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Andasti a trovare Ochako insieme al ragazzo dai capelli verdi. Non sembrava molto triste, anche se in profondo sapevi che era distrutta.

"S-sai, c'è un ristorante di ramen magnifico qui vicino..." incominciasti.
"offro io- guardasti il ragazzo dai capelli verdi -naturalmente anche tu sei invitato!"

Sorridesti e lui fece lo stesso.

"Domani alle 14?"

Tu e la ragazza dalle guance rosa sorrideste e annuiste all'unisono. Poi lei ti guardò.

"Grazie."

Tu sorridesti amorevolmente, dicendo.

"Su, andiamo, avrà un milione di chiamate perse dai suoi genitori, non facciamole perdere altro tempo."

Lasciasti andare avanti il lentigginoso, aspettando da fuori della porta.

La sentisti alzare il telefono e rispondere. Non era un telefono moderno, anzi, era parecchio vecchio. La sua famiglia non doveva avere molti soldi.

La sentisti piangere e attaccare.
Bussasti.
La sentisti sobbalzare e coprirsi gli occhi.

"Non vergognarti di piangere, anch'io lo faccio a volte."

Dicesti sorridendo, non eri mai stata brava a consolare, ma lei ti rivolse uno sguardo sorridente, nonostante avesse ancora le lacrime agli occhi.

Ti avvicinasti e le accarezzasti la testa.

"Sei stata brava oggi, ma lo sarai ancora di più domani, quindi non ti abbattere e continua ad andare avanti."

Poggiò la testa sulla tua spalla, scese qualche lacrima, forse una era anche tua.

Non eri una ragazza particolarmente dolce o affettuosa, ma di certo non ti piaceva veder stare male gli altri.

Ti ricordasti di aver promesso al biondo di guardarlo, così ti avviasti sugli spalti.

Una ragazza dai capelli corvini era seduta da sola, così ti avvicinasti.

"Ciao, posso sedermi?"

Arrossò un po', ma tentò di non fartelo vedere.

"Certo t/c."

Come sapeva il mio cognome?

Fu probabilmente quello che ti chiedesti, non ricordandoti di esserti presentata.

"Chiamami t/n. Scusa, ma ho un vuoto di memoria, come ti chiami?"

"Kyouka, Jiro Kyouka."

"Io sono Mina Ashido. Piacere!"

Chi te l'ha chiesto?

Sorridesti. "T/n."

Spostasti gli occhi sull'arena, il ragazzo di cui non ti ricordavi il nome e il biondo stavano entrando, ma tu eri più concentrata sul venditore di cibo.

Stavi trattando per una specie di snack americano.

"Quindi mi sta dicendo che se ne ordino cinque ne pago solo quattro?"

"Sì signorina."

"E se ne prendo dieci ne pago sette?"

"Sì signorina."

"Ne prendo venti."

Il venditire sembrò sconvolto, ma ti mostrò un sorriso a trentadue denti.

Bora~bakugokatsukixreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora