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Quasi fece le fusa per quelle attenzioni.
Si girò con la sedia e avvolse il corvino tra le sue braccia, appoggiando poi il viso all'altezza del suo stomaco.
<<Ti ho detto di riposare. Questo è un ordine.>>
A breve doveva coordinare un altro imbecille in uno scambio a Yokohama.
Fece un profondo respiro e si staccò dal corvino, divorando il panino con frenesia, quasi non avesse mangiato per mesi.
<<Il massimo che puoi fare è star qui a guardare. Non ho ordini o incarichi per te. Devi rimetterti in forze: un partner zombie non mi è di alcuna utilità.>>
Nascose dietro ad uno sguardo affilato la sua preoccupazione nei confronti del moro, prendendo poi a mettere in vivavoce la telefonata successiva.
Posò i piedi sul bordo della scrivania e le braccia dietro la nuca: sarebbe stato un lavoro semplice.
<<Sono arrivati, Hawks.>>
<<Bene. Dagli quel CD e il resto lascia fare a me.>>
Con un secondo telefono chiamò il tedesco interessato al file. Detestava chi si faceva i soldi con il mercato nero dei bambini: l'uomo comprava bambini dalle famiglie meno abbienti, controllando un traffico quasi alla pari della Tratta degli Schiavi. I bambini comprati non si sapeva che fine facessero: alcuni venivano resi schiavi, altri utilizzati per chissà che cosa. Il CD-ROM conteneva informazioni sulla famiglia di quest'uomo, tenere immagini della moglie e dei suoi tre figli. Endevoar gli aveva invece promesso un file con l'accesso ad una banca dati anagrafica.
Appena lo scambio avvenne, chiamò l'uomo.
<<Ehilà! Sono Hawks.>>
<<Ma tu guarda: mandi un moccioso al tuo posto?>>
<<Non avevo voglia di uscire di casa. Sono in ottima compagnia in questo momento ed interrompere questo galante appuntamento per vedere te, non rientra nei miei piani. Che ne diresti di mettere il CD-ROM e controllare? Oppure ti fidi così tanto di me che non ne hai bisogno?>>
Hawks assaporava già la reazione dell'uomo e la sua fine, leccandosi le labbra e osservando con gusto la scena dallo schermo.
Vide il tedesco intimare all'altro a prendere un portatile, mentre il suo sottoposto si mise dei tappi alle orecchie.
La reazione fu quella aspettata.
<<Cosa vuoi dalla mia famiglia. Prova a torcere a loro anche solo un capello e giuro che verrò lì ad ammazzarti.>>
La risata tetra del biondo fece venire i brividi a chiunque.
<<Il video non è ancora finito.>> disse togliendo l'audio dai dispositivi.
Gli ultimi secondi del CD-ROM furono la sua vittoria: un suono alto prese ad infastidire i presenti, vedendo poi crollare a terra le sue vittime con il sangue che scivolava dagli occhi e dalle orecchie.
Il suo sottoposto diede l'okay con un gesto e si allontanò.
Spense ogni cosa, sospirando: per quel giorno aveva finito.
<<Cosa vuoi mangiare per cena?>> domandò come se nulla fosse al corvino.


Vedere quelle scene metteva sempre più in discussione chi fossero i buoni e chi fossero i cattivi.
Da una parte c'era la polizia, un'istituzione che dovrebbe proteggere i cittadini, attuare la legge e agire secondo giustizia. Questo solo in facciata, perché in realtà nascondeva un oscuro segreto: abusavano del loro potere per torturare i criminali, la corruzione dilagava, venivano anteposti interessi personali a quelli della popolazione.
Aveva passato anni a eseguire gli ordini senza porsi troppe domande, "È necessario!" si ripeteva quando si trovava a torturare a morte le persone o ucciderle. Ma essersi trovato dall'altra parte, a subire, gli aveva fatto capire che non c'era giustizia. Era un divertimento per Tomura vedere le persone soffrire.
Dall'altra parte c'era la Yakuza, un'organizzazione criminale che andrebbe debellata, ma agiva con l'obiettivo di tenere sotto controllo altri criminali. Endeavor considerava tutti suoi sottoposti come la sua famiglia e come tali li proteggeva.
Intendiamoci, anche la Yakuza era coinvolta in speculazioni, traffico di droga e armi, estorsioni, gioco d'azzardo e sfruttamento della prostituzione, ma se paragonata alla polizia non era difficile capire chi tra le due agisse secondo chiari principi.
Allora la domanda sorgeva spontanea: esiste la giustizia? Soprattutto, cos'è?
Non era ancora giunto alla risposta corretta, sapeva solo che avrebbe usato ogni mezzo per portare quel dolce ragazzo lontano da quel mondo, doveva solo capire come.
Girò la sedia del biondo, inginocchiandosi tra le sue gambe. Alzò la maglia giusto il necessario per scoprire il basso addome iniziando a baciarlo con un po' di malizia.
Aiutandosi con le mani spostò l'elastico di pantaloni e intimo infilandoci la lingua e passando il ventre da un capo all'altro. Terminò con una lenta e provocante lappata sulla linea centrale dell'addome, dalla base del membro fino all'ombelico.
Alzò lo sguardo furbo. <<Sei proprio sicuro di non avere nessun ordine per me? Peccato!>> sospirò fintamente demoralizzato.
<<Per cena, stupiscimi! Non occorre che prepari anche il dolce, ti terrò come conclusione per deliziare le mie papille gustative. 
Oh, potremmo anche guardare un film, sempre che tu riesca a resistere fino ad allora senza chiedermi di prenderti!>> terminò ghignante, appoggiando un bacio sul nascente rigonfiamento sopra i pantaloni.
Alzò lo sguardo incatenando quello dorato e attendendo la mossa del biondo.

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora