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Arrossì a quell'esclamazione, non si aspettava che il ragazzo gli scattasse una foto in quel momento. Sul suo viso si dipingevano quei sorrisi quando il biondo non guardava.
Con la coda dell'occhio lo vedeva continuare a guardare la foto, stranamente taciturno.
Non capiva cosa ci trovasse di tanto bello, a parte Keigo stesso con le guance più rosse del solito.
Del safari non gli interessava particolarmente, gli bastava vedere il biondo felice.
Gli prese il mento, girandolo verso sé.
<<Perché continui a guardare quella foto quando hai l'originale davanti?>> chiese con "una punta" di egocentrismo.
Gli posò un bacio in fronte, assicurandosi che la temperatura non salisse troppo.
Era riuscito ad accantonare i dubbi che lo stavano attanagliando per il bene di Keigo, continuava a stringere quella mano per sentire ogni minimo cambiamento.
Per fortuna viaggiando con la Jeep, non si sforzava, ma dopo quella concessione il corvino lo avrebbe costretto a letto finché non si fosse completamente ripreso.
Nonostante gli occhi lucidi sembrava che in quel momento il ragazzo fosse felice.
Nei brevi momenti in cui la guida gli permettevano di scendere, stava sempre vicino a lui, ma senza essere pressante, era il suo compagno e il biondo doveva concedergli un po' di preoccupazione.
<<Ti sta piacendo?>> chiese curioso all'ennesima pausa che fecero per osservare qualche animale selvatico.

<<L'originale non sorride così.>> rispose ritornando a guardare la foto.
Ormai il safari aveva perso il suo interesse: la fotografia aveva catturato la sua attenzione e non trovava altro che fosse alla pari da distogliere lo sguardo.
Tenne in mano la fotografia per tutto il tempo, faceva giusto altre fotografie con il telefono per avere un ricordo completo di quell'esperienza, ma appena si sedevano in auto, lo sguardo ritornava sul sorriso immortalato.
Perché non sorrideva sempre così?
Cosa c'era che non glielo permetteva?
Era un sorriso sincero, innamorato, bello.
Ogni tanto gli capitava di vedere il corvino stendere le labbra, ma quello nella fotografia era qualcosa di speciale, diverso.
Le palpebre si fecero pesanti, forse non avrebbe visto gli animali dell'ultimo tratto del safari. Voleva sentire l'altro che lo prendeva in giro per i kiwi che avrebbero visto, ma la testa cadde mollemente sulla spalla del moro, la bocca leggermente spalancata, ma la fotografia ancora salda tra le mani.
Forse quel sorriso non aveva nulla di speciale, probabilmente la febbre gli aveva alterato la percezione delle cose, eppure invece dei soliti incubi sognò continuamente quel viso del corvino.
Non sapeva cosa lo avesse scaturito, ma avrebbe fatto in modo di renderlo perenne sul viso di Touya.

Era crollato definitivamente.
Gli circondò le spalle con un braccio e terminò il giro in silenzio, fulminando la guida non appena tentò di aprire bocca.
I fantasmi minacciarono di invadergli nuovamente la mente, ma riuscì a concentrarsi sul ragazzo per riflettere sulla cosa migliore da fare: avrebbero soggiornato a Wellington.
Prese il ragazzo in braccio e uscì dal parco, assicurandosi di non perdere quella preziosa foto. La frase che aveva detto l'altro con tanta leggerezza, lo aveva irritato in un primo momento, lasciando poi spazio a un indefinito senso di delusione.
Prese un taxi, facendosi portare in un qualunque hotel decente, arrivando in un 3 stelle abbastanza elegante e pagò il conto per un starci 4 notti.
Portò Keigo in stanza, adagiandolo sul letto. Gli tolse i vestiti e gli mise una maglietta pulita che aveva messo nello zaino in caso di necessità.
Non appena si fosse svegliato, sarebbe andato a prendere il necessario per stare in quella città, ma non voleva assolutamente lasciarlo solo in quelle condizioni.
Gli mise un panno fresco imbevuto d'acqua in fronte, avvicinò una poltrona al letto e iniziò ad accarezzargli piano la testa, vegliando sul ragazzo. Scosse la testa sbuffando quando notò la foto ancora saldamente stretta tra le sue mani.
Ordinò la cena per entrambi, convincendo la receptionist a fare il servizio in camera.
Il biondo continuava ad ansimare per la febbre alta.
Nonostante dormisse, tentò di svegliarlo per fargli mettere qualcosa sotto i denti e prendere una tachipirina, ma suoi sforzi furono vani.
Non chiuse occhio, cambiando di tanto in tanto la benda e sperando che la temperatura scendesse.
Si diede dello stupido per aver nuovamente accontentato il biondo in quella pazzia, ma non poteva farne a meno.
Avrebbe fatto di tutto per Keigo, anche se spesso usava un atteggiamento rude nei suoi confronti.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora