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<<Potrei innamorarmi di te. Cavoli! Sei un figo!>> scherzò cercando di smorzare l'aria imbarazzante.
Prese a passargli una mano tra i capelli, facendo poi scivolare le dita sul nuovo viso dell'altro, cercando di memorizzarne sin da subito i dettagli.
<<Assomigli a tuo padre.>>
Scoppiò a ridere per la reazione, fermandosi all'istante per le scariche di dolore che gli invasero il corpo.
<<Mi sa che ci andrà ancora un po' prima di ridere apertamente.>> sussurrò facendo dei respiri profondi.
Quell'abbraccio, anche se troppo breve per i suoi gusti, era la giusta cura.
Non avrebbe mai potuto odiare quel ragazzo.
Nemmeno se gli avesse puntato la pistola e gli avesse sparato.
Touya agiva sempre per un motivo.
Non capì perché non gli avesse raccontato chi era e che era una spia dei nemici, ma se adesso potevano vivere felici senza più che nessuno si intromettesse, poco importava.
Fece segno all'altro di appoggiarsi al suo petto, prendendo a passargli la mano tra i capelli dolcemente.
<<Ho temuto che ti avessero ucciso, sai? Ho indagato per tutti questi mesi, ma dovevo aspettarmelo da te che facessi sparire le tracce. Ora capisco da dove arriva il tuo intelletto.>> disse ridendo appena, per poi coprirsi la mano per un colpo di tosse.

Sbuffò ai commenti sul suo aspetto leggermente irritato per essere stato paragonato al padre.
<<Tornerò sempre da te, Keigo, anche se non mi volessi più tra i piedi.
Avevo cercato di avvertirti del pericolo, ma hai travisato le parole di quella sera, non ti avrei mai chiamato Hawks senza motivo. Per fortuna il loro obiettivo ero io e non tu...>> lasciò la frase in sospeso, in quel momento non aveva la minima voglia di parlare di quello che era successo.
<<Non sforzarti a parlare, voglio solo stare un po' qui con te ad ascoltare il tuo cuore battere.
Ho tutta la vita per raccontarti del mio passato e risponderò a tutte le domande che vuoi.>>
La presenza dell'altro era paragonabile a una ninna nanna, rischiò quasi di assopirsi, ma voleva godersi quel ragazzo.
Voltò il capo per guardarlo negli occhi tenendo appoggiato il mento sul petto, avendo cura di non gravargli troppo.
Osservò incuriosito quel viso, così insistentemente che l'altro iniziò a imporporarsi.
<<I tuoi occhi stanno brillando.>> constatò ad alta voce.
Quel viso era quasi spensierato, riusciva a vedere il sereno, nessuna nube oscurava più quei due soli.
Si alzò ricordandosi del pensiero che aveva preso per il biondo e prese la piccola borsa di carta con all'interno la custodia.
Come glielo dava senza passare per il ragazzo alla prima cotta?
Distolse lo sguardo e lo sbatté poco garbatamente sul petto del ragazzo.
<<Per te!>> borbottò con il solito tono roco, grattandosi lo zigomo.
Avrebbe voluto farlo più dolcemente, ma quello era il primo regalo che faceva all'altro, anzi era il primo regalo che faceva a qualcuno, fremeva dalla voglia di sapere se gli fosse piaciuto.
Attese impaziente la sua reazione cercando di non far notare che continuava a guardarlo di sottecchi.

"I tuoi occhi stanno brillando."
Ah.
Oh.
Merda! Si divertiva così tanto a metterlo a disagio?
Prese a balbettare cose insensate, cercando di smettere di arrossire, ma ne riuscì solo l'effetto opposto a quello desiderato.
Lo osservò con la coda dell'occhio finché non si ritrovò sul petto un pacchettino con la carta regalo rossa.
Un regalo?
Perché?
Forse era un augurio per la guarigione?
Quel ragazzo era tutto un enigma, inoltre con quell'aspetto ci avrebbe impiegato nuovamente tempo a leggerne le espressioni, anche se gli occhi e lo sguardo erano rimasti invariati.
Cercò di mettersi seduto, anche se con fatica, e si appoggiò con la schiena al cuscino.
Guardava il pacchetto tra le mani, ma non sapeva cosa aspettarsi e soprattutto temeva una qualsiasi ennesima reazione imbarazzante.
Arrossì fino alla punta delle orecchie e lentamente scartò il pacchetto.
Aprì la scatolina, trovando la loro foto intatta è una collana dal ciondolo con due ali.
Prese a passarmi le mani sugli occhi, cercando di frenare le lacrime e le parole giuste per ringraziarlo, ma fallì miseramente finendo con il piangere liberamente.
Da quel giorno si sarebbe impegnato per riprendersi rapidamente: finalmente il primo passo verso la loro felicità era stato compiuto.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora