#108

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Ti fece indietreggiare, fino a farti poggiare la schiena alla parete. Inspirasti.

La sua mano si fece strada sotto la tua maglia, accarezzando la pelle, provocandoti vari brividi di piacere.

La sua mano salì, fino ad arrivare al tuo seno. Una volta notata l'assenza del reggiseno, si fermò un attimo.

Bloccasti il flusso dei suoi pensieri prendendogli la mano ferma a mezz'aria, e riportandola sul tuo petto. Lo sentisti irrigidirsi contro le tue labbra, poi sorrise lievemente. La tua maglia volò via. Oh no! Che dispiacere! Pensasti sarcastica.

Mentre le vostre labbra danzavano armoniosamente, appoggiasti la mano sul suo ventre. Al tatto i suoi addominali erano... solidi.

Ti sollevò in braccio, mettendo le tue gambe intorno alla sua vita e le tue braccia attorno al suo collo. Sorreggendoti contro al muro col torso poteva muoversi quasi del tutto liberamente.

Appoggiò le labbra sul tuo collo, lasciando una scia di baci umidi che portavano alla tua clavicola. Il tuo petto, completamente nudo, fatta eccezione per la collana, sussultò.

Ogni volta che gemevi minimamente sentivi una risata soffocata contro di te, come se fosse fiero di ciò che era successo, come per dire "guarda, questo l'ho fatto io, è merito mio, sono bravissimo".

Affondasti una mano nei suoi capelli. Appena lavati erano ancora più morbidi, come se stessi accarezzando una pelliccia.

Dal muro ti spostò sul letto, altrimenti avresti rischiato di svegliarti col mal di schiena, oltre che al mal di gambe.

Si fermò un attimo a osservarti, facendoti sentire in soggezione. Evitasti i suoi occhi, per paura di arrossire (come se non fossi già abbastanza rossa).

Passò una mano sulla tua guancia.

"Sembri a disagio."

Commentò schietto.

"Tu dici?"

Rispondesti ironica. Curvò gli angoli della bocca e ti baciò lievemente la guancia.

"Cos'è, solo a te è permesso di guardare?"

Sussurrò contro al tuo orecchio. Paura di arrossire troppo? Non c'è problema. Avevi già raggiunto il bordeaux.

Non rispondesti, ancora mezza paralizzata. Tornò sul tuo collo, dove lasciò pazientemente le sue tracce. Ormai i perenni segni violacei presero posto sulla tua pelle.

Neanche il correttore sarebbe stato capace di cancellarli completamente, e la scusa del "mi sono bruciata con la piastra per capelli" era già stata usata fin troppe volte per essere credibile.

Promemoria per me stessa: compra altri cerotti. Ti segnasti mentalmente.

"A cosa stai pensando?"

Chiese, mentre continuava a succhiare il tuo collo. Quella domanda ti riportò alla realtà.

"A tutte le cose che potremmo fare nei prossimi dieci minuti."

Rispondesti. Si frenò dal dire che sembrava stessi pensando alla lista della spesa.

"Tipo?"

Chiese alzando la testa, genuinamente curioso.

"Sorprendimi."

Sorrise, come se avesse appena ricevuto una sfida. In realtà, stavi solo cercando di non far capire quanto fossi facilmente distraibile.

Un indumento cadde sul pavimento. I suoi pantaloni. Abbassasti lo sguardo, per accertartene.

"I miei occhi sono qua su."

Bora~bakugokatsukixreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora