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Al rifiuto nel suo cuore si scatenò un terremoto, che aprì il secondo grande e profondo cratere. I muscoli del suo viso faticarono a mantenere quell'espressione d'indifferenza che lo contraddistingueva, strinse i denti e la bocca s'incurvò in una smorfia, mostrandone il canino affilato. Perché quella delusione? Doveva aspettarselo, no? Praticamente... lo stava per violentare.
Coprì gli occhi brillanti con la frangia nera e fece per allontanarsi, ma quel gesto contraddittorio del biondo lo pietrificò.
Non permetteva mai a nessuno di toccarlo in una qualsiasi parte del viso e quel biondino si era preso, con gli interessi, il permesso di rubargli le labbra. Un coniglio che si getta volontariamente dentro le fauci di un lupo.
Lo sbatté nuovamente contro il cuscino, strinse con forza la pelle dei fianchi per bloccargli ogni movimento, invadendo con la lingua la bocca dell'altro senza troppe cerimonie, braccò strettamente la compagna per farle scontrare, per gustare e accarezzare quella dell'altro, inseguendola senza sosta fino a raggiungerla. Si staccò solo per ammirare lo spettacolare viso ansante del biondo, che cercava disperatamente di nascondere, glielo girò delicatamente per incatenare quegli occhi dorati stravolti dal desiderio, <<Guardami!>> ordinò con voce roca, prima di posare un fugace bacio sulla fronte dell'altro.
Scese fino a raggiungere i capezzoli, a uno riservò una dolce tortura con le dita, mentre al secondo dedicò le attenzioni della lingua. Con la mano libera raggiunse la natica, inducendo l'altro a piegare la gamba e cingergli la vita.
Alzò lo sguardo per assicurarsi che lo ammirasse mentre si prendeva cura di quel corpo scultoreo.

Avrebbe sicuramente pagato le conseguenze per essersi lasciato trasportare in quel modo.
Quel ragazzo quasi gli rubò l'aria dai polmoni, ma non riuscì a non trovare quasi piacevole quel contatto. Stranamente riusciva ad assecondarlo, non provava più quel senso di resistenza che lo aveva caratterizzato fino a qualche attimo prima.
Forse era dovuto anche all'espressione che era comparsa sul volto del corvino: non avrebbe mai potuto credere che sul viso di quel ragazzo potesse apparire quell'espressione.
Gli aveva provocato una fitta al cuore senza attribuirne a cosa.
Azzardò a stringere tra le dita i capelli scuri, accompagnando i suoi movimenti.
Il passo da affanno a sospiri fu immediato.
Quegli occhi gelidi lo avevano incatenato che non riusciva a distogliere lo sguardo.
Non riusciva a non farsi controllare in niente: totalmente senza difese, debole, alla sua mercé.
Dio, quelle labbra gli avevano fatto scoprire qualcosa alla pari della droga: richiamò l'altro, perdendosi in quelle iridi quasi trasparenti. <<Mi hai catturato.>> sussurrò prima di prendere possesso delle sue labbra e facendo scivolare le mani sul suo corpo. Il suo bacino ormai senza controllo, spingeva prepotente verso quello dell'altro, mischiando i suoi sospiri a quella danza di lingue di cui si era drogato.

Per fortuna il biondo non capiva quanto si stesse sbagliando: in trappola, in quel momento, c'era soltanto lui, il cinico ed egoista Touya.
Quella frase, unita allo sfregamento delle due erezioni, fece comunque il suo sporco effetto e liberò il corvino dalle ultime catene che lo ammansivano. Quasi con un ringhio spinse Takami di nuovo a cuccia, si scostò giusto il tempo di sbarazzarsi dell'intimo e dei pantaloni che indossava l'altro. Tenne i suoi, convinto lo aiutassero a mantenere un minimo di lucidità.
Gli occhi di ghiaccio ispezionarono velocemente nella semioscurità ogni particolare del corpo sotto di lui, ogni più piccola contrazione muscolare che faceva tremolare quel gioco di luci e ombre creato sulla pelle olivacea, ogni segno che aveva lasciato disegnando una mappa del tesoro quasi perfetta, considerando che doveva ancora marcare con la X quel punto. Tutto di Takami lo stava mandando fuori di testa.
Si prese qualche secondo prima di affondarci ancora gli artigli <<Rilassati, mi prenderò cura della mia preda>> rispose alla provocazione.
Afferrò il bacino dell'altro portandolo verso di sé, all'altezza più congeniale per abbassarsi e, con la bocca famelica, passare in rassegna tutti gli addominali e i fianchi, dando vita a una piacevole e devastante discesa barbarica, diretta verso la zona del basso ventre. Non si curò minimamente degli ansimi che ormai si stavano tramutando in rantoli, anche a causa della dolorosa erezione costretta ancora ad attendere.
Portò le dita di una mano alla bocca del ragazzo, lasciando intendere cosa volesse che Takami facesse. Non lasciò un attimo di tregua nemmeno al membro del ragazzo, che svettava bisognoso tra i loro corpi. Lo afferrò saldamente e iniziò a pompare nella zona medio-alta dell'asta con una certa intensità, guidato dagli spasmi e dai suoni che stava emettendo l'altro.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora