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Annuì alla proposta di andare a dormire, ma il suo corpo era di tutt'altre vedute, come la coerenza del biondo.
Sentiva il cuore fare capriole nel petto, il respiro diventato pesante e gli occhi brillavano di aspettativa.
Osservò il ragazzo ricoprire di baci umidi e bollenti il suo corpo, finché non s'inginocchiò di fronte a lui e gli abbassò i pantaloni.
Lo guardò negli occhi, i suoi cristalli si erano sciolti a quella visione erotica e perversa: un angelo inginocchiato al cospetto del diavolo, in procinto di soddisfarne ogni desiderio carnale.
Non distolse mai lo sguardo da quel ragazzo, sentiva i recettori scaricare una miriade di impulsi elettrici, quasi avvertisse quei circuiti arrivare al cervello ed amplificare il piacere che stava provando.
L'attenzione del biondo era totalmente rivolta a lui, al suo piacere e alla sua eccitazione.
La bocca si muoveva sinuosa e sicura sulla sua cappella, mentre le due mani dedicavano le attenzioni all'asta... Era troppo!
Per un attimo sentì la forza delle gambe venire meno e il suo equilibrio instabile.
Si aggrappò allo stipite della porta con la mano, senza spostarsi, evitando di cedere addosso all'altro.
I sospiri divennero velocemente gemiti, frutto di quella situazione, alternati a preghiere che recitavano il nome del ragazzo. Il viso divampò in un attimo e gli occhi vennero umidificati da dolci lacrime.
Keigo gli stava facendo varcare per l'ennesima volta le porte dell'inferno infuocato, sperò di riuscire a essere abbastanza per lui: avrebbe voluto rendere speciale ogni singola loro unione, in modo che quel ragazzo le ricordasse tutte.
Portò una mano tra la folta capigliatura bionda iniziando blandamente a dettare il ritmo, ma lasciando ampio spazio all'altro di deciderlo.
Con il passare del tempo reclamò lentamente il controllo dei movimenti della testa del biondo, stando attento a qualsiasi segnale di disapprovazione.
Una cosa avevano sicuramente in comune: la perversione.

Temeva in un rifiuto a quel gesto, ma poi capì che stava facendo un ottimo lavoro quando l'asta entrò completamente rigida all'interno della sua bocca.
Non vedeva l'ora di portare l'altro al culmine, inebriarsi con il suo sapore, renderlo schiavo della lussuria per merito suo.
La mano sulla sua testa non imprimeva violenza, anche se il movimento si fece sempre più rapido che dovette affondare le unghia nelle natiche dell'altro per potergli permettere di andare più a fondo.
I sospiri dell'altro erano una musica perfetta, interrompevano magicamente il silenzio creando note sempre più accentuate, ma non fastidiose.
Si poteva dire che il corvino sapesse mantenere la sua reputazione anche i quei momenti, a differenza sua.
Si muoveva su tutta la lunghezza, arrivando ad immettere lieve pressione con le labbra sulla punta e il sapore dolciastro del corvino iniziava a rendere tutto ancora più estasiante.
Si poteva conservare il seme di una persona per trarne linfa vitale?
Si diede uno schiaffo mentale: era dipendente dell'altro a tal punto?
Eppure non si accorse di quando ai sospiri del moro si aggiunsero anche i suoi, portandosi una mano all'interno dell'intimo per stimolarsi quanto bastava per eccitare ancor di più l'altro.
Bastò incrociare i cristalli per sentir scivolare il liquido denso giù per la sua gola, premunendosi poi di leccare ogni parte residua sull'asta, come se fosse la cosa più buona del mondo.
Alzò i pantaloni e l'intimo al ragazzo, senza guardarlo in voltò e sussurrando appena un <<Buonanotte.>>.
Si dileguò prima di ottenere l'ennesima situazione a lui imbarazzante.

Non capiva che diavolo fosse successo, si dovette appoggiare allo stipite per non crollare a terra, perché quella fretta di scappare? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Non gli era piaciuto? Che stesse andando a vomitare da qualche finestra nel soggiorno per non farsi vedere?
Eppure non lo aveva costretto, non gli aveva nemmeno chiesto di farlo, gli era sembrato che a Keigo stesse piacendo!
Che fosse riuscito a fingere così bene e non si fosse accorto di quanto gli facesse schifo? Perché si era comportato così?
Troppe, troppe, TROPPE domande!
Era passato dal provare un piacere indescrivibile per quello che gli stava facendo il biondo, a un indefinito senso di ribrezzo per se stesso. Sentiva di averlo usato per un piacere personale, senza aver alcun diritto di farlo.
Si paragonò a uno dei tanti che avevano abusato del ragazzo, insomma alla fine Touya aveva fatto del male a Keigo, di nuovo... Che il biondo avesse voluto lo fermasse?
No! Però, adesso, fermi tutti! Era stata un'iniziativa del ragazzo, non sua! L'unica colpa che poteva assumersi era di non averlo fermato.
Si alzò, andando verso il soggiorno con l'intento di dirgli che non gli avrebbe mai più permesso di fare una cosa del genere se gli faceva tanto schifo, anche perché al corvino non sarebbe cambiato nulla, avrebbe continuato ad amarlo comunque.
Quando arrivò, lo trovò rannicchiato in un angolo del divano con la testa infossata tra le gambe e le braccia che tenevano raccolto il tutto, che stesse piangendo?
Sospirò, quella giornata aveva già avuto troppi alti e bassi.
Si avvicinò lentamente come quando ci si approccia a qualche cagnolino spaventato e si accovacciò in parte al divano, davanti a Keigo.
<<Perché non sei rimasto con me?>> gli chiese dolcemente.
Non sapeva se volesse esser toccato, quindi preferì evitare, posando una mano sul bracciolo e l'altra sul divano, incastrando il ragazzo.
Gli aveva promesso di non lasciarlo solo: valeva anche per quei momenti, giusto?

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora