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Sentirsi dentro l’altro, accolto senza la minima esitazione, desiderato e desideroso, suscitava in lui emozioni indescrivibili.
Eppure anche durante quell'amplesso in cui sembrava dominare l’altro, era Keigo ad avere in pugno il suo cuore. Tutto ciò che faceva aveva l’unico scopo di far star bene l’altro, di farlo sentire amato, di farlo sentire protetto, di fargli sentire di avere un posto nel mondo riservato solo ed esclusivamente a lui.
Per quante volte cercasse di esprimere quei sentimenti a parole, per quante volte cercasse di farglieli capire con i piccoli gesti quotidiani, l’altro sembrava non crederci.
Però in quel letto sotto le lenzuola, dovunque si trovassero, era l’unico modo che trovava di fargli sentire quanto lo amasse.
Lì, dove entrambi parlavano la stessa lingua e non c’erano fraintendimenti, dove la ragione non era più in grado di prevalere sui sentimenti e sulle emozioni, dove le parole venivano sostituite dal linguaggio del corpo e i sensi erano amplificati.
Continuò ad affondare nel ragazzo, le catene sciolte, la voce libera e il corpo in preda al piacere.
La stanza impregnata dai gemiti che contenevano i loro nomi: Keigo e Touya, un binomio inscindibile, uno non poteva più vivere senza l’altro, uno il sostegno dell’altro, uno la luce dell’altro.
Il corpo iniziò a tendersi, il calore al basso ventre ormai si era espanso ovunque. Sentiva le pareti del biondo contrarsi spasmodicamente, aumentando la frizione sul suo membro e, con essa, il piacere derivante da quel movimento, erano entrambi prossimi all’orgasmo.
Una scossa gli percorse la spina dorsale facendolo inarcare, portando con sé il ragazzo stretto a lui.
Si riversò dentro quell'antro.
<<Keigo>> richiamò in parte all’orecchio, mentre il seme del biondo si posava caldo sui loro ventri.
Mio per sempre, tuo per sempre.
Un gesto che esprimeva più di mille parole, per quanto agli occhi del mondo intero esprimesse solamente piacere, per loro due non era così.
Ma non aveva ancora finito con lui.
Lo fece distendere nuovamente e iniziò a leccare la piccola quantità di liquido biancastro sul ventre dell’altro, quasi non volesse sprecarne nemmeno una goccia.
Posò un bacio sul foro del proiettile al fianco e risalì di baci il suo corpo: l’addome, il torace, il collo, la guancia, la fronte, il naso e la bocca.
Rientrò in lui con dei piccoli e lenti movimenti di bacino.
Iniziò a baciare quel ragazzo dolcemente, arditamente e infine voracemente.
Irruppe nella sua bocca senza più nessuna capacità di controllo, lasciandosi guidare da quella parte dominata dal diavolo.
Prese la benda e la legò attorno agli occhi, privandolo della vista.
Uscì da lui senza fare movimento bruschi, incontrando un mugugno di disapprovazione. Lo girò a pancia in giù, pose una mano sul collo senza stringere, l'altra circondò l’addome e lo fece sollevare mettendolo inginocchiato sul letto.
Touya sapeva che a Keigo piaceva la sua delicatezza, ma sapeva anche che gli piaceva di più quando dava vita a quei desideri perversi di entrambi.
Si posizionò alle sue spalle e senza proferire parola iniziò a posare sensualmente la corda ai lati del collo, lasciando cadere i due capi sul busto del ragazzo, la fece passare ai lati dell’intimità ponendo particolare attenzione a non provocargli il minimo dolore.
Si cimentò nel confezionare direttamente sul suo corpo un vestito di corde, attraverso l’arte dello shibari.
Legato, ma pur sempre il padrone, quasi fosse un gioco perverso in cui lo schiavo ha l’illusione di avere il comando.

In quel momento Keigo si sentiva bene, leggero.
Era strana quell’unione, l’organo lo aveva accolto placidamente, ma la sensazione di avere dentro di sé il seme di Touya era la cosa che lo faceva sentire sempre completo.
Non capì da subito le sue intenzioni, ritrovandosi bendato e voltato.
Veramente voleva andar avanti tutta la notte?
E la cena?
Il pasto perse completamente importanza quando iniziò a sentirsi braccato dalle corde rosse, che per quanto gli bloccassero i movimenti, non stringevano da arrecargli dolore.
Chissà quali motivi geometrici aveva creato...
L’eccitazione prese nuovamente possesso, sostituendo la curiosità, e divampando lungo il corpo con ondate di calore.
Oltre alla spia e all’agente di commercio aveva fatto per caso anche il pornostar?
Lo stupiva ogni volta di come dava sfogo a quelle perversioni con un nulla, creando nel biondo la voglia di sperimentare ogni cosa.
Se era Touya a condurre il gioco, non aveva benché la minima paura: il rosso lo avrebbe protetto anche in quelle occasioni.
Sentiva scivolare tra le natiche il liquido denso, storcendo la bocca in segno di disappunto e stringendo appena la sua apertura per bloccarlo al suo interno.
Il tempo scandito dal suo respiro, l’erezione che prendeva quasi vita senza stimolazioni: Touya era il diavolo tentatore, quello che ti inceneriva con il solo pensiero.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora