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Aveva accettato di entrare in quella villa solo perché ancora non sapeva dove fosse il biondo. Chisaki non aveva risposto a quella domanda e il sospetto che lo stesse sottoponendo a qualche tipo di violenza, continuava a persistere nella sua mente.
Giunto nel salotto, Eri aveva attirato tutta la sua attenzione, iniziando a giocare con i suoi capelli. Chisaki lo osservava attentamente seduto sul divano, mentre gli raccontava qualcosa della piccola, ringraziandolo per averla portata in ospedale e confessando che l'aveva osservato per tutto il tempo prendersene cura, aggiungendo il motivo per cui aveva preferito non avvicinarsi.
<<Sai, di solito, Eri non si affeziona così velocemente alle persone...>> pensò ad alta voce Chisaki prima di essere interrotto dal campanello.
Quando vide entrare il ragazzo, rimase allibito. Forse si era protratto un po' troppo a giocare con la piccola.
Il buio che calò nella stanza lo fece sussultare, distinto scattò vicino al biondo per proteggerlo con il suo corpo, non sapendo cosa stesse succedendo. Prese il telefono dalla tasca della felpa e inviò a Enji il messaggio che aveva preparato in caso di necessità.
Alla fine aveva ragione?
Nonostante tutte le belle parole di Overhaul e quell'apparente felicità di Eri, in realtà era cattivo?
Perché aveva aspettato così tanto per catturare entrambi?
L'unica cosa a cui doveva pensare in quel momento, era proteggere l'altro. Se non fosse stato così avventato da andare in cerca del ragazzo, potevano essere a casa Todoroki a cenare in compagnia.
Troppo tardi per i ripensamenti e i sensi colpa, gli sembrò che il tempo si fosse riavvolto a quando dovevano lottare per sopravvivere. La paura di perdere l'altro era più forte che mai, forse perché sperava davvero di esserne uscito, ma era anche molto più determinato a far uscire entrambi da quella situazione.
Quando si riaccese la luce, si trovarono imprigionati in una gabbia.
<<Che diavolo vuoi da noi?>> chiese sprezzante.
Vide Eri stretta alla gamba di Kai che si nascondeva dietro il padre, abbassando lo sguardo.
<<Avevi promesso che non gli avresti fatto nulla.>> si lamentò la piccola sull'orlo delle lacrime.


Conosceva perfettamente quella gabbia.
Ne aveva memoria, ricordi che aveva cercato di seppellire e per qualche tempo ci era anche riuscito dopo la disfatta del gruppo di Overhaul, ma ora presero nuovamente vita.
Touya era incatenato alle sbarre, mentre lui aveva solamente delle catene ai polsi.
<<Papà, lasciali stare! Non hanno fatto nulla!>>
<<Stai zitta!>> urlò l'uomo tirando un calcio alla figlia che cadde in terra.
<<Touya, non ti fidi più di me?>> sussurrò prima di venir trascinato fuori dalla gabbia.
Non voleva rivivere quelle cose, non voleva tornare nel baratro dalla quale era uscito.
Lui voleva solamente essere felice.
Prese a singhiozzare silenziosamente, inutile ribellarsi, il teaser lo immobilizzava sempre.
<<Quanto resisterai?>> domandò Chisaki legandogli i polsi ed alzandolo con ennesime catene.
<<Vediamo quanto ci impiegherai prima di scioglierti.>>
Venne spostato sopra un enorme vasca, sperò che fosse solo acqua, vista la trasparenza del liquido.
Acqua?
Sì, lo era, ma l'urlo che lanciò quando i piedi toccarono il liquido, fece iniziare ad urlare la bambina in un pianto disperato, tant'è che il padre la chiuse in un armadio dopo averla trascinata per i capelli.
Quanti gradi erano?
<<E se ci aggiungessi un po' di corrente, quanti volts servono per friggerti?>> domandò Overhaul avvicinandosi al biondo con il teaser.
Un'esplosione distrusse la porta, Chisaki fu travolto da una scarica di proiettili, ma un colpo beccò le catene facendo precipitare Keigo nella vasca.
Voleva solo essere felice.


Tutto troppo veloce, continuava ad agitarsi per liberarsi dalle catene, poi il ragazzo venne trascinato nell'altra stanza e sentì solo delle urla.
Venne liberato da Endeavor, accorso a salvare i due e gli indicò la stanza nella quale aveva visto sparire il marito.
Ci entrò nell'esatto istante in cui venne fatta esplodere, correndo verso il ragazzo appeso.
Vide quella caduta quasi al rallentatore, per un attimo ebbe paura di non fare in tempo. Con una mano riuscì ad afferrare la catena non appena Keigo toccò l'acqua, mentre con l'altra lo abbracciò e lo sollevò facendo emergere la parte di corpo finita nell'acqua bollente.
Gli svenne tra le braccia, tacendo quelle urla disperate.
Keigo venne portato d'urgenza in ospedale. Aspettò fuori dalla porta della sala operatoria che qualche medico uscisse per avere notizie, mentre un'infermiera gli bendava il braccio spalmandogli una pomata.
Dopo qualche minuto uscì un medico chiedendogli se fosse un famigliare, lo informò che le ustioni non erano particolarmente gravi, vista la rapidità con cui era stato estratto. Al termine della guarigione sarebbe rimasta solo qualche leggera cicatrice sul lato del corpo coinvolto.
Entrò nella camera in cui era stato messo l'altro, sedendosi in parte al letto e intrecciando le mani. Le bende gli coprivano un lato del viso, il braccio e la gamba. Gli spiegarono che quelle bende erano impregnate con una sostanza lenitiva e che avrebbero favorito la guarigione.
I medici aggiunsero che si sarebbe svegliato nel giro di qualche ora, le scosse elettriche ricevute con il teaser erano a basso voltaggio, quindi non ci sarebbero state ripercussioni permanenti. Per qualche settimana avrebbe dovuto stare attento al contatto con i tessuti e con le superfici, perché potevano causare fastidio, ma sarebbe guarito completamente nel giro di un paio di mesi al massimo.
Endeavor entrò nella stanza insieme al figlio, non gli disse nulla, i sensi di colpa di Touya erano evidenti sul suo viso.
<<Adesso basta figlio mio, non appena Keigo se la sentirà, andatevene di qui! Tagliate completamente con tutto il vostro passato.>> parlò con voce soffocata, mentre gli accarezzava la testa.
Rimase sveglio diverse ore, ad aspettare che il biondo aprisse gli occhi.
Fu più dura delle altre volte, perché era consapevole che quelle bende fossero colpa sua.
Eppure lui non aveva nessuna intenzione di coinvolgerlo, Touya lo aveva promesso a Keigo, perché sul letto dell'ospedale c'era lui?
Davvero aiutando gli altri si rischiava così tanto? Si deve rinunciare alla propria felicità? In questo caso non aveva intenzione di giocare alla roulette una seconda volta.
Eri, dopo essere stata visitata, venne accompagnata nella stanza dei due.
Si avvicinò cautamente a Touya e, non appena lui la guardò, scoppiò a piangere, correndo verso di lui e nascondendo il suo viso sul fianco del rosso.
<<Io non volevo, lui aveva detto che questa volta non avrebbe fatto del male alle persone che si erano prese cura di me!>> urlò tra un singhiozzo e l'altro.
Touya guardò la bambina. In un primo istante gli venne naturale riversare la colpa su di lei, ma sapeva benissimo che non era così. Finì per infilarle una mano tra i capelli, accarezzandola per calmarla.
<<Il fratellone Keigo si riprenderà?>> chiese arrampicandosi incerta su Touya, per arrivare al letto.
<<Certo! È la persona più forte che conosca. Deve solo riposarsi un po', inoltre deve farmi la ramanzina per il mio comportamento, è tutta colpa mia se adesso siamo qui, invece di essere sull'aereo diretti verso la nostra nuova casa.>> rispose Touya sull'orlo del pianto.
Si girò verso Keigo, non appena lo sentì mugugnare, e lo vide aprire debolmente gli occhi.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora