Prevedibile, aveva già messo in conto che avrebbero potuto conoscere il suo nome e il suo viso. Questo non era un problema perché l'identità 'Dabi' era solida, aveva un lavoro, un conto bancario attivo dalla maggiore età, un appartamento usato quotidianamente senza che all'interno ci fossero tracce di contatti con la Tokkou e i due telefoni erano puliti. Dell'Ipod si era sbarazzato lanciandolo sul Sumida.
Però, non poteva più tergiversare: se aspettava sarebbe morto, se usciva di casa sarebbe morto. Avrebbe potuto cercare per tutta la casa stanze segrete, ma avrebbe impiegato troppo tempo a studiare la planimetria di quell'edificio e chissà come si accendeva all'eventuale passaggio segreto. Oppure, avrebbe potuto fabbricare una bomba e fare saltare tutto in aria, usando la confusione come diversivo per scappare... peccato che quello fosse esattamente il posto in cui avrebbe voluto trovarsi. Non aveva nessuna intenzione di scappare.
Aveva due opzioni: seguire quel ragazzo fino dal suo capo, o far venire il suo capo in quella casa.
C'erano alcuni punti che doveva risolvere: il primo, a Endeavor non serviva nessuno dei due, quindi... perché non ucciderli? Doveva trovare un motivo valido perché decidesse di lasciarli vivere, almeno il tempo necessario per motivare le sue intenzioni a entrare nella Yakuza.
Punto due: salvare le dita del biondo, l'unico modo perché potesse uscire indenne era farlo passare per una sua povera vittima... no, aspetta, perché si stava preoccupando per lui?! Il punto due è eliminabile.
Punto tre: doveva trovare una storia convincente per spiegare il motivo per cui avesse preso la valigetta e poi fosse ritornato in quella casa.
Non c'erano altri modi per uscirne, doveva far passare quella storia come una dimostrazione di forza, inscenata solo per convincerli a farlo entrare nel giro. Il biondo sarebbe uscito con qualche ammaccatura, ma sempre meglio che senza dita. Non era una grande idea minacciare la Yakuza, ma era l'unica idea che in quel momento gli fosse venuta.
<<Dammi il telefono!>> ordinò secco e imperativo, scocciato dall'autocommiserazione dell'altro. <<Organizzerò un incontro con il tuo capo in questa casa o, qualora fossi fortunato, andrò a incontrarlo fuori. Ho bisogno di sapere cosa sai di lui e pensa a un luogo in questa casa dove poter nascondere i soldi, vanno bene anche più luoghi. Se collabori forse ho trovato un modo per salvaguardare le tue dita...>>
Avrebbe inscenato una storia semplice: impiegato frustrato stufo del suo lavoro che medita da tempo di entrare in un traffico illegale per guadagnare senza lavorare. Era riuscito scoprire il contenuto della valigetta che trasportava il biondo all'aeroporto di Osaka (come? Era un punto da definire, ma i maghi non rivelano i trucchi, quindi... poteva sorvolare), ha indotto l'altro a incorrere in un errore facendoli prendere una valigia simile con all'interno un modo per contattarlo. Aspettò la sua chiamata togliendosi qualche sfizio. Giunto in quella casa le cose non erano andate secondo i pieno e il biondo aveva preso il controllo della situazione quando il capo lo aveva chiamato, ma mentre chiudeva la chiamata lo aveva tramortito. Era meglio se non lo uccidesse perché aveva nascosto i soldi quando era uscito dal Love Hotel mettendoseli addosso e aveva avvisato qualcuno del tutto, specificando l'indirizzo della casa.
Vedendo che l'altro esitava <<Se hai un piano migliore sono tutt'orecchi...>> disse in tono di sfida.Inarcò un sopracciglio a vedere la sicurezza che il corvino aveva nel suo infallibile piano.
<<Un'idea migliore, eh?>> rispose bevendo un sorso di vino e poi prendendo a rotearne il residuo nel calice.
Spostò lo sguardo sul camino: era una situazione strana, bizzarra, inverosimile.
Quel tipo gli metteva la stessa inquietudine del suo capo. Non gliene fregava assolutamente se sapesse il suo nome e cognome. Lasciava sempre una piuma rossa sul corpo del cadavere, quando poteva. Un simbolo che riconduceva subito al killer alato Hawks.
Forse poteva sembrare un semplice tirapiedi o uno dei pesci piccoli della mafia, ma non era così.
Aveva distretti interi sotto il suo controllo, quindi per Endevoar era stato strano che avesse sbagliato.
Lui non sbagliava mai.
Eppure era successo, senza trovare una spiegazione logica.
Prese il telefono ghignando in direzione del ragazzo misterioso e compose il numero.
<<Porto con me il mio ragazzo. Fagli fare il test per entrare.>>
Fingere una relazione rispondeva all'essere andato al Love Hotel e all'evitare che il suo capo scoprisse lo scambio delle valigette.
<<Fra due ore, alla base.>>
Staccò la chiamata e guardò il corvino.
<<Tutto sommato mi stai simpatico e non era la mia missione ucciderti. Vedi di non mettermi i bastoni tra le ruote. Sopravvivrai?>> domandò per poi prendere l'ennesimo sorso.
<<Hai due ore di tempo per cancellare la tua vita dalla tua mente: benvenuto alla Yakuza, Mr. Furbizia.>>
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The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )
Hayran KurguTratto da una role AU con @YomyIsayama Capodanno. In Giappone è una comune festività in cui migliaia di famiglie attendono con impazienza l'arrivo del nuovo anno, dirigendosi con i propri cari nei templi per pregare in buon auspicio. Eppure, per un...