27. amari ricordi

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Flashback: 13 anni fa

-papà!- urló un Chris di appena 4 anni.

-hey soldato!- rispose lui -dov'é tua sorella?-

Dalla porta entrò una lucinda cosí piccola che a stento arrivava alla maniglia della porta, saltellando sui suoi piedini tozzi raggiunse padre e fratello.

-papà dove sei stato?- chiese la piccola.

-a fare il mio lavoro, a proteggere la gente- rispose il padre.

-deve essere bellissimo fare l'eletto, proteggere la gente, combattere gli zed..- quando Christopher lo diceva i suoi occhi brillavano, stimava suo pade, per lui era il soldato piú forte e bravo del mondo, adorava il suo mestiere, fin da piccolo ai giovani eletti é insegnato la fierezza del loro futuro mestiere e a combattere i cattivi, gli zed.

-hahahah certo, ora però ora andiamo a cenare...sul treno delle coccoleeee- il papà prese i bambini per la vita e gli fece il solletico, poi se li issò in spalla e andarono in cucina.

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-AAAAAARHHH- urlò un soldato del nord a cui mancava la maggior parte della parte sinistra del corpo, doveva ringraziare il cielo, non era entrato nella postazione ma si era addossato al muro per coprite i compagni, poteva ritenersi fortunato, nessuna persona entrata nell'edificio eletto ne era uscita divisa in meno di due pezzi.

Chris si buttò tra le macerie, spostando i pezzi di quelli che una volta erano mura e persone.

In quella postazione lavorava suo padre...

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Flashback: 1 anno fa

-allora dove andiamo a fare stage?- chiese Vincent.

-non lo so mi va bene ogni città basta che siamo insieme- rispose alecad.

Lucinda pensò un attimo -che ne dite di Opal? Nostro padre ora lavora lí, postazione est cosí potremmo andare a trovarlo! E non credo sarà ritrasferito tra meno di tre anni-

-buona idea!- esclamò Chris, i suoi occhi s'illuminarono, avrebbe potuto vedere suo padre all'opera, osservare l'arte della sua lotta dal vivo.

-ci sto- rispose Vincent

-allora é deciso!- disse alecad.

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Luka prese chris di peso e lo dovette trascinare via dalle macerie. Suo fratello, distrutto e inerme, non oppose resistenza, ma non fu facile lo stesso, anche lei era distrutta, svuotata d'energia. Piangeva mentre lo trascinava, lui invece aveva gli occhi vitrei e le mani tutte graffiate con le unghie tutte spezzate e sanguinanti. Vide Max correre via ma non sapeva per cosa.

Appena furono abbastanza lontani, e lei troppo stanca per proseguire, si accasciò a terra e prese il cellulare come d'istinto, in quel momento voleva solo una persona al suo fianco. Ma non trovava il coraggio di chiamarlo.

Max era corso via per andare a casa di Sachiko, zed o non zed doveva verificare se fosse a casa, se gliel'avesse chiesto domani probabilmente gli avrebbe risposto "ero a casa ma non ho nessun testimone visto che abito da solo", madonna quanti schiaffi gli avrebbe voluto dare per quella frase.

Odiava sentir pronunciare quella frase! Non abbastanza per poterlo interrogare o per avere la sicurezza che non menti. In bilico tra verità e menzogna.

Prese un furgone vuoto e si diresse a ovest, Alec gli aveva detto dove abitava.

Trovò il condominio, sul campanello c'era scritto Tsune, entrò nell'appartamento e salí velocemente le scale, stava al numero quattro del primo piano. La porta era chiusa ma la sfondò, nella semi oscurità si vedeva un divano-letto su cui c-era una specie di fagotto, non si vedeva bene solo qualcuno, o qualcosa, rannicchiato sotto le coperte.

Zed • Opal La SapienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora