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Spostò la testa lateralmente, nascondendo l'imbarazzo e gli occhi lucidi.
Era così difficile da capire?
Non era il discorso di per sé, ma tutto l'insieme.
Per Touya poteva sembrare una cosa banale, ma voleva saper tutto, ogni cosa.
Non sapeva nemmeno della prima volta che l'altro lo aveva salvato donandogli il sangue.
<<Mi vedete così tanto indifeso? Mi piacerebbe che queste cose mi vengano dette. Sei uguale a tuo padre: dite le cose quando vi fanno comodo e non pensate mai a come possa sentirsi una persona. Mi hai salvato la vita. Non è mio diritto saperlo? Chissà quante altre cose mi avete nascosto! Tu ora mi spiattelli ogni cosa.>> disse lanciandosi addosso il ragazzo e prendendolo per il bavero.
<<Non voglio ritrovarmi a distanza di anni a scoprire altre cose! Tutto! Voglio sapere ogni cosa! Ogni cosa che avete omesso perchè sembrava futile per voi, magari per me è importante! Ti amo cazzo, ma come posso lasciarmi andare se non so ogni ferita che ti devo curare?!>>
L'infermiera fece di nuovo capolino, chiamando due colleghi che presero il ragazzo per le braccia.
Keigo iniziò ad agitarsi cercando di dimenarsi, ma un'iniezione di sedativo lo fece crollare sul materasso.
L'infermiera guardò il rosso sospirando.
<<Non ha dormito molto stanotte. Diceva che era troppo emozionato e non riusciva a prendere sonno. Almeno non ha passato la notte fra gli incubi come accadeva in passato. Una bella dormita e tutto si sistemerà.>>

No, non si sarebbe risolto tutto con una dormita, conosceva la testardaggine del biondo e finché non avesse ottenuto ciò che voleva, sui suoi occhi sarebbe sceso il velo della delusione, o peggio dell'esasperazione.
Non si poteva far tacere una persona con un sedativo, aveva tentato di fermare l'infermiera, ma non gli aveva dato ascolto.
<<La prossima volta la prego di lasciare che sia io a calmarlo, chiunque si sarebbe agitato se fosse stato immobilizzato in quel modo.
Mi sarei scusato personalmente con ogni paziente per il rumore.>> rimproverò l'infermeria, mantenendo un tono di voce dignitoso e guardandola negli occhi.
<<Ci sono delle regole e vanno rispettate, il silenzio è una di queste.>> sopportò acidamente lo sguardo del corvino.
Touya non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa, soprattutto in quel momento che c'era di mezzo il ragazzo.
L'unico a cui si sarebbe arreso era Keigo!
<<Curare i pazienti non significa addormentarli, quello che avete appena fatto rasenta il maltrattamento di un paziente. Mi auguro che non succeda nuovamente, o sarò costretto a sporgere denuncia.>>
L'infermiera non poté fare altro che abbassare lo sguardo, perché il corvino aveva  perfettamente ragione.
Aspettò che uscisse dalla camera prima di prendere una sedia e posizionarla in parte al letto. Gli prese la mano tra le sue e appoggiò la testa sul letto.
Forse Keigo aveva ragione, le ferite c'erano, parecchie e non ancora rimarginate, ora le avvertiva perfettamente! L'euforia del momento le aveva sepolte, ma erano riemerse più opprimenti che mai.
Anche il biondo era stato segnato da quella storia, come aveva potuto non accorgersene? Era stato distratto dalla nuova vita che li attendeva?
Era stato egoista e disattento, insomma il biondo era ancora in ospedale e lui già pensava al lavoro che avrebbe potuto intraprendere e per di più aveva tentato di mettere becco sul futuro dell'altro.
Potevano tranquillamente concedersi alcuni giorni per visitare il nuovo luogo in cui sarebbero andati ad abitare, senza pensare ad altro.
Attese il suo risveglio nel primo pomeriggio, gli sorrise e si sedette sul letto.
Gli pose l'indice sulla bocca.
<<No, non dire nulla! Hai ragione, ti racconterò tutto per filo e per segno: da quando mi affidarono la missione all'aeroporto di Osaka.
Io ed Enji non ti abbiamo mai nascosto le cose perché crediamo che tu sia debole, al contrario omettiamo delle verità perché sei talmente buono e testardo, che tendi ad anteporre la vita degli altri alla tua.
I deboli siamo noi che non riusciamo a fermarti.>>
Iniziò a raccontargli tutto, ma proprio tutto: le sue azioni da spia, come le sue priorità erano cambiate nel corso del tempo, come l'amore che provava per il ragazzo era stato determinante, il motivo di ogni sua più piccola scelta, stava mettendo al corrente il ragazzo di ogni pensiero che gli aveva attraversato la mente in quei mesi.
Keigo stava scoprendo come ragionasse Touya.
Anche quando la prima volta Enji Todoroki gli aveva affidato la missione di proteggerlo.
<<Lo sai che non accetto di buon grado chi mi vuole imporre qualcosa, soprattutto se quel qualcuno è lui.
Non lo avrei mai fatto, se non fosse una cosa che avevo deciso di fare molto prima, già da quando fummo costretti a convivere nel tuo piccolo appartamento.
La tua compagnia mi piaceva ed ero veramente sorpreso di ciò, nessuno riusciva ad avvicinarmi così facilmente.>>
Non tralasciò il minimo particolare, raccontandogli anche delle missioni che aveva svolto quando il biondo era in ospedale, di quello che era successo quando si erano separati entrambe le volte.
Si era fatta notte fonda, ma nessuna infermiera prese l'iniziativa di interromperli, anche perché questa il volta il corvino l'avrebbe fatta volare fuori dalla finestra.
Non si era fermato nemmeno quando il ragazzo doveva mangiare o prendere le pastiglie.
<<Adesso sai ogni cosa, tutto quello che è successo da quando ci siamo incontrati, tutte le verità omesse e quanta fatica mi sia costata non dirtele. Per quanto valido fosse il motivo per cui non ti ho detto nulla, il mio comportamento non è giustificabile e me ne rendo conto.
Cosa farai ora?>> chiese guardandolo dritto negli occhi.
Il momento serio venne brutalmente interrotto dal brontolio del suo stomaco, non aveva messo nulla sotto i denti da quella mattina.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora