30. TAPPATI LA BOCCA

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"Mi sei mancato da morire, Eren." Levi mi sussurrò all'orecchio, scuotendomi la schiena con un brivido caldo mentre le sue mani strisciavano da dietro fino alle mie anche. Mi baciò lentamente il collo, fermandosi volutamente sulla pelle bollente. Sussultai alle sue carezze lascive e gli feci spazio per muoversi liberamente, inclinando la testa di lato. Mi baciava ad una lentezza straziante, torturandomi dolcemente con le dita che giocavano con il bordo dei miei pantaloni. Sussultai di nuovo e risi nervosamente attraverso il naso. Decisi che ne avevo abbastanza di farmi sedurre e gli afferrai le mani per portarle in mezzo alle gambe. Le sue dita fredde si avvilupparono istintivamente intorno alla mia erezione ed io mi spinsi con il bacino contro alla sua. Sobbalzai quando i suoi polpastrelli mi accarezzarono la punta attraverso al stoffa di cotone. Mi spinsi all'indietro, schiantandomi sulle sue anche e Levi sibilò aspramente. "Cazzo." realizzai cos'avevo fatto e anziché fermarmi, iniziai a strusciare deciso il sedere sul membro turgido del corvino. "Ah!" gemette forte ai miei glutei che inveivano sulla sua virilità e iniziò a vezzeggiare la mia con pompate energiche. Fu in quel momento che decisi di provare qualcosa di nuovo. Mi girai, facendo scontrare le nostre labbra. Gli infilai la lingua in bocca ed esplorando avido la sua cavità orale lo spinsi all'indietro finché non toccammo il letto. Levi cadde con la schiena sul materasso. Il petto scosso dagli ansimi mentre io mi leccavo le labbra per catturare il suo dolce sapore. Quando mi slacciai la zip dei pantaloni, Levi mi mise un freno. Piazzò il palmo aperto davanti al mio viso e si sollevò sull'avambraccio per guardarmi. Il volto serio e concentrato. "Eren, per caso hai intenzione di fottermi?" ghiacciai. Non mi aspettavo che me lo chiedesse. Sentire le mie intenzioni esposte così ad alta voce mi diede da pensare. Forse avrei potuto sviarla e chiedere semplicemente un pompino.

"Io... Non... Non saprei come fare." ammisi, mormorando a bassa voce e scuotendo la testa. Mi morsi il labbro in evidente difficoltà e timoroso che Levi si fosse in qualche modo irritato. Si avvicinò a me. Il fiato caldo sul mio viso mentre bisbigliò. "Potrei stare io sopra." suggerì seducente. Una schiera di brividi pungenti mi trapassò ogni poro al pensiero di Levi che mi cavalcava. "Lo prendo come un sì?" mi incalzò. Non mi ero accorto che stavo praticamente sbavando alla sua proposta. Annuii avventatamente, guardandolo negli occhi scuri di desiderio. Mi afferrò saldamente e ci fece ruotare per mettersi sopra. Strisciò giù dalle mie gambe solo per sfilarmi i pantaloni. Mentre la stoffa sfilava la mia pelle febbricitante mi tolsi la maglietta, appena in tempo per vedere Levi denudarsi in egual modo. Mi persi nella bellezza del suo corpo. Bruciai con lo sguardo avido quella scultura marmorea che se ne stava lì a guardarmi come se fossi l'unica persona sulla faccia della Terra. Ripresi a respirare quando Levi si fece di nuovo strada su di me, guardandomi. Allungai alla sua bocca tre delle mie dita, aspettando di sentire la sua lingua succhiarle e ricoprirle di saliva. Levi le scostò gentilmente, accarezzandomi la guancia. "Non voglio che mi prepari, Eren." sussurrò. Gemetti al pensiero di entrargli dentro a secco, a quanto potesse far male, ma anche il dolore sarebbe stato pura estasi con Levi. Con il mio sospiro di incoraggiamento, Levi allargò le gambe e iniziò a scendere su di me.

"Ah! Levi!" ansimai alla pressione del suo corpo sulla punta del mio pene, ma Levi non ci fece caso, chiaramente perso nel dolore. Strinse i denti e si spinse più a fondo su di me. Non riuscivo ad averne abbastanza delle sue pareti strette che si stringevano intorno al mio membro dolente. "Cristo."

"E- Eren, Ba-bacia-mi. Ah-ah." Levi implorò. La voce spezzata dal dolore della penetrazione. Mi sedetti per quanto mi fu possibile e lo baciai. Levi mi ficcò la lingua in bocca prima ancora che potessi prepararmi. Gli succhiai la lingua, facendolo gemere forte nella mia bocca. Iniziò a muoversi su e giù sulla mia erezione, stimolando ogni nervo sensibile con l'anello di muscoli che si dilatava ad ogni affondo. Gli artigliai le anche, scavando la pelle morbida con le dita bramose e mi spinsi dentro di lui in cerca di più frizione. "Lì, proprio lì, Eren. Così." Levi gemette forte, quasi urlando. La bocca completamente aperta e le sopracciglia piegate gli davano un'espressione quasi sofferente. Ma dal modo in cui mi artigliava le spalle e aumentava il ritmo dei suoi colpi su di me era evidente che fosse vicino all'orgasmo. "Scopami, Eren. Scopami, ti prego!" supplicò. Non l'avevo mai sentito con la voce così alta e implorante, priva del solito tono mascolino e dominante. Era il suono più arrapante che avessi mai sentito. Gli strinsi forte il pene, beandomi di un altro dei suoi sospiri incontrollati e incrementai le stoccate sulla sua prostata, ingoiando interi respiri per accompagnare i suoi ansimi eccitati con i miei. Serrai gli occhi e catturai le sue labbra, baciandolo ancora e ancora mente lo scopavo sempre più forte. Potevo sentire il mio pene gonfiarsi dentro di lui per prepararsi ed esplodere. I muscoli di Levi si attanagliarono intorno a me e le mie palpebre schizzarono alle stelle.

Roteai gli occhi nella stanza completamente buia. Il mio respiro pesante e sconvolto era l'unico rumore in tutta la camera. Persino la notte fuori era silenziosa mentre con la mano tastavo il letto in cerca di Levi e mi rendevo terribilmente conto di essere da solo. L'orologio sul comodino segnava brutalmente le quattro e quarantadue. Grugnii e mi girai, scendendo di malavoglia dal letto. Maledissi senza mezzi termini la mia mente malata che aveva deciso di farmi venire un'erezione con un sogno erotico proprio mentre Levi non c'era.

Raggiunsi il bagno dopo essermi assicurato che nessuno dello Staff fosse ancora in giro per il corridoio. Sarebbe stato imbarazzante spiegare il problema nei pantaloni e, cosa ancora più importante, non era il caso di perdere tempo. MI sentivo pericolosamente vicino all' orgasmo. Mi bastarono un paio di colpo decisi e un pensiero avido sul volto di Levi ansimante ed eccitato per liberarmi del tutto. Ripulii ogni traccia e, svuotato, me ne tornai in camera. Mentre passavo davanti alle docce, sentii distintamente ansimi di piacere provenire da una delle cabine chiuse. Riconobbi senza sforzo le voci e mi affrettai ad uscire da lì. Nonostante i passi svelti però, nulla i impedii di sentire Marco ansimare il nome di Jean. Scossi la testa, scocciato nel ripensare a quando proprio loro avevano rimproverato me e a Levi di fare troppo rumore durante le nostre sveltine.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora