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Per poco non gli scivolarono i piatti dalle mani.
Doveva solo farci l'abitudine.
In fondo non gli dispiaceva come si comportava, ma se era anche quello fare il fidanzato, allora non sarebbe stato da meno.
Un conto è provocare per poi sgozzare, un altro conto è provocare per suscitare un interesse diverso, con un altro fine.
Guardava quell'enorme schermo passivamente, non sapeva nemmeno usare quei cosi chiamati telecomandi: erano piccoli rispetto a come se li ricordava e non sapeva dove fossero i numeri per selezionare i canali.
Guardò il corvino assopirsi e spense la televisione.
Cautamente gli si avvicinò per osservarlo.
<<È crollato.>> sussurrò appena sorridendo.
Azzardò a spostargli appena le ciocche dalla fronte, vagando su quel viso con gli occhi dorati e sorridendo dolcemente.
Se dovevano convivere e intraprendere un qualsiasi cammino insieme, perché dormire sul letto di casa, mentre il proprietario dormiva sul divano?
Ridacchiò appena e si infilò sotto le coperte, lasciandogli un bacio ed impercettibile bacio all'angolo della bocca.
Ora poteva anche inabissarsi, nascondendosi contro il petto del corvino e addormentarsi tra il suono del battito del moro e il profumo al muschio bianco.


Stava dormendo profondamente quando il telefono prese a squillare, rispose cercando di avere un minimo di lucidità, erano le 3 notte ed essere svegliato per la seconda volta di fila alimentò subito la sua cattiveria.
<<Sono tornati di nuovo.>> disse la voce all'altro capo del telefono.
<<Arrivo subito!>> rispose.
Si scoprì e si accorse solo in quel momento che c'era qualcuno in parte a lui, sorrise dolcemente e, cercando di non svegliarlo, si svincolò dalla dolce posizione. Non aveva proprio voglia di staccarsi da lui, ma dovette farlo per forza.
Uscì senza fare rumore.
Lo passarono a prendere e si diressero in uno dei distretti sotto il suo controllo, anche quella notte come nella precedente, alcuni uomini avevano deciso di distruggere dei bar appartenenti alla Yakuza, sostenendo sui social network che in realtà quella banda fosse una montatura e che non bisognasse averne paura.
Il giorno prima si era limitato a mandare un avvertimento abbastanza esplicito a ogni membro coinvolto nell'incursione, ma evidentemente non era servito.
<<Cosa facciamo?>> chiese uno dei suoi sottoposti.
<<Catturatene uno e speditene i pezzi del corpo agli altri, sono stato chiaro? Deve essere palese cosa accadrebbe se provassero ad andare alla polizia o fare altre cazzate!>> chiese imperativo.
<<Sì.>> I suoi sottoposti abbassarono il capo.
Non era uno che dava una seconda possibilità e tutti lo sapevano benissimo.
In quel momento sentì un rumore provenire dall'interno del locale, come uno scatto fotografico. A passo svelto si diresse verso la fonte del rumore e venne colto alla sprovvista da qualcuno che gli piantò sul fianco dei cocci di bottiglia. Lo prese al collo e lo soffocò privandolo di tutta l'aria contenuta nei polmoni, gli prese il telefonino e lo lanciò agli altri. <<Controllate a chi ha mandato le foto e uccidete tutti i destinatari. Per gli altri componenti della banda avete la vostra vittima, procedete come ho ordinato!>> sollecitò.
Tornò a casa poco prima dell'alba, entrò cercando di fare meno rumore possibile e giunto in bagno, morse un asciugamano rimuovendosi tutte le schegge conficcate nella pelle, si rovesciò addosso del disinfettante cercando di pulire al meglio le ferite e ci posizionò sopra dei cerotti per sutura. L'adrenalina che aveva in circolo fino a quel momento per alleviare il dolore scomparve e lo lasciò sprofondare nel sonno, appoggiato al muro.


Aveva sentito perfettamente la suoneria.
Semplicemente convenne far finta di riposare.
Una volta solo si mise supino sul divano: era bastato un incidente per farlo rimanere indietro?
Da quel che aveva capito, il corvino seguiva tutte le sue zone.
Perché continuare ad affidargliele?
In fondo era stato dimesso...
Che quella nuova vita fosse un modo per dirgli che nemmeno alla Yakuza lo volevano più?
C'era qualcuno che lo volesse?
Era triste stare in quella casa da solo.
Era triste rimanere solo.
Quando si svegliò era appena sorto il sole.
Ci rimase male nel svegliarsi senza il corvino accanto. Che si fosse irritato per averlo trovato sotto le coperte?
Si alzò per andar a farsi un caffè, quando notò alcune gocce di sangue verso il bagno.
Passò il dito su di una, constatando che non era sangue fresco e andò verso la cucina dove prese un coltello affilato.
Lentamente, passo dopo passo, si avvicinò alla porta del bagno, sbirciandoci dentro.
Sospirò ed entrò, vedendo il corvino appoggiato al muro, ferito probabilmente con una bottiglia di vetro a giudicare dai cocci lasciati nel lavandino.
Doveva aver tentato di medicarsi con scarsi risultati.
<<Quando capirai che questo non fa per te?>> brontolò sollevandolo e poggiandoselo sulla schiena.
Lentamente lo fece coricare sul letto, tornando in bagno a prendere il necessario per medicare quei tagli. Fortuna che non erano profondi. Trovò un'ottima pomata cicatrizzante, tornando in camera e stendendola lentamente sulla parte lesa.
Terminò dopo aver applicato della garza, ma fu più soddisfatto quando gli si sdraiò accanto, riprendendo il sonno interrotto sul suo petto.
Avrebbe atteso ancora qualche giorno.
Se Endevoar non lo avesse contattato, ci avrebbe pensato lui.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora