Keigo fu il primo ad essere dimesso, rientrando in casa Todoroki dopo un paio di settimane dopo il risveglio dal coma.
Fortunatamente per lui non c'erano stati danni permanenti, doveva solamente riposare e non affaticarsi, oltre che a passare intere ore a leggere per completare il risveglio mnemonico.
Sfortunatamente per Touya, la voce squillante del biondo era tornata, facendosi sentire mentre gli leggeva tutti i libri che gli passava Fuyumi.
Non avrebbe mai creduto che una ragazza di quel tipo adorasse leggere thriller o fantasy, aveva sempre pensato che avesse gusto per i romanzi rosa o le sceneggiature teatrali.
<<Ehi! Mi stai ascoltando! Non è ancora l'ora del riposino! Non ho finito il capitolo!>>
Tuttavia il riposo di Keigo consisteva nel soggiornare dalla mattina alla sera nella stanza del rosso, presentandosi all'apertura con qualche croissant appena sfornato per gli infermieri del reparto. Nessuno di loro sapeva, però, che ne portava quotidianamente uno anche al marito affamato.
<<Ti hanno detto quando ti dimettono? Hai un po' di cose in sospeso con me, sembra che ti diverta a farmi attendere. La nostra notte di nozze, il pranzo in quel ristorante che fa il pollo buonissimo, il viaggio verso la nostra nuova casa che non ho capito ancora dove sia. Devo continuare?>> domandò passando in rassegna ogni cosa sulla punta delle dita.
Era passato ormai un mese da quando Keigo era stato dimesso e Koichi lo aveva avvisato la settimana prima che l'indomani poteva tornare a casa, con la raccomandazione di continuare la riabilitazione.
Voleva fare una sorpresa a Keigo, presentandosi con le 'valigie' pronte fuori dalla porta dell'ospedale e aveva chiesto a tutti di non dirgli nulla.
<<Non era mia intenzione farti attendere così tanto, mio piccolo Pulcino impaziente. Ti assicuro che troverò il modo di farmi perdonare egregiamente.>> disse sedendosi sul letto e facendo avvicinare l'altro, lasciandogli qualche caldo bacio sul collo.
Guardò le gote arrossarsi ridendo per quella reazione spontanea, nonostante tutto il tempo passato insieme, era fiero di vedere che riusciva ancora a suscitare quell'emozione nell'altro.
Una mano scese sul gluteo, rigorosamente sopra i vestiti, mentre l'altra s'infilò tra la chioma bionda e lo strattonò a sé, incastrandolo in un bacio tremendamente anelante.
Il suo 'saluto al sole' personale, se avesse potuto lo avrebbe divorato, non vedeva l'ora di esaudire quelle richieste dell'altro, sia a letto, che fuori.
Prese il croissant, iniziando a mangiarlo a una spanna dal viso dell'altro, continuano a guardarlo negli occhi e porgendogli quella delizia per favorire, senza lasciarsi scappare l'occasione di leccare la crema finita sulle labbra e sul naso dell'altro.
<<Domani pomeriggio ho qualche visita di controllo da fare e poi, in base all'esito, mi diranno quando uscirò...>>
In cuor suo scoppiava di felicità, aveva già chiamato il ristorante e prenotato quel tavolo in parte alla finestra.
Non aveva più notizie del responsabile, ma trovarlo era l'ultimo dei suoi pensieri, tutti gli altri erano accomunati da un unico nome: Keigo.
<<Piuttosto... i nostri passaporti? Io credo di averlo smarrito in Nuova Zelanda, dobbiamo rifarli per partire...>> disse, iniziando a pensare a tutto l'occorrente per il viaggio.
Purtroppo, la permanenza in ospedale lo aveva debilitato, doveva ancora recuperare la sua forza fisica e la resistenza, persisteva qualche lieve deficit motorio, ma Koichi gli aveva assicurato che col tempo sarebbe tornato come prime, grazie al suo corpo giovane e forte.
<<Andiamo a prendere un po' d'aria sul tetto? Mi controllano a vista d'occhio, praticamente mi hanno rinchiuso qui dentro...>>
Quelle provocazioni davano segno che il rosso si fosse ripreso, almeno a livello mentale, ma per tornare alla loro quotidianità ci sarebbe ancora voluto tempo.
<<Passaporti? Non pensavo occorressero.>> disse soprappensiero, la curiosità che si fece sempre più larga tra i suoi pensieri.
Quale sarebbe stata la meta del loro nuovo inizio?
Mare?
Montagna?
Campagna?
Città?
In tutta onestà poco importava: l'importante era stare insieme, no?
Lo aiutò a vestirsi, la primavera era alle porte, ma il fresco poteva debilitare ulteriormente il corpo del marito, scegliendo quasi con cura maniacale la felpa che doveva indossare.
Era una scusa solo per non far sentire all'altro il disagio di vederlo con tutti quei segni sulla pelle.
Non aveva trascorso molto tempo senza cicatrici, che non aveva fatto nemmeno il tempo ad abituarcisi.
Avrebbe messo i soldi da parte e gli avrebbe concesso un intervento.
Quanto al suo, di corpo, il rosso non sembrava destabilizzato dal vedere quella pelle ormai scura, nascosta al momento dai vestiti e visibile solo sulla mano e per metà viso.
Gli porse il braccio come se fosse un cavaliere per dargli sostento e raggiunsero cautamente l'ascensore fino ad arrivare alla terrazza.
<<Oggi c'è il sole e non fa molto fresco.>> disse cercando il primo argomento per spezzare il silenzio.
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The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )
FanficTratto da una role AU con @YomyIsayama Capodanno. In Giappone è una comune festività in cui migliaia di famiglie attendono con impazienza l'arrivo del nuovo anno, dirigendosi con i propri cari nei templi per pregare in buon auspicio. Eppure, per un...