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Lexa era seduta per terra a guardare la Luna, era strano, nessuno era ancora venuta a cercarla.
Cercò di addormentarsi per un bel po' di tempo, ma con scarsi risultati.
I suoi pensieri erano fissi su Madi e su quello che stava combinando, chissà se aveva bisogno del suo aiuto.
Si mise straiata per terra, usando la sua giacca come cuscino e richiuse gli occhi per la millesima volta, cercando di dormire. Decise di non pensare a Madi, magari pensare ad altro di più felice e tranquillo, l'avrebbe aiutata ad addormentarsi.
Pensò a prima del Praimfaya, quando tutti erano tranquilli e finalmente si addormentò.

"Mamma posso parlare anch'io con papà?" La Lexa undicenne continuava a girare intorno a Clarke, sperando di riuscire a convincerla a parlare anche lei con la radio.
"No, oggi vi porto in un posto, va a chiamari Mads" Lexa annuì, non si allontanavano spesso dalla valle e quindi le piaceva farlo.
Andò correndo verso la capanna, dove dentro c'era Madi che stava ancora dormendo.
"Madi alzati!" Lexa scosse il suo letto per farla svegliare.
"Lex ho sonno" Madi si girò dall'altra parte del letto, per non essere disturbata.
"Su alzati, oggi usciamo dalla valle" Sentendo quelle parole, Madi accennò un sorriso e si alzò di scatto.
"Datemi dieci minuti e sono pronta" Anche a lei piaceva molto uscire dalla valle.
"Sbrigati" Lexa uscì dalla capanna e si diresse verso sua madre, che stava sistemando il rover.
"Allora, dov'è che andiamo?" Chiese Lexa felice, continuando a saltellare da una parte all'altra.
"È una sorpresa" Lexa incrociò le braccia, adorava le sorprese, ma in quel momento era curiosa.
Sarebbero andati ad Arkadia? No, non credeva, ci erano già state, quindi non sarebbe stata una sorpresa e poi non le sarebbe piaciuto tornarci. Arkadia, ormai, sembrava una città fantasma, c'erano soltanto ricordi, che solo sua madre poteva vedere e ricordare.
"Dimmi almeno se è qui vicino o lontano?" Clarke rise piano, era felice che Lexa era contenta.
"Una via di mezzo" Lexa cercò di pensare a un posto bello che era a quella distanza da loro, ma non le venne in mente niente.
"Eccomi!" Madi stava andando incontro a loro correndo, per paura che se ne andassero senza di lei.
"Sempre la solita... alzarti prima no eh?" Lexa scherzò, andando sul retro del rover, per prendere posto.
"Scherzi? E poi ci ho messo solo cinque minuti a vestirmi!" Madi si mise vicino a Lexa e Clarke fece partire il rover.
"Arrivate" Dopo un'oretta di viaggio, erano finalmente arrivate a destinazione.
"Credo, è da undici anni che non vengo qui" Clarke fu la prima a scendere dal rover, seguita infine, dalle sue figlie.
"Ma... dove siamo?" Madi iniziò a camminare intorno, per capire dov'erano.
"Mads guarda" Lexa spostò un ramo e vide l'inizio di tutte le sue storie, raccontate da Clarke.
C'era una navicella, il metallo che la ricopriva era tutto bruciato e intorno c'erano, giusto poche ossa.
"È la navicella dei cento!" Urlò Madi, iniziando a correre verso di essa.
"Ma perché non ci hai mai portate prima?" Lexa aspettò la risposta, prima di correre verso la sorella.
"Per lo stesso motivo per cui vi ho portate solo l'anno scorso ad Arkadia" Il motivo Lexa lo conosceva, quei posti non erano adatti a delle bambine, soprattutto la navicella, che aveva centinaia di scheletri intorno.
Per fortuna nessuno di loro si impressionava, ma lo stesso, vedere tutte quelle ossa, non rendeva le persone molto allegre.
Lexa corse incontro alla sorella e iniziarono ad esplorare l'interno della navicella.
C'erano tutti i sedili, le cinture rosse, alcuni proiettili e altri oggetti sparsi.
"Prendi" Madi passò nella mano di Lexa un proiettile.
"Cosa ci devo fare?" Lei non capì il motivo di quel gesto, insomma, era un proiettile.
"A casa ti spiego" Madi le fece l'occhiolino e lei ridacchiò piano.
In tutto ciò, Clarke non era ancora entrata dentro, quindi Lexa uscì fuori da lì per vedere dove fosse.
La vide davanti a dei mucchi di terra, da quello che aveva capito dalle storie, dovevano essere le tombe di alcuni dei cento che erano morti prima, quando ancora non c'era il Camp Jaha.
Lexa si avvicinò lentamente a sua madre e lesse il nome sulla specie di lapide, sulla quale stava vicino.
Wells.
Non c'era il cognome, ma solo il nome. Clarke le aveva raccontato di lui, era il suo migliore amico, fin da quando erano piccoli e fu ucciso da Charlotte, una dodicenne che si suicidò subito dopo.
Lexa decise di non dire niente e di non avvicinarsi troppo, quindi dopo qualche minuto tornò dentro alla navicella.
"Trovato qualcosa?" Madi scosse la testa, speravano di trovare qualche ricordo dei cento, magari a Clarke avrebbe fatto piacere.
"Ma ti ho aspettato per salire di sopra" Indicò con la testa la scaletta che portava al piano superiore e Lexa sorrise per ringraziarla.
Il piano di sopra era uguale a quello di sotto, ma con meno sedili e un po' meno in disordine.
"Dai forza scendete che andiamo!" Le chiamò Clarke dal piano di sotto.
"Ma siamo state poco" Rispose di rimando Lexa scocciata.
"Si, ma secondo me il tempo tra poco diventa brutto, quindi dobbiamo andare" Lexa capì e fece per scendere dal piano, ma Madi la bloccò.
"Ce l'hai il proiettile?" Lexa annuì prendendolo dalla tasca, ma non capiva ancora bene perché volesse che lei tenesse quel proiettile. Alla valle ne avevano e nemmeno pochi.
"Brava" Madi abbracciò Lexa, che rimase un po' stupefatta da quel contatto improvviso, ma ricambiò l'abbraccio.
"Perché mi hai abbracciata?" Lexa si staccò dall'abbraccio, cercando di capirci di più.
"Per chiederti scusa di questo" Prima che Lexa potesse rispondere, Madi corse di sotto ed entrò nel rover, sedendosi mel posto più comodo per dormire.
"Madi!" Lexa la raggiunse ed entrò anche lei, sbuffando, nel rover.

Lexa si risvegliò, pensava che fosse già mattina, ma era ancora notte, quindi da quando si era addormentata non erano passate più di tre ore.
Ripensò al sogno, che in realtà era un ricordo, uno bello, anche se poteva non sembrare.
Si mise seduta e si toccò dietro il collo, cercando una catenina, ma non trovò niente.
Si allarmò, no, non poteva averlo perso. Toccò il collo davanti e trovò per fortuna, la collana.
Menomale, non poteva perderla.
Tirò fuori da sotto la maglietta il ciondolo e lo strinse forte a sé, anche se in realtà non era proprio un ciondolo, ma un proiettile, un proiettile dei cento.

Hey spero che il capitolo vi sia piaciuto 💓

uli

Waiting for dad ~Bellarke fanfiction~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora