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⚠️ Spazio autrice ⚠️

Ciao a tutte\i!

Come sapete, non mi piace interrompere le storie con insegne pubblicitarie, ma approfitterò di questo spazio per chiedere a tutte le lettrici\lettori di scusarmi: mi dispiace se è passato così tanto tempo dall'ultima pubblicazione, ma sono successe parecchie cose che mi hanno cambiato la vita e ho dovuto prendermi una pausa per sistemarmi.

Da oggi, riprenderò con le pubblicazioni! Cercherò di far uscire i capitoli a giorni alterni, in modo da avere tempo di correggerlo, comunque la storia è ancora lunga e vi terrò compagnia ancora per un pò!

Buona lettura ❤️

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Keigo fu ricoverato presso una struttura privata sotto la direzione di Koichi stesso.
Le condizioni non erano delle migliori.
Si venne a scoprire che al ragazzo era stato impiantato nella nuca, all'altezza della prima vertebra, un chip collegato ai nervi, il quale era a diretto contratto con un macchinario che gli controllava i pensieri.
Il medico non era certo che la rimozione fosse la soluzione istantanea, avrebbe preferito di gran lunga distruggere prima il macchinario che controllava il biondo.
Tuttavia, giorno per giorno, Keigo si spegneva sempre di più.
"Visto? Ti voleva far saltare in aria con la casa. Ed ora? Sei qui, da solo, in uno stanzino dalle pareti bianche e legato ad un letto come un pazzo. Chi mai crederebbe ad uno come te? Ti vantavi tanto di essere membro della famiglia Todoroki, ma loro dove sono adesso?"
Fuyumi lanciò un urlo nel temporale, trovando la croce con il fratello.
Tutti i sottoposti di Endevoar stavano cercando sia il rosso, sia la localizzazione del macchinario che controllava la mente del biondo, ma di entrambi non avevano avuto un minimo indizio.
Touya fu immediatamente liberato da quel supplizio e portato in casa, dov'è tutta la famiglia si mobilitò a curargli al meglio le ferite nell'attesa che Koichi arrivasse.
Entrambi i figli di Enji Todoroki giacevano tra la vita e la morte.
I fratelli minori furono i primi a proporsi per le trasfusioni di sangue e venne portato d'urgenza alla clinica privata del medico di fiducia per essere sottoposto ad un lunghissimo intervento.
Ora solo i farmaci e la speranza potevano salvarlo.
Koichi ritenne che fosse utile portare il biondo nella stanza del rosso.
Lo osservavano dal vetro, mentre si portava le mani alla testa in un gesto di assoluta pazzia.
Keigo si strappò i capelli, urlando in un pianto disperato alla vista del rosso in quelle condizioni, la confusione che prendeva sempre più il sopravvento tra le emozioni.
A cosa doveva credere?
A quello che stava vedendo o a quello che continuava a dirgli la testa?
"Dagli il colpo di grazia, prima che sia lui ad uccidere te."
No, non sarebbe stato in grado di farlo.
Enji raccolse il ragazzo da terra, sdraiandolo accanto al figlio.
Almeno la presenza del biondo poteva aiutare Touya a non abbandonarsi.
Ora doveva solo scoprire chi c'era dietro a tutto questo.
Poi?
Lo avrebbe squartato vivo.


Non riconosceva gli odori, non riconosceva i suoni, non riusciva ad aprire gli occhi, non aveva nemmeno la percezione di se stesso, sentiva solo del dolore sordo, martellante, logorante.
Passò un mese in stato vegetativo, attaccato al respiratore meccanico, alimentato tramite le varie flebo. I medici andarono a parlare con suo padre, il biondo non sarebbe stato in grado di elaborare lucidamente quelle parole, iniziarono a prospettare la possibilità che Touya non si svegliasse.
Qualora avesse riaperto gli occhi, le condizioni critiche in cui versava il suo corpo non erano rassicuranti, probabilmente avrebbe fatto fatica a riprendere l'uso delle braccia ed era altamente improbabile che potesse camminare. Senza contare che non potevano sapere come si sarebbe potuto svegliare.
La notizia distrusse Enji, decise di non dire nulla a Rei, Fuyumi, Natsuo e Keigo, confidando nella forza del figlio, nulla avrebbe potuto abbattere Touya, o almeno questo era quello che continuava a ripetersi.
Faceva visita ogni giorno ai figli, vedendo Keigo spegnersi sempre di più, mentre il corpo di Touya abbandonarsi al tempo che passava.
Rei si accorse che c'era qualcosa che non andava nel suo comportamento, ma rispettò la decisione del silenzio confidando che suo marito facesse la scelta migliore.
A Keigo fu concesso di restare nella camera del rosso, anche se sempre più spesso erano costretti a portarlo fuori con la forza durante le visite mediche.
Quel giorno, la macchinetta dell'elettrocardiogramma iniziò a segnalare un aumento anomalo del battito cardiaco, il suo corpo iniziò a tremare e sudare, mentre il respiro era sempre più corto.
Confusione.
Nella testa di Tuoya c'era un gran caos, troppi suoni, il dolore alla gola, voleva togliere qualunque cosa gli impedisse di respirare bene, ma le sue mani non si muovevano.
Aprì gli occhi venendo investito dalla luce.
Si ritrovò con uno stuolo di persone addosso, tra medici e infermieri, che iniziarono a sparargli una lucina negli occhi, pizzicandogli la pelle con quello che doveva essere una ago e percuotendo alcune zone con un martello.
Troppe persone, troppe voci, troppe richieste, vide i suoi arti venire sollevati e ricadere sul letto abbandonati alla gravità.
Perché non riusciva a muovere nulla? Avvertiva il dolore al più piccolo movimento, ma non riusciva a controllarlo. Riuscì a capire dal tono dei medici che qualcosa non andava.
Si sentiva soffocare.
Chiuse gli occhi sperando che tutto finisse, perché non lo lasciavano in pace? Cosa volevano da lui?
Riuscì a muovere energicamente la testa in segno di negazione per far capire a tutti che era troppo.
Finalmente arrivò Koichi, fece allontanare tutti dal letto per permettergli di visitarlo.
Richiamò l'attenzione di Touya più volte, finché quest'ultimo decise di aprire gli occhi.
Gli spiegò chi fosse e quello che stava facendo, il medico chiese al ragazzo di eseguire alcuni movimenti, ma senza successo.
<<Riproveremo più tardi>> disse prima di uscire dalla stanza.
Silenzio.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora