37. strage

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Sachiko varcò la soglia di N-O, non salutò nessuno.

Ma Har gli si piantò davanti.

Restarono tutti e due per pochi istanti a fissarsi indecisi su come agire.

Alla fine Har si decise e lo abbracciò -mi dispiace fratello, per tua mamma-

Ma Sachiko non si mosse, per Har sembrò come abbracciare una lastra di ghiaccio.

-beh allora che facciamo adesso sempai?- sbuffò Har pregando di smuoverlo un pò.

Gli occhi di Sachiko scattarono, nella sua bocca si accennò un lieve sorriso.

"Ha un piano" pensò har.

-ora? Ora ci prepariamo ad assalire la postazione eletta ovest-

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Era stato molto difficile per Markoval non essere preoccupato, ma alla fine era stato praticamente costretto ma non poteva non ammettere che la compagnia di Sachiko, insieme alle sue risate ma anche insieme ai suoi silenzi, non gli mancasse.

Era stato estremamente doloroso sedersi nel suo banco e fissare la sedia vuota vicino a lui.

Piú che altro gli rodeva non aver potuto far niente per lui.

Ma alla fine, come era sparito all'improvviso, era ritornato. Con un paio di buchi in più sull'avambraccio.

Scattò la campanella della seconda ora e appena giunse il prof per la nuova lezione, la porta si aprí di scatto.

Una figura esile varcò la soglia della classe, lasciò la giustificazione sulla cattedra mentre tutti osservavano quei capelli corvini muoversi come se fossero una cosa rara e strana.

Sachiko si risedette nella sedia vuota -ciao Mark!- disse come se non fosse mai accaduto nulla.

-ciao Sachi- odiava fare il sentimentale quindi ricacciò indietro le lacrime di gioia.

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Durante la ricreazione i compagni gli avevano chiesto come stesse, ed era stato strano per il corvino passare un intervallo nel centro dell'attenzione. Per fortuna con la Mark sempre al suo fianco si era sentito meno a disagio. Anche Alecad e gli altri eletti erano stati con loro ma, aveva notato Mark, orail loro rapporto con Sachi era molto più freddo.

La campanella suonò salvandolo dalla timidezza.

Il resto della giornata si svolse normalmente e anche gli altri professori gli chiedettero come stava.

"Meglio grazie" continuava a ripetere, ormai aveva perso il conto di abbracci e strette di mano che aveva ricevuto, ma non era per niente vero, solo a pensare a sua madre gli faceva venir voglia di piangere e uccidere qualcuno, doveva solo aspettare e finalmente avrebbe potuto sfogarsi nella postazione ovest.

Una volta finita la scuola Lucinda gli si avvicinò.

-ehi-

-c...ciao-

-sentii..ti andrebbe di pranzare da noi?-

Era ovvio per Sachiko che non avrebbe mai dovuto aspettare ma fece finta dipensarci un pò tanto per non destare sospetti -no grazie dell'invito... ho delle cose da fare..-

-oh..ok..allora sarà per una prossima volta..ciao- e mogia ritornò da Chris che si trovava nell' altro lato della strada.

-ti ha detto di no, vero?- esclamò Chris -non mi piace dirti "te l'avevo detto" ma in questo caso....te l'avevo detto-

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La sera seguente nel covo era in corso una riunione pre-assalto

-quindi questa volta giocheremo in casa?- disse Lilit incerta.

Zed • Opal La SapienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora