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Aveva visto tutta la scena.
La precisione dei suoi colpi era millimetrica, avrebbe potuto far saltare un bottone della camicia di quell'uomo senza che il proiettile lo sfiorasse.
Aveva visto il biondo prendergli il chip, quel tizio si era fatto infilare da un semplice trucco della strada.
Fu quello che vide dopo che lo mandò in bestia.
Salito in macchina si era subito rivolto verso il finestrino, non aveva intenzione di proferire parola, doveva sbollentarsi altrimenti avrebbe messo le mano al collo all'altro. Che bisogno c'era di fare una cosa così? Aveva recuperato il chip, era già in astinenza di sesso?
Il sussurro del biondo lo colse troppo presto. <<La prossima volta che hai intenzione di scoparti la vittima, vedrò di portarmi appresso dei popcorn, aspettando i tuoi comodi. Dargli in pasto il tuo corpo come una puttanella era il tuo modo di scusarti anticipatamente per freddarlo?>> chiese avvelenato.
A che gioco stava giocando? Quella stessa notte il biondo gli aveva chiesto di prendere una decisione e ora? Aveva intenzione di donarsi al primo che capita con tanto di fiocco e pacchetto regalo?
Forse il biondo stava mentendo anche a lui.
Intanto non capiva dove si stessero dirigendo, casa loro era dall'altra parte della città, forse Endeavor gli aveva convocati?


Che cazzo stava dicendo?!
La macchina si fermò bruscamente davanti ad un'enorme casa.
<<Non muoverti di qui. E comunque era una provocazione per te, coglione.>> rispose sbattendo la portiera.
Che imbecille.
Quindi era quella la considerazione che aveva di lui?
Lo considerava veramente un poco di buono?
Non era mai stata una sua scelta andare a letto con gli altri.
Lo aveva scelto solo con lui.
Si diresse a passo spedito verso l'ingresso della villa, piombando nell'ufficio del capo.
<<Giornata storta?>> chiese Endeavor vedendo entrare il biondo con un diavolo per capello.
<<Probabile.>>
<<Non è male quel tipo.>>
L'uomo gli porse un cerotto e il biondo si avvicinò allo specchio per coprirsi il graffio dovuto al proiettile.
<<Domani sera, uno scambio, sarai da solo. Digli che può tornare a casa sua e che lo contatterai su questo telefono. Sgarra e lo faccio fuori, intesi?>>
<<Fa' quel che ti pare.>>
Tornò alla macchina solo per lanciare il telefono al corvino e una mazzetta.
<<Prenditi le tue cose e tornatene a casa tua. Ti contatterò qui solo per le missioni.>>
Veramente non aveva capito nulla?
Eppure aveva ghignando di proposito verso la finestra.
Camminare fino a casa lo avrebbe sicuramente calmato, se non ibernato visto che faceva un dannatissimo freddo.
Tornò a casa solo in serata, qualche livido giusto per la rissa scatenata nel locale in cui aveva cenato e solo la voglia di una doccia calda.
Quel tipo doveva avere un orgoglio senza crepe, quindi non ci avrebbe impiegato molto a svuotare la casa dalle sue cose per tornarsene nella propria.
I rapporti in quella vita creavano solo problemi.
Non voleva condividere nulla con qualcuno che lo considerava in quel modo.
E se fosse capitato nuovamente che dovesse partecipare ad una di quelle notti insane? No, non avrebbe retto poi di guardarlo negli occhi.
Prese un profondo respiro e varcò la porta di quell'umido rifugio.
Forse quel mese avrebbe potuto permettersi il riscaldamento.


Aveva scelto ogni parola con estrema attenzione, sapeva dove andare parare per fare del male al biondo e, in un certo senso, era quello che voleva.
Era il modo che aveva escogitato per allontanarlo, aveva giurato a se stesso di proteggerlo, aveva anteposto Keigo alla missione, ma non poteva farlo così da vicino. I sentimenti oscuravano il suo raziocinio e la capacità di prendere una decisione.
La carogna che avevano mandato a recupere informazioni circa l'andamento della missione, era uno dei più crudeli poliziotti che esistessero sulla faccia della terra. Se avesse ficcato il naso sulla vita del biondo, non avrebbe impiegato molto a chiuderlo in una stanza e sottoporlo a delle torture disumane.
Ci provava gusto a fare del male alle persone e, cosa peggiore, la legge era dalla sua parte!
I rapporti che intercorrevano tra Dabi e Tomura non erano dei migliori. Il celestino avrebbe fatto di tutto pur di colpirlo e la sua unica debolezza in quel momento sapeva esattamente quale fosse.
Non avrebbe mai pensato che per quella missione gli affidassero come collega proprio lui.
Sarebbe stato meglio che il biondo lo odiasse.
Entrato nell'appartamento, una parte del suo cuore avrebbe voluto aspettarlo e spiegargli tutto, ma represse i suoi sentimenti, quel tipo di smancerie non erano nel suo carattere, doveva uscire in fretta da quella casa. Raccattò le sue cose senza controllare di aver preso tutto, lasciò la mazzetta sul tavolo e chiuse la porta dietro di sé.
Nei giorni successivi iniziò a far fatica a dormire, si sentiva solo, era bastata meno di una settimana a farlo abituare alla presenza dell'altro?!
Si era ritrovato spesso a viaggiare per le strade di notte, il suo inconscio lo portava dritto verso la casa dell'altro.
Doveva ammettere che la postazione scelta dal cecchino era perfetta per tener sotto controllo l'appartamento.
Una notte, mentre era seduto sul cornicione, sentì il suono di una pistola che veniva caricata e la canna puntare alla nuca. <<Dabi, quanto tempo!>> riconobbe la voce, infatti non batté ciglio.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora