29 - 🔞

492 24 5
                                    

Il diavolo ti prende l'anima, ci gioca e poi la fa bruciare tra le fiamme.
Non era quello che voleva intendere chiamando il corvino, era una richiesta di venire a soddisfarlo perché da solo non ci sarebbe riuscito, ma quella presa di posizione dell'altro fu non poco gradita.
Per quanta mobilità avesse, cercava di non esser d'intralcio, aggrappandosi con le mani a qualsiasi appiglio che il corpo del moro avesse: capelli, spalle, schiena.
Era sbagliato farlo in quel luogo?
Forse era sbagliato anche per le sue condizioni fisiche, ma Satana si era appena risvegliato, portando con sé la lussuria e la brama di potere che si scatenavano su di lui.
Sentirlo così bisognoso del suo corpo gli rattoppò altre ferite del suo cuore malandato, che prese a battere rapidamente, quasi si potesse sentire se fossero stati in silenzio.
Silenzio interrotto dai suoi sospiri e mugugni, voleva accelerare il più possibile, voleva di nuovo sentirsi amato da quel ragazzo, ma sapeva che l'altro lo avrebbe portato allo sfinimento.
Possibile che dovesse sempre vincere?
Cavoli, collezionava una sconfitta dietro l'altra con quel ragazzo!
Una delle sue mani scivolò sull'intimità del corvino, prendendo a sfiorarla con la punta delle dita, stringendola poi in un pugno ed iniziare a percorrerne la lunghezza.
A lui sarebbe bastato solo uno sfioramento del moro per raggiungere il culmine, ma si volle trattenere, voleva che durasse tutta la notte per sfinirsi ed addormentarsi abbracciati insieme.
Il giorno dopo si sarebbero svegliati, uno tra le braccia dell'altro, concedendosi poi qualche piccola effusione prima di iniziare la giornata.
Tentò solamente di tenere a freno la voce, farsi sentire per tutto l'ospedale sarebbe stato umiliante, anche se esprimeva comunque la passione che c'era tra loro.
Chiamò sospirando il nome del corvino più e più volte, sperando che l'altro capisse quanto lo desiderasse in quel momento.

Quei gemiti, quel calore, quei movimenti, stavano facendo crollare tutti i suoi freni.
Si trovò ben presto anche lui ansante, accaldato ed eccitato, si stupì dell'effetto che il biondo aveva su di lui.
No! Non sarebbe riuscito a trattenersi!
Prese delicatamente la mano che stava eccitando la sua erezione e la posò in parte alla testa del biondo, intrecciandola con la sua. Se il biondo avesse continuato in quel modo ancora per qualche secondo, lui avrebbe raggiunto l'apice, ma voleva prima dedicarsi al ragazzo.
Gli sfilò la maglietta, scendendo il collo con dei dolci baci, passando con la lingua entrambi i capezzoli dopo averli stuzzicati abbondante con le dita. Non ci stava mettendo la solita brutalità, ma non per questo le attenzioni che stava regalando al biondo erano meno passionali, al contrario, ogni contatto bruciava d'amore.
Scese fino agli addominali, come un pittore che ricalca i bordi delle sue creazioni, passò il profilo di ogni muscolo, posandoci poi diversi baci.
Arrivato sull'elastico, non indugiò oltre, gli sfilò i pantaloncini e l'intimo, rivelando l'asta quasi completamente eretta.
Passò l'interno coscia lasciando segni rossi appena percettibili, fino ad arrivare ai testicoli.
Li passò con la lingua prima di massaggiarli con le labbra, ma i richiami del biondo lo fecero desistere dal continuare quella tortura.
Sostituì una mano alla bocca, per lasciarla libera di dedicarsi a quell'asta bisognosa, mentre l'altra mano risaliva al torace per importunare ancora i capezzoli.
Salì e scese più volte tutta la lunghezza del membro solo con la punta della lingua, iniziava già a sentirlo pulsare.
Giocò infine con la cappella prendendola tra le sue labbra. La voce alterata del biondo gli fece capire che era ora di dargli il colpo di grazia!
Inglobò tutto il membro, fino a toccare il ventre con il naso. Iniziò a pompare intensamente per soddisfare l'altro.
Una cosa era certa: nessuno dei due riusciva a resistere all'altro.

Totalmente fuori controllo.
Il corpo reagiva al solo movimento delle mani del corvino su di lui, dal respiro corto quasi da far bruciare i polmoni, agli spasmi dovuti all'orgasmo che stava raggiungendo prima del previsto.
Prese il cuscino, mettendolo davanti al viso, soffocando così i suoni impuri che emetteva ormai senza controllo.
Portò una mano tra i capelli del corvino, dettandone involontariamente un ritmo sempre più deciso finché, quasi al limite, non lo strattonò.
Non ancora.
Avrebbe atteso il momento di sentirlo dentro di sé.
Forzò il ragazzo fino a risalire davanti a lui, spostando il cuscino e coinvolgendolo in un bacio che di casto non aveva più nulla, assaporando il suo stesso sapore dovuto alle gocce preorgasmiche che aveva rilasciato.
Gli mise le mani sotto le ascelle, facendolo spostare verso la testiera e ritrovandosi così l'asta eretta del corvino.
Ora era il suo turno sentire i suoni lascivi dell'altro.
Senza troppi preamboli accolse il membro tra le labbra, muovendo la testa sempre più rapidamente, quasi sfiorando l'inguine con il naso.
La lingua seguiva il movimento e le labbra si stringevano sulla punta mentre cercava di succhiare il sapore del ragazzo con avidità.
Era troppo anche per lui, bastava poco ad entrambi raggiungere l'estasi, ma sarebbe stato un altro momento magico da aggiungere alla collezione delle loro cazzate.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora