Lasciò che l'altro lo lavasse senza dire una parola, si sentiva umiliato nel dover chiedere aiuto anche per farsi un bagno, ma se era Keigo a vederlo così debole, avrebbe sopportato.
Cercò di gravare sull'alto il meno possibile, ma le gambe si afflosciavano sotto il suo peso e le braccia non le controllava bene.
Si stupì di quel lieve bacio sulle labbra, in quell'unico secondo era come se fosse uscito dall'ospedale.
Il braccialetto sul polso lo tradì, segnando un aumento esponenziale del battito cardiaco con un segnale acustico.
Sorrise al biondo.
<<Grazie>> sussurrò.
Era un egoista e ipocrita, lui non voleva lasciare andare Keigo, lo sapeva benissimo. Però quell'ultimo periodo aveva messo in seria discussione la sua capacità di stargli accanto, era deluso da se stesso.
Si addormentò poco dopo, grazie a dei sonniferi.
Gli incubi sopraggiunsero potenti, così potenti da farlo svegliare nel cuore della notte.
Il primo pensiero fu di cercare il biondo.
Ancora il braccialetto al polso lo avvisò dei battiti accelerati e due infermiere accorsero per capire cosa stesse succedendo.
Non poteva avere quel che minuto per sé? Non poteva avere nemmeno gli incubi?
Non appena le infermiere uscirono rotolò in parte all'altro sperando di riposare.
Touya voleva fare le cose a modo tuo, poteva? No!
Le sue giornate erano un susseguirsi di impegni: ore 7:30 sveglia, ore 8:30 colazione, ore 9 riabilitazione con esoscheletro robotico, ore 12:00 pranzo, ore 14:00 fisioterapia intensiva, ore 18:30 cena, ore 19:30 chiudere le luci per dormire.
Inutile dire che nei giorni successivi i tentativi dei medici e degli infermieri per convincerlo a collaborare furono inutili.
Lo vedeva sempre meno a causa degli impegni per la riabilitazione, ma si concedeva ogni notte di sedersi accanto a lui e osservarlo mentre dormiva, la mano ancorata a quella del rosso.
Touya riusciva ad avere sempre meno incubi, Keigo sperava che fosse quel gesto a tranquillizzarlo e non i farmaci.
Tuttavia vedere il rosso gettare la spugna in quel modo, lentamente spense anche la sua buona volontà.
Lui ci stava provando con tutto se stesso ad aiutarlo, ma se i suoi piccoli gesti non avevano effetto, il senso di inutilità iniziò a scavare una fossa nella sua determinazione.
Quel pomeriggio per Touya arrivò l'ora della fisioterapia, suo fratello Natsuo lo guardava con sguardo serio nel letto.
<<Stai giocando a fare la vittima, fratellone. Mi avevi promesso che avresti salvato Keigo, qualunque cosa fosse successa, però il fratellino è allo stremo. A malapena mi ha sorriso appena mi ha visto e se n'è andato dalla stanza. Si può sapere cosa ti passa per la testa? Vuoi continuare a lasciarti andare senza motivo? Non posso capire come tu ti senta, ma ti arrendi così, si arrenderà anche lui e non voglio altre due croci vicino a quella di Shouto. Penso che non sia facile, ma perché non ci provi, almeno? Mamma non fa altro che piangere, Fuyumi passa il tempo in camera e la si vede solo per cena. Papà sta prendendo parte nelle ricerche di chi ti ha fatto tutto ciò. E io sono qui, che non riesco a capacitarmi dove sia finita la sua arroganza nel superare le difficoltà. Tutto si può sistemare, Touya. Basta volerlo.>>
Il ragazzo si era scontrato con un muro. Poco dopo terminò la visita andandosene senza risultati.
Keigo aveva atteso il pomeriggio successivo. Ancora non si capacitava delle sue abilità furtive, ma era riuscito ad entrare nella farmacia dell'ospedale, eludendo infermieri e telecamere.
Aveva recuperato anche dei fogli e una penna.
"Sai, Touya, io ci ho provato a sorridere, ad esserti d'aiuto, ma a quanto pare non sono abbastanza forte per darti la forza che ti serve. Spero che un giorno tu possa tornare a camminare e alla tua vita. Come prova del nostro matrimonio, ho solo una fede, ma sono spinto verso di te da sentimenti che non capisco. Purtroppo sono arrivato anch'io al limite. Non riesco più a trovare una motivazione per andare avanti. Ti lascio questo anello in ricordo del tuo compagno di stanza. Ti amo, Keigo."
Lasciò la lettera sul cuscino del ragazzo con la sua fede e si diresse in bagno, le scatole di farmaci prese dalla farmacia tra le braccia.
Era sera quando l'inserviente entrò nel bagno comune.
L'urlo che lanciò richiamò i primi medici dalla corsia: Keigo giaceva immobile per terra, in un angolo del pavimento, circondato da blister di farmaci vuoti.
Quasi all'alba, nella stanza del rosso, venne portato il biondo attaccato ad ogni sorta di macchinari.
Dopo le svariate lavande gastriche, la soluzione scelta da Koichi fu metterlo in coma farmacologico, cercando di ristabilire quel corpo debole con ogni sorta di flebo.
Nella fortuna del bottino Keigo era stato sfortunato ad aver preso anche degli integratori, evitando involontariamente che alcuni eccipienti dei farmaci lo avvelenassero.
Tuttavia Enji e Rei guardavano i due ragazzi morirgli davanti, sentendosi inutili per far qualsiasi cosa per salvarli.
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The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )
FanfictionTratto da una role AU con @YomyIsayama Capodanno. In Giappone è una comune festività in cui migliaia di famiglie attendono con impazienza l'arrivo del nuovo anno, dirigendosi con i propri cari nei templi per pregare in buon auspicio. Eppure, per un...