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Si svegliò in quel letto freddo: era solo. Come aveva immaginato, il biondo era andato via.
Scrisse il rapporto a Endeavor, seguì alla lettera le sue indicazioni portando la busta al fioraio. Mentre usciva dal negozietto, notò a terra un vaso di 'Non ti scordar di me', sorrise malinconico e decise di fare un giro a piedi per star lontano da casa. Si ritrovò nell'isolato dove viveva il biondo, nella postazione di quel famoso cecchino, da lì poteva osservare tutto.
Sentì qualcosa conficcarsi nel suo collo, poi divenne tutto buio.
Si svegliò perché qualcuno gli aveva gettato addosso una secchiata d'acqua gelida.
Era seduto su una sedia, senza maglia, con le mani legate dietro alla schiena.
<<Buongiorno Principessa, finalmente ci siamo svegliate.>> si trovò la testa di Tomura a qualche centimetro dal viso.
Si diede lo slancio e gli tirò testata finendo a terra, tentava di dimenarsi, ma era inutile, era un animale selvatico in trappola, gli avevano legato saldamente sia i polsi che le caviglie.
La risata sadica riempì l'aria. <<Sai Dabi, ti avevo portato qui pensando di farti un favore, sospettano che ci sia una spia nella Yakuza ed essere catturato doveva essere un modo per sviare le indagini, in fondo sospettano di uno degli uomini che hai incontrato in quel locale. Ma visto che ti comporti così... non ho scelta!>> si girò verso i suoi sottoposti.
<<Domate la tigre, qui non ci troverà nessuno! Direi che la privazione del sonno per un mesetto dovrebbe bastare per renderlo più docile, poi lo faremo tornare a casa.>>
<<Non appena sarò libero ti verrò a cercare, la pagherai cara per quello che gli hai fatto.>> ringhiò mostrando i denti.
<<Oh! Io non mi preoccuperei di lui... È stato divertente, ma non era lui il mio obiettivo. Ti svelo un segreto mio caro Dabi!>> gli si avvicinò accovacciandosi in parte. <<Sei l'unica persona che non è ancora totalmente sotto il mio controllo, vedremo di rimediare! Non vorrei mai che tu mi tradissi decidendo di passare dalla parte della Yakuza.>> terminò con una risata. Due uomini lo sollevarono, si girò riuscendo a mordere la mano di uomo, subito dopo iniziò l'inferno.


Sparito.
Volatilizzato nel nulla.
Endevoar aveva messo a soqquadro l'intera città per trovare il suo sottoposto.
Dabi si era rivelato un ottimo elemento e chiunque facesse parte della Yakuza era come membro della sua famiglia.
Inoltre uno dei suoi dirigenti sembrava essersi completamente spento.
Hawks aveva ripreso le missioni, concluse tutte egregiamente se non fosse che era lui stesso a porre fine alla vita delle vittime.
Usava quei corpi inermi come valvola di sfogo, spesso lo si sentiva ridere sadicamente.
Un pazzo, lo avrebbero definito.
Alle volte rifiutava anche qualche lavoretto semplice, delegando a qualche sottoposto, ma tutti avevano notato che i soli dorati non brillassero più.
Keigo si era chiuso al mondo, riducendosi ad un involucro vuoto che ubbidiva solamente.
Un manichino senza emozioni che si divertiva spesso a ricoprirsi di sangue delle vittime, tornando poi in quella fredda casa.
Una volta gli piaceva allungarsi sulla collina, guardare il fiorire dei ciliegi, sorridere per il vento tiepido d'inizio primavera e sonnecchiare su qualche albero.
Ora non gli interessava più.
Voleva solo chiudersi la porta alle spalle, farsi una doccia, mangiare il giusto per avere qualche energia ed addormentarsi stringendosi alla coperta che sapeva di muschio bianco.
Già, non l'aveva lavata.
Probabilmente nemmeno aveva più quel profumo, ma era l'unica cosa che forse lo teneva ancora saldo a quella vita.
Sapeva che avevano perso le sue tracce, ma dopo la cattura della spia, rivelatasi proprio quel pacioso mingherlino, di Dabi si erano perse anche le speranze che fosse ancora vivo.
Poi arrivò l'errore.
La vittima era una ragazza bionda, una tipetta fissata con le cose cruenti, tant'è che propose come uscita ad Hawks un horror al cinema.
La sentiva ridere compiaciuta durante le morti che si vedevano sulla pellicola.
Film della quale non seguì minimamente la trama: ogni viso di quegli attori veniva involontariamente sostituito da quello del corvino.
Quegli occhi glaciali quanto ancora intendevano perseguitarlo?
All'uscita dal cinema perse le tracce della ragazza e con essa anche il suo cellulare di servizio.
Merda, come aveva fatto a non accorgersene?
Endevoar non lo punì nemmeno, cancellando ogni cosa inerente al numero di cellulare.
Quel ragazzo era come un figlio per lui: vederlo ridotto in quello stato gli provocava non poco dispiacere.
Fece setacciare nuovamente la città, in ogni angolo, nella speranza di ritrovare l'anima persa di Keigo Takami.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora