#105

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"Tutto bene? Sembra tu abbia visto un fantasma."

"Ugh."

Dicesti appoggiando teatralmente la testa sulla spalla del biondo.

"Non posso parlarne, informazione confidenziale."

Spiegasti, prima che facesse altre domande.

"Vuoi qualcosa per cena?"

"No. Voglio solo andare a letto."

"Almeno vai a farti una doccia prima. Puzzi di sudore."

"Ti sto trasmettendo i miei feromoni."

Rispondesti sorridendo, con la forza di alzarti pari a zero.

"Non li voglio i tuoi feromoni."

"Più per me."

"Vai a lavarti."

Disse spingendosi nel bagno, con una delicatezza degna del suo nome.

"Non puzzo così tanto."

Sussurrasti a te stessa, poi andasti ad annusare la maglia e, quando rischiasti di perdere i sensi, non potesti fare altro che dare ragione al biondo.

Apristi l'acqua. Aspettasti si riscaldasse ed entrasti, dopo esserti spogliata. Il tepore dell'acqua sembrava in grado di sciogliere i tuoi muscoli. Presto tutte le tue preoccupazioni vennero lavate via, elevandosi su una nuvola di vapore, portate via dal calore.

Eppure, lo sguardo di quella bambina ti era rimasto impresso. Non eri una fan dei bambini, anzi, c'era un motivo se non ti eri mai azzardata a fare la babysitter; però il suo sguardo ti strinse il cuore. Non era lo sguardo di una bambina, no, era lo sguardo di un adulto. Questa consapevolezza era la causa del tuo malessere, e non poterne parlare col biondo era la cosa peggiore.

Il suo sguardo non aveva nulla di infantile, il suo corpo era esile e minuto, come quello dei suoi coetanei, ma il suo viso era esausto, e nei suoi occhi non vi era la minima scintilla.

Non sapevi se le guance ti si erano bagnate a causa delle lacrime o a causa dell'acqua, ma come sentisti il sapore salino in bocca, conoscesti la risposta.

Lei era lì, da sola, a soffrire chissà cosa, a sperare di essere salvata, e tu eri in doccia, con tutti i comfort del mondo, incapace di tenderle una mano, incapace di fare nulla.

Ti accucciasti a terra, incapace di restare in piedi, e iniziasti a singhiozzare più silenziosamente possibile.

Sir Nighteye si starà adoperando. Rialzati t/n, non è compito tuo salvarla. Ti rialzasti veramente, nonostante non credessi a una singola parola di tutto ciò. Si stava davvero adoperando per salvare la bambina? Oppure stava solo cercando di smantellare l'organizzazione criminale? Ha già prove per agire? Chi mi garantisce che a causa del nostro ritardo lei non possa essere già morta? Ti battesti le mani sulle guance. Basta pensare negativo, melodrammatica! Ti auto-rimproverasti.

Scacciare quei pensieri dalla testa era difficile, ma sforzandoti potevi fingere che andasse tutto bene, e che alla fine non era compito tuo salvarla. Non ho mai voluto essere un Hero, dannazione! Ti lamentasti.

Qualcuno bussò alla porta del bagno.

"Tutto bene?"

"Sì, tutto bene, ora esco!"

Gridasti di rimando. Quanto tempo avevi passato in doccia? Non lo sapevi, però la bolletta dell'acqua della UA l'avrebbe saputo sicuramente. Uscisti velocemente, avvolgendo un asciugamano intorno a te, come se fosse un abito.

Ti specchiasti nel vetro, fingendo di essere una principessa. Facesti una giravolta, poi un inchino profondo, con tanto di ampia gestualità delle mani.

"Che stai facendo?"

Chiese il biondo, cercando di trattenere una risata (fallendo miseramente).

"N-Niente! E... E poi, non sai che si deve bussare prima di entrare? E se mi avessi visto nuda?"

"Non sarebbe certo la prima volta."

Il rossore delle tue guance raggiunse livelli astronomici. Ti guardò dall'alto in basso, e stringesti con forza l'asciugamano al petto, come se fosse il tuo scudo.

"A questo proposito..."

Disse avvicinandosi pericolosamente.

"Allontanati, pervertito. Ho un -prendesti il primo oggetto che ti capitò davanti- ho uno spazzolino e non ho paura di usarlo!"

Minacciasti.

"Oh no. Uno spazzolino. Cosa ne sarà di me!"

Disse il tutto piattamente, avvicinandosi ancora di più. Cinse la tua vita con la sua mano, facendo quasi aderire i vostri corpi, separati solo dallo spazzolino. Le sue labbra si curvarono leggermente all'insù, come si piegarono per unirsi alle tue, cosa che gli lasciasti fare senza troppe proteste. Sorridesti involontariamente. Stargli vicino era come un'iniezione di dopamina, serotonina e qualunque altra cosa che finisse in -ina.

Cocaina

"Metti giù lo spazzolino."

Disse contro il tuo viso.

"E restare indifesa? Mai."

Ridesti piano.

"L'hai voluto tu."

"Cosa-"

Ti prese sulle spalle come se fossi un sacco di patate, facendo cadere lo spazzolino a terra e uscendo dal bagno, dirigendosi sul letto.

Ti poggiò con "grazia", lanciandosi subito sul tuo collo, come se fosse un vampiro. Prego conte Dracula, faccia pure. Pensasti alzando gli occhi al cielo.

Ti faceva felice sapere che cercava di distrarti, ma rischiare di finire su "Forum" in quanto più giovane pro Hero incinta non era il tuo sogno ideale, quindi prima di lanciarti in azioni osé decidesti di agire razionalmente.

Riportasti le sue labbra sulle tue e, nel modo più romantico possibile, gli sussurrasti "Puoi asciugarmi i capelli, per favore?".

Il suo sguardo era un misto fra confusione, imbarazzo e impassività.

"Dopo finiamo."

"Promesso."

Sorridesti contenta, incrociando le dita davanti ai suoi occhi, solo per provocarlo.

"Razza di-"

"Vieni, se sono bagnati per troppo tempo rischia di venirmi il mal di testa."

Sorprendentemente si alzò per asciugarli, obbediente. Cosa ho fatto per meritarlo... Chiedesti al cielo.

Tirò fuori il phon, infilò la spina nella presa e lo accese, facendoti cenno di sederti. Non te lo saresti mai aspettata, ma riusciva ad asciugarli meglio di come lo facevi tu. Se non avesse le qualità necessarie per sfondare come pro Hero, sarebbe decisamente potuto essere un parrucchiere.

"Ti ho mai detto quanto ti voglia bene?"

"Falsa."

Gli facesti la linguaccia, alla quale ti rispose con uno dei suoi sguardi "d'amore", capaci di incenerire ogni essere vivente nel raggio di 20 km.

Il calore colpì i tuoi capelli, riscaldandoti. Ti lasciasti trasportare dal suono del phon e dal calore, che ti arrossava le guance. Chiudesti gli occhi, e per la prima volta in quella sera ti sentisti in pace, lontana dalla bambina, lontana da tuo padre, lontana dai tuoi doveri, lontana da tutto; chiusa nella vostra bolla, dove solo voi due esistevate.


Spazio autrice

Bakugo è proprio husband material

Bora~bakugokatsukixreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora