverde. Arrivata ai sotterranei, vide Draco Malfoy con la coda dell'occhio, vestito con una toga verde dai bordi argentati, con una spilla che raffigurava lo stemma dei Serpeverde posta al centro. Luna si avvicinò a Draco, che stava chiacchierando con William accanto alla sala comune dei Serpeverde. Arrivata a pochi centimetri da Draco, senza dire niente, gli lanciò un'occhiata. Draco interruppe la conversazione con William e si avvicinò verso Luna. I due ragazzi si spostarono in un angolo buio, senza dare troppo nell'occhio. "Hai scambiato le pozioni?" sussurrò Luna, guardando Draco negli occhi. "Certo, per chi mi hai preso!" aggiunse Draco in tono soddisfatto, tirando fuori dalla tasca ciò che sembrava la Felix Felicis, ma che era in realtà il Distillato. I loro volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altra e Luna poteva sentire il suo intenso profumo al muschio. Draco agitò la boccetta con la mano destra, dove portava un vistoso anello d'oro. "Bene" aggiunse Luna "andremo alla partita  come tutti gli altri e poi tu ti occuperai di tornare al castello, senza dare nell'occhio. Potrai dire che starai male o qualsiasi altra cosa, scommetto che sei bravo a mentire." Aggiunse Luna tutto d'un fiato, senza staccare mai lo sguardo dagli occhi di Draco. "Scommetti bene." rispose Draco in tono sicuro, sorridendo in modo beffardo. Si scambiarono un sorriso complice, senza dire niente. "Adesso vado, ci vediamo dopo" aggiunse Draco, andando verso William. 

Mughetto, Muschio e Rune Antiche.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora