#70

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Dopo quello che era successo poco tempo prima, vi trovavate entrambi sdraiati sul letto a fissare il soffitto, lui esausto, tu ancora incapace di metabolizzare quello che era appena successo. Sono solo grata di non aver vomitato e di non essere soffocata... Pensasti. La tua testa era appoggiata sulla sua pancia, mentre eri stesa di traverso.

Ti girasti a guardare il biondo. Aveva gli occhi chiusi come se stesse dormendo, ma potevi sentire dal suo respiro che non era così. L'unico rumore a rompere il silenzio era quello delle macchine fuori, che proveniva ottavato dalla finestra chiusa.

Per qualche strano motivo, non ti trovavi né a disagio, né in imbarazzo. Vi era un'atmosfera pacifica, quasi surreale. Succedeva spesso ultimamente quando ti trovavi con lui, come se foste stati capaci di creare la vostra piccola bolla.

Leggendo storie d'amore ti aspettavi una relazione eclatante, del tipo "noi contro il mondo", invece ti rendesti conto che il mondo nemmeno c'era, eravate solo voi. E, ripensandoci, preferivi venti volte quello che avevi col biondo rispetto che quello che avevi sognato di avere con qualche divo di Hollywood.

Il ticchettio dell'orologio teneva traccia del tempo e fungeva, metaforicamente, da monito. Il tuo primo pensiero ora non era rivolto al biondo, ma alla casa davanti, nella quale avresti, a breve, rivisto i tuoi genitori. Diciamo che a causa dell'ultima visita non molto lieta, eri abbastanza tesa. Per tua fortuna, stare col biondo ti aveva aiutato a distrarti.

A fermare il fiume di pensieri, fu un suono di chiavi, seguito dal suono di un portone. Da questo rumore avevi dedotto che la madre del biondo fosse tornata.

"C'è tua madre."

Dicesti rialzandoti a sedere.

"E allora?"

Chiese sospirando pigro, non volendosi alzare.

"Dovrei andare, e poi non voglio disturbare più di tanto."

"Rimani a cena."

Disse aggrappandosi al lembo della tua maglietta.

"Ti ho già detto che non posso."

Dicesti prendendogli la mano e tirandolo su con fatica. Ti lanciò uno sguardo implorante.

"Domani sera rimango. Promesso."

Dicesti, sapendo benissimo che i tuoi genitori sarebbero stati a lavoro fino a tardi. Il ragazzo sorrise vittorioso. Ti fermasti a pensare a quanto foste cambiati, lui soprattutto, visto che inizialmente si rifiutava anche solo di rivolgerti la parola

"Che hai da fissare?"

Chiese notando il tuo sguardo su di lui.

"Niente niente."

Dicesti ridendo. Il biondo ti guardò confuso, probabilmente non si rendeva nemmeno conto dell'enorme cambiamento che aveva avuto.

Ti girasti verso la porta della camera, pronta ad uscire, ma qualcosa te lo impedì. Due mani sui tuoi fianchi ti tirarono indietro, costringendoti ad aderire al petto del ragazzo, che aveva già avvolto le braccia attorno alla tua vita. Ridesti piano.

"Stai fermo!"

Esclamasti fra una risata e l'altra, notando che aveva affondato il suo viso nell'incavo del tuo collo, provocandoti un leggero solletico. Morse giocosamente la pelle, facendoti ridere ancora di più, e, mentre cercavi di allontanarti e dimenarti, ti sentivi a volte sollevare, a volte schiacciata dal peso del biondo. Iniziò così una specie di battaglia, dove tu cercavi di scappare e lui ti sballottava per mezza camera, poiché la sua massa muscolare era notevolmente maggiore.

Questo vostro momento di gioco finì presto, interrotto dal suono della porta che si apriva. In quel momento, vi congelaste. Sulla soglia della porta, c'era sua madre, con in mano dei piatti con della frutta. Vi fissò per un paio di secondi, poi si richiuse la porta alle spalle.

A ciò vi seguirono circa cinque secondi di immobilità, durante i quali cercavate ancora di metabolizzare ciò che era appena successo. I vostri sguardi si incirciarono e, dopo meno di 0.2 secondi, scoppiaste fragorosamente a ridere.

"Tregua?"

Chiedesti liberandoti dalla presa del biondo.

"Tregua."

Disse lui ridendo.

"Sarà meglio scendere, prima che tua madre chiami la polizia per assalto."

Dicesti ridendo. Ti sistemasti al meglio i capelli, che erano, dopo la confusione di prima, diventati molto simili a un nido. Scendeste le scale ed arrivaste in cucina, dove la donna stava ripulendo un tagliere, sopra il quale aveva probabilmente affettato la frutta.

Tossisti, annunciando la tua presenza. La madre si girò, e, come ti vide, si illuminò un poco. Sì diresse verso il figlio col piatto della frutta e gli offrì un pezzo di mela, che rifiutò. La vedesti afferrare il mal capitato per le orecchie finché non aprì la bocca, dentro la quale la donna infilò due o tre pezzetti di frutta. Non sapevi grazie a quale forza di fina fosti capace di trattenere le risate.

"Sono le 18:30. Vuoi rimanere per un tè?"

Chiese emozionata. Eri felice del fatto che non avesse menzionato quello che aveva appena visto, ma eri allo stesso tempo dispiaciuta, poiché non potevi accettare, ma il problema non si pose, visto che prima che tu potessi dire anche solo la minima cosa, il biondo prese parola.

"T/n deve andare, l'ho tenuta anche troppo."

Disse poggiando delicatamente una mano dietro alla tua schiena e facendoti segno di cogliere l'occasione e uscire.

"Grazie mille dell'ospitalità e della gentilezza."

Dicesti inchinandoti leggermente.

"Non ti preoccupare. Sei sicura di non voler rimanere a cena?"

Ancora una volta, prima che tu potessi dire qualcosa, il biondo parlò al posto tuo.

"Verrà domani."

La donna ti guardò, come per cercare una conferma.

"Sì, i miei sono in città solo stasera e poi non avrò più l'occasione di vederli."

La madre sorrise e vedesti chiaramente il biondo trasalire. Non era una bugia la tua, tuttavia di certo non avevi rifiutato l'invito perché ti mancavano i tuoi genitori.

"Va bene, allora a domani t/n."

Sorridesti educatamente e ti dirigesti verso la porta.

"Ricordati l'appuntamento."

Disse appena uscì dalla porta il biondo.

"Che appuntamento?"

Chiedesti confusa.

"Quello di domani."

"Domani non ho un appuntamento."

Affermasti, ancora più in confusione.

"Ora lo hai. Ti passo a prendere alle cinque e poi ceniamo qui. Vestiti normalmente."

Disse, cercando di nascondere un sorriso. Arrossisti piano e ti mordesti le labbra per non ridere, fallendo miseramente.

"Va bene, a domani."

Dicesti intrecciando le vostre mani e poggiando velocemente la tua bocca sulla sua.

"A domani."

Rispose. Ti allontanasti allungando teatralmente la mano verso di lui, come se ti stessero trascinando via. Il biondo salutò ridendo con la mano, ed entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Entrasti nel vialetto di casa e sorcasti la soglia d'ingresso. Appoggiasti il telefono e sospirasti, pensando alla serata che ti avrebbe a breve atteso. Sarà una lunga cena... Pensasti, strascicando al "u" di lunga.

Spazio autrice

Provo a indovinare il vostro segno zodiacale basandomi su nome/pfp e vibe che mi date, con 0 conoscenze astrologiche.

Commentate qui se volete che ci provi->

HAHHAHAHAHAH

Bora~bakugokatsukixreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora