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Quindi continuava a sbagliare.
Aveva atteso di rimanere solo in quella stanza per sedersi sul letto e portarsi le gambe al petto circondandole con le braccia.
Sì, era stanco, ma di tutto, non solo fisicamente.
Si comportava normalmente e non andava bene.
Faceva l'idiota e non andava bene.
Stava tornando ad impazzire.
Le lacrime presero a scendere silenziose.
Non sapeva più come comportarsi!
Sembrava che al corvino non andasse più bene, quasi che quei pochi giorni di felicità ostentata gli avessero fatto capire che non era il ragazzo per lui.
Solo perché era perseguitato dagli incubi?
Ce la stava mettendo tutta per riprendersi, aiutando anche l'altro a non affaticarsi troppo per i suoi problemi. Eppure non riusciva a capire più quale fosse lo sbaglio che continuava a ripetere.
Touya era complicato, anzi si stava chiudendo di nuovo e per quante volte gli dicesse che non riusciva solo a riposare, l'altro sembrava cercare un problema che non esistesse.
Forse il problema era proprio lui e l'altro non sapeva come dirglielo per paura di una ricaduta. Era sicuramente quello!
Altrimenti si sarebbe sdraiato accanto a lui e avrebbero cercato di riposare insieme, stretti l'uno all'altro, invece lo aveva lasciato da solo.
Non voleva farsi vedere in quello stato.
Si sarebbe aspettato di vederlo entrare come una furia e quindi avrebbe avuto il tempo di far finta di dormire.
Gli occhi dorati annegati incrociarono i cristalli.
<<Non ti vado più bene? Solo perché non riesco a dormire per gli incubi, ti sei stancato di me?>>
Uscirono da sole quelle domande, mentre prese a passarsi rapidamente le mani sugli occhi a fermare i due fiumi che scendevano imperterriti.
<<Io ti amo tanto. Non voglio che tu pensi che finga di star bene! Sto veramente bene quando sono con te! Non volevo farti star male!>>

Si avvicinò a quel letto, rendendosi lentamente conto che forse era lui quello che stava impazzendo, che stava tentando di distruggere la sua felicità perché ancora non credeva che potesse esistere per lui.
Aveva passato la vita a disilludersi, che era diventata un'abitudine farlo.
Si sedette in parte al ragazzo, portandosi la sua testa in grembo e accarezzandola dolcemente.
Avrebbe fatto bene ad aprirsi di nuovo? Avrebbe trovato le parole giuste questa volta?
<<Non devi neanche lontanamente pensare che io non ti voglia, Keigo. Ti amo con tutto me stesso.
Sono così abituato a pensare che ci sia qualcosa che non vada, a sospettare di tutti e a difendermi da tutto, che non riesco ancora a realizzare di aver trovato una persona che realmente mi ami.
Me lo stai dimostrando ogni secondo che siamo insieme e sto iniziando lentamente a crederci, a pensare che realmente potrebbe esistere un futuro per me al tuo fianco.>>
Le catene del suo cuore iniziavano lentamente a sciogliersi, TUTTE, nessuna esclusa.
Stava parlando con il cuore in mano, se il biondo non avesse creduto nemmeno a quello, Touya avrebbe lasciato completamente il controllo a Dabi.
<<Ho vissuto convincendomi che la felicità non esistesse e tu hai messo brutalmente in dubbio questa mia convinzione!
Mi hai fatto assaporare cosa significhi essere felici e ho iniziato a chiedermi se potevo sperare di continuare ad esserlo con te.
Keigo, io voglio vivere una vita felice con te.
Mi dispiace di aver riversato su di te le mie debolezze in questo modo, credevo di proteggerti e non mi sono reso conto che ti stavo soffocando, sono davvero terrorizzato all'idea di perderti.
Scusami, egoista da parte mia chiedertelo, ma possiamo provare a iniziare di nuovo questa vacanza?
Solo Touya e Keigo?>> chiese infine tremando e trattenendo il fiato per quello che avrebbe potuto rispondere il ragazzo.

<<Sei uno stronzo! Tutte le volte che mi chiedi che cosa c'è che non va e ti spiego che ho solo gli incubi che mi perseguitano, tu non mi credi mai! Ci sto provando a riprendermi! Non volevo solo che tu ti abituassi a farmi da balia, dimenticando quello che ci resta quando stiamo bene insieme! Sei uno stronzo, Touya!>>
Ormai diceva tutto quello che gli passava per la testa senza freni. Voleva sapere? Ecco come stava: male.
Mentre fuori cercava di essere felice per far star bene entrambi, dentro moriva ogni volta che incrociava i cristalli guardarlo con apprensione o preoccupazione.
Non era facile per nessuno dei due e ne era consapevole, ma la paura che potesse capitargli qualcosa aveva lentamente preso il posto dei loro momenti spensierati.
Anche Keigo aveva paura costantemente di perdere Touya. Con tutto quello che gli era capitato era normale, ma se si focalizzavano su quello quando potevano viversi liberamente, anche quella felicità che cercavano di afferrare svaniva nel nulla.
Non sapeva più come farsi capire dal corvino.
Forse era peggio del suo stesso stato d'animo.
Di una cosa era certo: farsi vedere nuovamente debole era l'ultima cosa che voleva, ma quella giornata era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Resistere per non destare preoccupazioni era stato impossibile, ma nulla lo avrebbe fermato dal continuare imperterrito a sostenere entrambi.
Perché per quanto Touya facesse il duro nascondendosi dietro ad un carattere menefreghista, tra i due era sicuramente quello che aveva più bisogno.
Keigo era stato fortunato a crescere accanto ai Todoroki, non aveva mai assaporato la totale solitudine, mentre il corvino sembrava non accettare che forse anche lui poteva avere un'opportunità.
Touya aveva scelto di stargli accanto? Bene, Keigo ora sarebbe diventato il suo peggiore incubo, seguendolo ovunque andasse e invadendogli totalmente la vita con la sua presenza.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora