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Guardò il biondo tentando di non far trasparire la sorpresa a quelle parole.
Sospirò, scotendo la testa: era ubriaco forte.
Non vi diede particolare peso viste le circostanze, però quella trovata improvvisa gli mise in testa un dilemma amletico: che quel ragazzo desiderasse avere l'anello al dito?
Non ci aveva mai riflettuto seriamente, non si era mai immaginato con l'anello al dito, per lui era un oggetto abbastanza insignificante: non occorreva averlo, il legame che intercorreva tra loro due era palpabile, indissolubile e indistruttibile.
Inoltre credeva che il biondo preferisse essere libero, per quando banale un anello al dito aveva paura che lo facesse sentire in gabbia... Probabilmente erano solo pare mentali.
<<Già, credo anch'io sia il caso di tornare in albergo.>> concluse il rosso, caricandosi il ragazzo dormiente sulle spalle.
<<Fuyumi, Natsuo, sono contento che mi abbiate nuovamente accolto.>>
<<Sarai sempre il nostro fratellone, Touya!>> esclamò Fuyumi abbracciandolo, ma vide Natsuo leggermente cupo. <<Accetterai?>> chiese.
Calò un silenzio generale, tutta la famiglia Todoroki attendeva la risposta, ma era così ovvia che non occorreva esplicitarla.
<<Anche se lo ha detto da ubriaco, se te lo chiedesse veramente accetteresti?>> specificò il minore, guardandolo negli occhi.
Si limitò a scompigliare i capelli del fratellino sorridendo, dirigendosi poi verso l'uscita.
<<Aspetta! Ti accompagno alla porta!>> esclamò Rei.
Prima di uscire dalla stanza con il biondo, si girò verso suo padre.
<<Grazie, Enji.>>
Ancora non riusciva a chiamarlo papà, ma quel ringraziamento era sincero, non era per qualcosa in particolare, forse per le ultime parole, per la casa, per permettere finalmente a Keigo di farsi una vita.
<<Touya, ti andrebbe di cenare assieme la prossima settimana? È da tempo che non festeggiamo...>> Rei s'interruppe titubante arrivata alla fine del vialetto di casa.
Sapeva perfettamente a cosa si riferisse, a dire la verità si era quasi scordato la data.
<<Va bene. Sarà una sorpresa anche per Keigo, non sa nulla. Ci vediamo ma-mam...ma.>> salutò entrando nel taxi.
Passò tutto il tempo a chiedersi se fosse giusto lasciare al ragazzo l'onere di chiedergli la mano, o se una parte del cuore di Keigo sperasse che fosse Touya a compiere quel passo.
In quel momento Touya conobbe la vera paura di sbagliare, non si era mai trovato così indeciso e questa volta non c'era l'aiuto da casa a supportarlo, doveva prendere una decisione.
Avrebbe aspettato qualche giorno osservando il comportamento del ragazzo, ma cercando di non destare sospetti.
Davvero Touya? Davvero secondo te Keigo non si sarebbe accorto di nulla? Illuso.
<<Signor Todoroki, posso aiutarla? Il signor Takami sta male?>> chiese una ragazza alla reception. Era molto discreta e posata, per questo a Touya non diede nessun fastidio quell'intromissione.
Si fece aiutare ad aprire la porta e chiese se fosse possibile ordinare la cena in camera. Inutile dire che ottenne ciò che voleva semplicemente con un sorriso.
Provò a non pensarci, forse il ragazzo lo aveva detto solo perché era ubriaco, una fantasia a cui aveva dato voce.
Quindi ci aveva pensato?!
Più provava a non pensarci, più la sua mente veniva invasa dai dubbi, come quando ti dicono di "non pensare all'elefante rosa".
Non si accorse nemmeno che si era fatto buio.
Si risvegliò dallo stato di trans quando sentì il ragazzo, adagiato su di lui, iniziare a risvegliarsi.
<<Oh! Buongiorno Pulcino! Tra poco ci porteranno la cena e anche qualche pastiglia per il mal di testa.>>



Doveva aver decisamente alzato il gomito: appena aprì gli occhi, si alzò rapidamente dal ragazzo, cercando il bagno e fiondandosi sul water.
Doveva essere una scena veramente patetica.
Keigo e il vino non sarebbero mai andati d'accordo.
Si sciacquò la faccia e si lavò i denti, tornando poi con la camminata di uno zombie, ad accoccolarsi al petto dell'altro.
<<Buongiorno.>> bofonchiò cercando di capire su che pianeta si trovasse.
Tastò sul materasso, cercando la mano dell'altro, e una volta trovata la riportò tra i suoi capelli.
<<Decisamente meglio.>> sussurrò quasi facendo le fusa.
<<Com'è stato tornare quasi del tutto nel passato?>> domandò alzando la testa per osservarlo.
Ovvio, non si poteva tornare indietro nel tempo a quando c'era anche suo fratello Shouto, ma sicuramente doveva aver reso un po' felice Touya aver trascorso la giornata con la sua famiglia in libertà.
<<Fuyumi si era invaghita di Dabi.>> ridacchiò appena. <<Pensa a cos'ha pensato quando ha scoperto che in realtà era suo fratello.>>
C'era qualcosa nello sguardo dell'altro che non lo convinceva.
Eppure doveva essere felice.
Che fosse successo qualcosa durante il suo sonno?
Oppure...
Si alzò sulle braccia parandosi davanti al suo viso totalmente imbarazzato.
<<Mi sono messo di nuovo a fare lo strip-tease sul tavolo?! Diamine, speriamo che tuo fratello non abbia fatto di nuovo il video!>>



Rimase interdetto alle ultime parole.
<<Di nuovo? Hai fatto uno strip-tease sul tavolo e me lo sono perso?! Quando?!>> chiese gelosamente al ragazzo.
<<Inoltre qualora lo avessi fatto, non credo dovresti preoccuparti di Natsuo, perché il video lo avrei fatto io, facendo così tante copie che non saresti mai riuscito a cancellarle tutte!>> ghignò immaginandosi la scena.
Lo strinse appena a sé sorridendo divertito.
<<Se ti dovesse venire voglia di farlo, non rifiuterei lo spettacolo>> provocò.
Si rilassò nuovamente.
<<Fuyumi ha sempre avuto un forte legame con me, da piccola diceva sempre che ero il suo principe azzurro.
Natsuo è sempre stato un burlone, cercava di mostrarsi coraggioso e sicuro di sé, ma sotto sotto era un timido fifone.
Sono cresciuti entrambi parecchio, mi fa piacere che siano riusciti a realizzare i loro sogni e che Enji gli stia facendo condurre una vita lontana dal suo mondo.
Però Keigo, nonostante mi abbia fatto piacere aver goduto della mia vecchia famiglia, non la sento più mia, non sento di appartenerci più. Provo un affetto innato per tutti loro, ma nulla di più, sono passati troppi anni e i rapporti sono cambiati.
Io ho già la mia famiglia, mi basta averne una, mi basta avere te.>>
Gli sorrise dolcemente, posandogli un bacio sulla fronte.
<<Come va il mal di testa? Tra poco dovrebbero essere qui con la cena.>> lo avvisò guardando l'ora.
<<Sono contento che oggi ci fossi tu al mio fianco, mi hai dato quel pizzico di coraggio che mancava. Com'è stato passare la giornata con l'intera famiglia Todoroki?>>
Non appena smise di parlare nella sua testa ripartì loop: anello, anello, anello.
Sperò che l'altro iniziasse a parlare a più non posso per distrarlo.



Storse le labbra: c'era decisamente qualcosa che non andava.
Giurò a se stesso che quella fosse l'ultima volta che avrebbe fatto un gesto del genere, già si stava pentendo.
Si mise in piedi sul materasso, incatenando i cristalli ai suoi occhi e passandosi la lingua sulle labbra.
Lentamente sciolse la cravatta, lanciandola sul letto, fece scivolare poi la giacca lentamente senza distogliere lo sguardo, fino a sbottonare un bottone alla volta la camicia rossa non togliendola.
Si mise a cavalcioni su di lui, rimanendo seduto sul suo bacino, levandosi la cintura che cadde con un suono sordo a terra.
Si passò il pollice sulle labbra, mentre l'altra mano apriva con lentezza disarmante i pantaloni e poi si infilava al suo interno per massaggiare la propria intimità.
Quanto avrebbe resistito nel ribaltare le posizioni?
Prese a sospirare, strisciando le natiche sul lieve rigonfiamento dell'altro, la testa portata verso l'alto e la mano libera che scivolava sul proprio petto.
Portarlo nel loro baratro della Lussuria era l'unico modo che conosceva per scacciare le nubi tra quegli occhi color cielo.
<<Touya...>> sussurrò in un primo gemito.
Al diavolo la cena.



Tutto passò in secondo piano.
Quel ragazzo sapeva esattamente come fare a riportare l'altro nel pianeta Terra.
Lo guardò mentre si sbottonava la camicia, fino a quando la mano entrò all'interno dei pantaloni.
Non diceva seriamente prima! Era solo un modo per prenderlo in giro, ma l'effetto che ebbero quelle parole non gli dispiaceva affatto.
Fece forza sulle braccia arrivando a mettersi semi-seduto, avvicinò il viso al collo dell'altro sfiorandolo appena con le labbra e annusando voracemente il profumo di Acqua di Colonia, in modo che l'altro avvertisse il respiro caldo posarsi sulla pelle.
Mentre una mano lo sorreggeva, l'altra gli accarezzava il fianco e l'addome. Finalmente vedeva quel corpo tornare in forma, non c'era più le ossa sporgenti e i muscoli era tornati a definirsi.
Sentiva i peli del biondo drizzarsi al passaggio dei polpastrelli.
Non avrebbe resistito molto prima di cedere alla lussuria, cambiare posizione e trascinare l'altro all'inferno, ma voleva vedere fino a che punto aveva intenzione di spingersi.
Gli abbassò i pantaloni per quello che permetteva la posizione e infilò la mano all'interno dell'intimo insieme a quella del ragazzo, dedicandosi a stimolare la zona alta dell'asta e la cappella.
Non perse per nessun motivo il contatto visivo con gli occhi del ragazzo, aveva atteso il momento di poterlo toccare nuovamente e si sarebbe goduto appieno il momento.
Avrebbe potuto dire qualche frase provocante, ma i suoi occhi erano più che sufficienti.



Si stava completamente abbandonando, la fronte posata su quella dell'altro, il respiro che si interrompeva e i gemiti mal celati.
Si chiese se non gli piacesse più.
Perché non si lasciava andare?
Eppure lo sentiva premere sotto le sue natiche, quasi ci fosse una bestia che voleva esser liberata per scatenarsi.
Aveva sognato così tanto quel gesto, che cadere nel baratro era finalmente possibili.
Ma si sa che Keigo non spicca di intelligenza quando si tratta di provocare Touya.
La cameriera bussò un paio di volte alla porta fermando ogni suo movimento.
La cena.
Si scansò rapidamente dall'altro per permettergli di andare ad aprire e si catapultò nel bagno adiacente alla camera.
Merda.
Si appoggiò al lavandino, aprendo l'acqua fredda e buttandoci sotto la testa.
Non era da lui perdere la testa in quel modo, forse era dovuto ai mesi di astinenza da Touya che ora non resisteva a scivolare lungo la parete per terminare quella voglia irrefrenabile.
Prese a massaggiarsi rapido, immaginandosi le mani dell'altro sul suo corpo, i baci roventi, i marchi quasi dolorosi.
Niente, mancava comunque qualcosa: la realtà.



Si stava trattenendo per fare durare quel momento più possibile, si stava godendo ogni più piccolo dettaglio di Keigo, dalle reazioni del corpo, alle emozioni che traspiravano attraverso gli occhi, alla voce soave, al profumo afrodisiaco.
Momento che venne interrotto dal bussare, stava per ordinare di lasciare tutto davanti alla porta, ma Keigo era scomparso dietro la porta del bagno più veloce della luce. Non capiva il motivo di quel gesto, sembrava un qualche criminale che aveva appena commesso un furto e stava scappando dalla polizia.
Scocciato dal freddo che lo aveva pervaso, andò ad aprire.
Prese il vassoio con la cena e sentendo dei rumori non poco espressivi provenire dal bagno, si affrettò a chiudere la porta, per evitare che venisse veramente chiamata la polizia.
Situazione che in fin dei conti lo divertì.
Appoggiò tutto sopra al tavolo ed entrò in bagno trovandolo seduto a terra, mentre tentava di auto-soddisfarsi.
Una preghiera silenziosa era impressa su quegli occhi e quel corpo.
Lo guardò dall'alto in basso, ghignando soddisfatto e incrociando le braccia, facendo finta di decidere quello che sarebbe stato meglio fare in quel momento: guardare l'altro contorcersi, o accogliere quella preghiera?
La decisione era palese: la cena poteva tranquillamente aspettare, aveva una cosa più importante da fare in quel momento.
Si accovacciò in parte al ragazzo.
<<Sai sono seriamente indeciso se continuare a guardarti mentre tenti di soddisfarti pensando a me, oppure esaudire quel desiderio che stai silenziosamente gridando o... Aspettare che sia tu a chiedermi di aiutarti.
Che scelta difficile!>> ridacchiò per il viso dell'altro, probabilmente lo stava maledicendo in aramaico.
Lo prese in braccio e lo riportò sul letto.
Avrebbe soddisfatto quell'erezione diventata ormai dolorosa senza farsi troppo pregare, ma poi si sarebbe scatenato.
Sfilò completamente i pantaloni del ragazzo, baciando l'addome e scendendo implacabile verso il basso ventre, una mano che stringeva il gluteo mentre le unghie affondavano nella carne soffice, l'altra mano che pizzava il capezzolo ormai turgido giocandoci.
<<Lasciati andare, Keigo!
Ho così tante cose in serbo per te che potremmo andare avanti tutta la notte e verrà anche il momento in cui mi farò desiderare così tanto che questa volta cederai e mi chiederai di soddisfarti, ma non ora. Tutto a suo tempo!
Goditi le attenzioni che sto per riservarti...>> lo avvertì, passando l'asta con la lingua per poi inglobarne il membro e dettando subito un ritmo sostenuto, la mano scese l'addome e arrivò a massaggiare i testicoli.
Quella notte entrambi avrebbero dato fondo a tutte le loro energie, si sarebbero amati come solo loro sapevano fare.



Aveva appena fatto una pessima figura.
La mano scivolò diretta tra i fili rossi, la schiena si inarcò appena e gli occhi si chiusero per portare la concentrazione sulla bocca che lo stava pienamente soddisfacendo.
O meglio, era al limite solo con quei piccoli gesti, che non sarebbe durato molto a lungo quell'ennesimo capriccio.
Eppure sembrava fosse riuscito nel suo intento.
Ora potevano vivere la loro vita tranquillamente, senza correre pericoli ogni due per tre, senza dover stare continuamente in ansia (Keigo) che accadesse qualcosa di irreparabile da separarli.
Keigo amava follemente Touya, lo avrebbe seguito ovunque pur di essergli costantemente al suo fianco, accettando ogni cosa che l'altro decidesse, perché sapeva che il rosso agiva per il bene comune ed era in grado di ragionare da persona matura.
Keigo invece aveva appena scoperto la vita, quasi fosse in piena fase adolescenziale, creando un gioco tra loro fatto di capricci, ma non avrebbe smesso perché sapeva che serviva anche quello al loro rapporto: vivere.
Vivere liberi senza catene, assaporando insieme ogni attimo, condividendo insieme dal più banale gesto ai ricordi vividi che si marchiavano a ferro e fuoco nel loro cuore.
Sì, Keigo aveva sentivo una conversazione da piccolo, in cui Fuyumi e Rei auguravano un buon compleanno all'urna delle ceneri che dovevano essere del rosso.
Aveva approfittato dell'assenza dell'altro in ospedale per farsi commissionare due anelli, in entrambi con l'incisione Free.
Non voleva accelerare i tempi, avrebbero pensato a data, vestiti e tutto quello che serviva per celebrare il loro legame, in un futuro di anche anni, ma ci teneva far sapere all'altro che quel filo rosso legato alle loro dita, poteva essere simbolicamente concretizzato da sue piccole fedi.
Voleva esser lui, per una volta, regalare un oggetto materiale all'altro che gli facesse capire quanto valore dava al loro rapporto.
Non durò molto quel momento, seguendo il consiglio del rosso e riversandosi quasi prepotente nella sua bocca, un gemito carico di passione abbandonò le sue labbra.
Il diavolo non gli aveva rubato solo l'anima, ma anche il cuore.



Divorò quel liquido caldo, come fosse una qualche droga eccitante.
Risalì il corpo del ragazzo con dei baci lenti e infuocati, sentiva i pantaloni diventare eccessivamente stretti, ma non accennò a togliergli, voleva giocare un po' con l'altro per poi lasciarsi andare.
Arrivò fin davanti al viso paffuto, stravolto dal piacere. Gli passò le labbra con il pollice, guardandolo dritto negli occhi in cerca dell'ennesima sfumatura che non aveva notato di quell'immenso mare dorato.
Keigo era la sua fonte vitale, era il motivo per cui il suo cuore aveva iniziato di nuovo a battere, era la sua stelle polare e il suo sole. Era convinto di voler passare la sua intera vita con l'altro, eppure due piccole parole gli avevano sempre messo paura: per sempre.
Quelle parole lo facevano precipitare nel vuoto più totale, senza appigli, senza certezze, senza poter tornare indietro.
Ma questa volta voleva tentare, voleva incontrare ogni giorno, ogni ora, ogni secondo quegli occhi, voleva Keigo al suo fianco per sempre.
Scese su quelle labbra con un sorriso stampato sul viso, accendendo un fuoco divampato solo con quel contatto. Si prese qualche minuto per baciarlo, rallentando quegli istinti primordiali, quasi fosse un concentrato di schizofrenia che passava dalla dolcezza all'aggressiva, alla dolcezza.
Una dolcezza che curava i danni di quell'aggressività e quell'aggressività che gettava benzina sui piccoli fuochi fatti di dolcezza.
Aprì il cassetto in parte al letto senza allontanarsi dal ragazzo, mordicchiandone il labbro inferiore e giocando con la lingua soffice, prese una corda morbida rossa e una benda in raso del medesimo colore, entrambe impregnate del suo profumo.
Si staccò quando sentì il bisogno improrogabile di respirare, continuando ad accarezzare quel viso.
Il tempo delle tenerezze e delle coccole innocenti stava volgendo al termine, il diavolo stava sopraggiungendo in quegli occhi glaciali.
<<Una volta, una corda come questa aveva acceso le tue fantasie più perverse, ma non feci in tempo ad usarla. Sono curioso di vedere che effetto ti farà!>> ghignò lasciando intendere all'altro cosa lo aspetta


Era da tanto tempo che il rosso non gli aveva donato un bacio del genere.
Keigo aveva sempre ritenuto che il bacio fosse una delle massime espressioni di amore che potessero esistere.
Un bacio conteneva sentimenti, passione, possessione, o semplicemente Amore.
Era per questo motivo che per il biondo era un gesto di grande importanza.
Parole non dette, preoccupazioni, pensieri, qualunque cosa si poteva capire da un bacio.
Che poi i loro sfociavano in un rubarsi l'aria a vicenda era un altro discorso, ma sicuramente Keigo non avrebbe mai rinunciato a quel gesto.
C'era un qualcosa che turbava Touya, lo percepiva, quasi si concentrasse a forza su quel momento per non lasciar correre la mente, ma non capiva la destinazione di quei pensieri.
Sembrava quasi confuso.
Probabilmente doveva ancora accettare quella nuova vita, il ritorno in famiglia e la sua presenza nuovamente tra le sue braccia.
Sicuramente doveva essere quello, perché altro non gli veniva in mente.
Ciò che prese il rosso dal comodino lo fece interdire appena, non è che gli importasse più di tanto cosa ne avesse fatto, ma c'erano quei due cristalli lucidi ad attirare la sua attenzione.
Si perse in quel mare blu, tutt'intorno era come se ci fosse il buio nonostante la luce fioca della lampada sul comodino, ma il suo respiro andante scandiva perfettamente il tempo, sostituendo il ticchettio degli orologi assenti nella stanza.
Gli circondò solamente il collo con le braccia, passandogli rapido la punta della lingua sulle labbra ed attese.
Non aveva paura del ragazzo, né era preoccupato di qualunque cosa avesse in mente: la vita di Keigo Takami apparteneva a Touya Todoroki.



Sorrise a quel definitivo abbandono del biondo, anche se si sarebbe aspettato qualche tipo di provocazione come al solito, invece si era semplicemente affidato a lui.
Decise che quelle costrizioni potevano aspettare, aveva tutta la notte davanti e non voleva rovinare quel momento con mosse troppo azzardate.
Al diavolo i giochetti perversi, in quel momento voleva fare l'amore con quel ragazzo!
Per quella prima unione avrebbe lasciato a Keigo la possibilità di vagare sul suo corpo sia con gli occhi, che con le mani.
Iniziò a slacciarsi la camicia, sfilandola lentamente, quasi volesse lasciare al ragazzo il tempo di guardare quel suo nuovo corpo, sarebbe stata la prima volta che avrebbe visto interamente i risultati di quell'operazione.
Portò entrambe le mani del ragazzo a vagare sul suo corpo, accompagnandole, fino a lasciarle sopra la cintura, in un chiaro invito ad aprirla.
Quelle mani che sfioravano delicate la pelle, creavano dei brividi di freddo, delle vampate di calore, delle scosse, delle cascate di piacere. La sensazione di averle di nuovo su di sé, non era nemmeno paragonabile ad averlo immaginato.
Tornò su quelle labbra ormai rosse, quella sera erano richiamo così forte a cui non poteva resistere. Le leccò dolcemente, per poi lasciarsi andare a qualche morso e di nuovo a tentare di curare i segni rimasti al suo passaggio, in un perfetto gioco di provocazione e remissione.
Si sfilò completamente pantaloni ed intimo già abbassati dall'altro, liberandosi da quella stoffa con mezzo urlo di soddisfazione.
Infilò le dita della mano tra le loro lingue danzanti, mentre l'altra mano era scesa a massaggiare l'intimità del ragazzo.
Iniziò inserendo cautamente un dito, era incredibilmente come nonostante tutte le volte che lo avesse preso, la paura di fargli del male era rimasta e quasi sicuramente non lo avrebbe mai abbandonato.
Impiegò tutto il tempo necessario per prepararlo a dovere, mentre i baci si erano spostati sul collo, sui pettorali e la mano aveva iniziato a pompare sulla nuova eccitazione.
Si avvicinò all'apertura con la propria punta e lo penetrò dolcemente.
Touya era un pazzo schizofrenico che brancolava tra amore e passione.


Ogni parte scoperta di quel corpo era nuova per lui, nessun segno, nemmeno una cicatrice.
La medicina poteva fare miracoli.
Ovviamente il corpo pulito del rosso era uno spettacolo, gli addominali che si contraevano ad ogni movimento, la pelle più liscia della seta.
Era come se Dabi fosse definitivamente scomparso, cancellato come se non fosse mai esistito.
Non colse il cambiamento repentino, non voleva giocare?
Eppure si lasciò trasportata senza alcuna resistenza, attendendo il momento in cui si avrebbe percepito quell'unione da ogni parte del corpo, cuore compreso.
Touya lo stava amando, non voleva giocare.
Sentirlo quasi gravare sul suo corpo non gli diede la sensazione di essere braccato, anzi si sentiva comunque protetto.
Gesti calibrati al puro scopo di rendere quel momento magico, speciale, unico.
Accolse l'intimità dell'altro con un sospiro quasi liberatorio.
Aveva atteso tanto quel momento e nonostante la cicatrice del proiettile risaltava traslucida sulla sua pelle, quella loro unione sarebbe stata la prima dal sapore di libertà.
Si aggrappò con le mani alle spalle di Touya, cercando di non risultare sconcio e volgare, mentre i movimenti dell'altro acceleravano di intensità.
Cadere per poi risalire.
Cadere nell'Inferno per poi volare in Paradiso.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora