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Si diede dello stupido: non poteva scegliere un abbigliamento diverso per il corvino?
Diamine, levargli gli occhi di dosso sarebbe stato difficile, se non impossibile!
Gli sorrise appena, ringraziandolo per la cravatta ed uscì ridendo di casa per il teatrino messo su dall'altro.
Era diventato così facile adesso ridere che ormai gli veniva sempre più spontaneo.
Alla domanda si voltò verso il moro per rispondergli, facendo vagare l'occhio su quel corpo, distogliendolo e prendendo ad osservare fuori dal vetro, dopo aver scosso la testa.
<<Tanti anni fa ci fu un incidente a casa di Enji. Non conosco molto i dettagli, sembra un argomento per la quale l'intera famiglia soffre ancora giorno per giorno. Oggi è il giorno in cui si commemora la morte dei suoi figli. Enji me lo ripeteva sempre quando ero piccolo: "Farò di te il figlio che non ho mai potuto avere. Non permetterò che mi portino via anche te.". Non ho mai capito quelle parole, ma oggi conoscerai Enji Todoroki e non Endevoar.>>
Il resto del viaggio fu in assoluto silenzio: Keigo si chiese perché Touya aveva assunto quello sguardo vuoto, ma era talmente perso nei suoi pensieri che dovette aprirgli la portiera per fargli capire che erano arrivati a destinazione.
<<Siamo arrivati, Vostro Onore.>> ghignò riportando l'altro sulla terraferma.
Gli prese la mano, intrecciandone le dita con la propria e si avviò verso il vialetto d'ingresso.
<<Keigo!!!>>
Si staccò dal corvino prima di venir travolto da una chioma argentea.
Abbracciò la ragazza, chiedendole se si era ripresa dal rapimento, scompigliandole i capelli.
<<Mio fratello Keigo mi ha salvata.>> disse orgogliosa, coprendosi poi la bocca con la mano per sussurrare <<Anche se avrei preferito venisse papà.>>
La ragazza posò gli occhi sul corvino, porgendogli poi la mano sorridendo.
<<Benvenuto! Sono Fuyumi Todoroki. Mi dispiace conoscerci in queste circostanze, ma io e mio fratello Natsuo ci tenevamo a conoscere il fidanzato di nostro fratello.>>
Dire che il biondo volesse sparire, è inutile, vero?


Dopo aver udito le parole del biondo, si perse nel suo mondo...
Dei suoi figli?
Che suo padre lo odiasse talmente tanto da ritenerlo morto anche se sapeva fosse stato dato in affidamento? Se possibile, quel pensiero estese i margini di quella vecchia ferita non ancora guarita. Si rese conto che per tutto quel tempo, l'aveva semplicemente coperta con una benda, senza curarsene. Non capiva più nulla, stava andando in confusione, le immagini di quella mattina tornarono a farsi vive in lui.
Si svegliò quando il biondo gli aprì la portiera, non rispondendo alla provocazione, ancora stordito da quella storia.
La mano intrecciata a quella del biondo lo fece tornare definitivamente alla realtà, ora era lui la sua famiglia, lui e nessun altro.
Guardò la donna che era diventata sua sorella: era cresciuta, ma non era cambiata molto, portava lo stesso taglio di capelli, i grandi occhi grigi, aveva il solito carattere spontaneo e divertente, faticò a mantenere la solita espressione indifferente.
Fidanzato? Non ricordava di avergli messo l'anello al dito, fulminò il biondo non tanto perché si fosse arrabbiato con lui (anzi quella situazione lo stava divertendo), era solo un modo per metterlo ancora di più in imbarazzo. Decise di mettere benzina sul fuoco.
Prese cortesemente la mano di sua sorella inchinandosi fin quasi a sfiorarle le nocche, si risollevò e le sorrise appena.
<<Il piacere di conoscerti è tutto mio, puoi chiamarmi solo Dabi. Spero di non deludere le vostre aspettative e di poterti rincontrare in circostanze migliori! Credo sia tardi, ma per quello che vale, mi dispiace per la vostra perdita.>> disse educatamente abbassando gli occhi e il capo. Subito dopo rialzò lo sguardo, notando un lieve rossore sul viso candido della sorella.
La ragazza si avvicinò al biondo, che stava cercando il mantello dell'invisibilità, richiamandolo con una leggera gomitata. Si coprì scherzosamente la bocca.
<<Ora capisco perché ti piace tanto, è davvero un uomo affascinante e cortese!>> esclamò avendo ben cura di essere sentita anche dal corvino.
Evidentemente anche a lei piaceva far diventare il biondo un peperone e non aveva peli sulla lingua.
Poco dopo lo raggiunse anche Netsuo, presentandosi altrettanto educatamente, aveva sempre avuto una costituzione più robusta della sua e lo superava di qualche centimetro in altezza.
Riaffiorarono i ricordi della sua infanzia, quando giocava spensierato con i suoi fratelli, quando li leggeva le favole prima di andare a dormire, quando gli accoglieva in gruppo nel suo letto, perché avevano paura che qualche mostro potesse nascondersi dentro l'armadio.
Non capì per quale motivo, ma ebbe un piccolo mancamento e chiese di poter usufruire del bagno, lasciando il biondo in compagnia dei suoi fratelli dopo aver saputo dove fosse.
Mentre percorreva il lungo corridoio, da una delle porte laterali sbucò sua madre Rei.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora