76.

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Draco

So che ci è rimasta male e magari adesso è ancora lì a rimuginare su ciò che appena successo. Ma cosa si aspettava che facessi? Non potevo restare lì ad ascoltare mentre mi parlava della sua vita, che non includeva noi due. Fa ancora male.

Butto giù l'alcool che avevo nel bicchiere e mi dirigo verso il mio tavolo. A breve dovrebbe iniziare la cena.

-Ehi, dove sei stato? – mi chiede la mia accompagnatrice mentre mi siedo.

-Ero andato a fare un giro della casa-

-Potevi dirmelo- mi dice rabbuiandosi.

-Stavi parlando con le tue vecchie amiche, non volevo disturbarti-

-Già, tu non mi disturbi mai- dice sottovoce. Decido di non risponderle, non voglio litigare ancora. Ne ho abbastanza per stasera.

-C'è anche tua sorella? – le chiedo.

-Sì-

-Vado a parlarle, non ci vediamo da anni. Vuoi venire? – dico alzandomi nuovamente.

-No, aspetto qui-

Giro tutta la sala in cerca di una chioma bionda, ma non ce n'è traccia. Esausto vado di nuovo al tavolo dei drink per bere qualcos'altro. Non credo di riuscire ad arrivare a fine serata senza ubriacarmi. Questo è troppo per me. Mi sembra di essere tornato ai tempi di Hogwarts. L'unica cosa che manca è lei. Sorrido ripensando ad uno dei tanti momenti passati in camera sua, a non fare assolutamente sulla di produttivo. Ma anche stare seduto a guardarla per ore mi rendeva felice.

Butto giù un altro bicchiere quando sento delle mani posarsi sulle mie spalle.

-Greengrass- le dico abbracciandola.

-Non ti ricordavo così affettuoso, Malfoy-

-Non lo sono. Ho bevuto e ho rivisto la mia ex con un altro-

-COSA? –

-Sei stata via troppo tempo Daphne, è una storia lunga-

-La conosco la storia-

-Scusami? – le chiedo confuso.

-Tutte le lettere che mi hai mandato in questi anni, le ho lette-

-Ma non mi hai mai risposto-

-Non potevo Draco. I miei genitori erano dei mangiamorte e mi avevano obbligato a diventare come loro. Sono scappata e se avessi fatto anche il minimo errore mi avrebbero trovata. Mi dispiace essere sparita per così tanto tempo-

-La guerra è finita due anni fa-

-Lo so, ma ero ancora incerta. Non ero sicura che Lui fosse morto davvero e non potevo rischiare-

-Mh, farò finta di berla-

-Ora che ci penso, mi spieghi che ci fai qui? – aggiungo.

-Mi ha invitata Ginevra-

-Non ricordavo foste amiche-

-Non ci siamo mai conosciute davvero, ma al tempo ero la migliore amica della sua migliore amica. In un modo o nell'altro si è creato un rapporto-

-Già, ma ora lei sta con il tuo ex-

-Lo so e ne sono felice. Blaise merita una donna come lei-

-Hai qualcun altro- le dico sorridendo.

-No- dice subito.

-Non era una domanda-

-Che palle che sei- sbuffa mentre io scoppio a ridere.

-Sai lei dov'è? – mi chiede incerta.

-Guarda in giro-

-Mi dispiace doverlo chiedere a te, ma sai, non ci parliamo da quattro anni. Le devo molto-

-Lo so, Daph. Va da lei-

La guardo mentre corre via. Sembra che non sia l'unico a cercare lei tra la folla.

Vado di nuovo al mio tavolo, dove ad aspettarmi triste c'è la mia ragazza.

-L'hai trovata? – mi chiede.

-Sì- le sorrido.

Io e Astoria non abbiamo mai avuto un bel rapporto. Le nostre famiglie sono sempre state insieme, ma quando ero con loro l'unica a cui prestavo attenzione era Daphne. È stata la mia unica amica, e negli anni il nostro rapporto non è mai cambiato. Adesso le nostre famiglie sono sull'orlo del fallimento e hanno spinto sia me che Astoria a farci conoscere. Credo che vogliano che ci sposiamo.

Non la amo, ma sono sicuro che lei lo sappia. Le voglio bene, in questi mesi ci siamo conosciuti e ammetto di essermi affezionato. Proprio per questo non voglio che soffra. Cerco sempre di trattarla bene, di renderla felice, ma so che questo non accadrà. Merita di più di un uomo come me. Vorrei che incontrasse qualcuno che possa amarla e che possa darle qualcosa in più rispetto a ciò che posso e che voglio darle io.

Ha sempre saputo di me e Alessia, la nostra è una storia conosciuta. Lo è sempre stata. Il donnaiolo che si innamora della brava ragazza, è risaputa. Sa che io amo ancora lei, e che probabilmente lo farò per sempre. Perciò si accontenta, ma non dovrebbe. Lo so io e lo sa anche lei.

-Scusami- mi chiede titubante, una terza persona che non conosco –per caso sai dov'è Alessia? –

-Come scusa? – gli chiedo mentre mi giro per provare a capire chi sia.

-L'ultima volta che l'ho vista era con te-

-Ah, tu sei il suo ragazzo-

-Già. Marcus piacere- mi dice allungando la mano.

-Non l'ho vista- dico, quasi innervosito. Borbotta qualcosa sottovoce e se ne va.

È davvero rimasta lì su per tutto questo tempo, da sola? Inizio a guardarmi intorno preoccupato ma poi la vedo, e ciò che rimane è solo un vuoto all'altezza dello stomaco.

Ha l'aria triste. Ha pianto. Si sta toccando le dita e quando fa così vuol dire che è nervosa, e che ha appena smesso di piangere ma non vuole che gli altri lo notino.

Infondo in tutto questo tempo non è cambiato nulla. È sempre la stessa Lexi che ho conosciuto quasi dieci anni fa. Ed è triste e bello contemporaneamente. È bello sapere che nulla di quello che le è successo è riuscito a cambiarla; dimostra quanto lei sia forte. Ma è anche triste sapere che è ancora la mia Lexi, ma non è più mia.

È triste sapere che adesso c'è qualcun altro che la rende felice, che la guarda leggere, che si accerti che abbia mangiato, che le asciughi le lacrime, che le ricordi quanto sia forte, che le ricordi di portare dietro una giacca per evitare che senta freddo.

È triste pensare che lei stia rivivendo il nostro amore, con qualcun altro.

At the end, it's him and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora