13. CONFESSIONI

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Restare in silenzio fu più difficile del previsto. Morivo dalla voglia di parlare con Levi. Non che avessi nulla in particolare di cui discutere. Volevo solo sentire la sua voce. La tentai e scivolai vicino a lui per chiedergli quanto mancasse alla cena.

"Ti sei appena guadagnato un'altra ora, Jaeger." Annie mi aggredì. Ruggii sonoramente, trasmettendogli tutta la mia frustrazione. "Per caso vuoi allungare a due?" mi sfidò. A quel punto fui costretto a restare in silenzio, limitandomi a fissare i suoi occhi vitrei. "Come pensavo." Dieci minuti dopo gli altri tre furono sollevati dalla punizione. Levi mi guardò. Un'emozione indecifrabile passò negli occhi vigili. Annie ci concesse il diritto di tornare nelle nostre stanze dopo che l'ora fu terminata, almeno per i miei compagni, così io e Levi ci alzammo e ci dirigemmo in silenzio fino in camera. Mi sedetti sul letto mentre Levi prese posto sul pavimento, di fronte a me, scrutandomi con gli occhi tempestosi che avevano l'assurdo potere di farmi sentire debole e indifeso.

"Cosa ti affligge?" Levi mi chiese calmo. La sua voce si sciolse nelle orecchie come una dolce, delicata melodia.

"Parlami," bisbigliai, attento a non farmi beccare mentre infrangevo la regola. "Non mi importa di cosa. Voglio solo sentire la tua voce."

"O-okay. Uh beh, la cena è tra mezz'ora, per rispondere alla tua domanda di prima." Annuii. "E... non avevo visto Jean e Marco arrivare." annuii ancora. "E i miei anfibi sono sporchi di fango e fa abbastanza schifo. Ci sono così tanti parassiti nel fango... E... Non ho dormito perché ero agitato per causa tua." si fermò un attimo per soppesare la mia reazione a quella prima confessione buttata con fatica in mezzo ad un discorso qualunque. "Non in modo negativo. E' un'agitazione piacevole. Non so bene quale sia il mio orientamento sessuale, ma solitamente mi piacciono le persone alte."

Un'altra lunga pausa seguita da un colpo di tosse forzato. Restai seduto in silenzio, aspettando che continuasse. "La, uh, la pioggia è bella, comunque. I temporali mi piacciono un sacco." Non potei evitare di alzare gli occhi, irritato dal brusco cambio di direzione.

"A casa ho avuto parecchi rapporti sessuali, soprattutto quando ero fatto. So che non è proprio un dettaglio rilevante, ma fa da contesto. L'ho fatto con qualche ragazza ed era okay e poi l'ho fatto con qualche ragazzo e anche quello andava, ma non sono mai uscito con nessuno. Quella roba era troppo per me. Credo che abbia sempre sofferto di problemi relazionali. Quindi, uh, sì, insomma sono andato fuori di testa dopo la nostra prima volta e volevo di più da te. Voglio una relazione con te, Jaeger. Io provo qualcosa per te. Lo provavo anche prima delle manette, ma suppongo che avrei potuto nasconderlo meglio. E poi il mio piano del cazzo mi ha portato a baciarti. Ho fatto davvero fatica a mantenere il sangue freddo, ma potevo farcela. Solo che poi sei stato tu a baciare me. Ero convinto che mi odiassi. Ero convinto che avessi odiato anche baciarmi finché non mi hai restituito il favore. E quello mi ha davvero fottuto il cervello. Quindi mi sono ritrovato con questo ragazzo che credevo essere il mio peggior nemico che cercava di levarmi i pantaloni. E credimi, il sesso disinteressato con gente che neanche ti piace lo conosco, ma non era quello che abbiamo fatto noi. Almeno per me non lo è mai stato. Ero troppo preoccupato di farti sentire bene, di assicurarmi che ti piacesse perché potessi definirlo solo una scopata dettata da un po' di tensione sessuale. Quindi sì, mi piaci Eren ed è un bel casino del cazzo." Levi lasciò andare il respiro che aveva trattenuto per tutto il monologo. Non faceva che guardarmi con gli occhi freddi intaccati da una dolce vulnerabilità. Continuava a scuotere la testa come a dire che non poteva farci nulla. Come se volesse scusarsi per averci messo in quella situazione.

Asciugai alcune lacrime che non avevo neanche sentito scendere, troppo assorto nelle parole incantatrici e sussurrate del corvino. "Dio, devo smetterla di frignare." bisbigliai, stemperando l'imbarazzo della confessione successiva. "Anche io provo qualcosa per te." Come se avessi inserito la password corretta per l'apertura di un caveau, Levi si alzò in piedi a quelle parole, prendendo posto accanto a me sul letto. Nel silenzio avvertii i suoi respiri lenti e densi, segni di quello che era appena successo. "Questo significa che sono il tuo ragazzo?"

"Credo proprio di sì, Jaeger."

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora