11. UN PATTO

436 33 16
                                    

Levi se la cavò niente male a supportarmi fino alla mensa, permettendomi di appoggiarmi alla sua spalla e tenermi al suo braccio quando non avevamo nessuno intorno a guardarci. Ci sedemmo al tavolo ed io sussultai, attirando l'attenzione del mio migliore amico. Armin saettò con lo sguardo verso di me e mi sorrise prima di immergersi di nuovo nel suo libro. Era all'inizio di quel mattone solo la notte prima ed ora gli mancavano sì e no una decina di pagine.

"Wow, Armin, non smetti mai di sorprendermi." dissi, sorridendo. "Sei il lettore più vorace che conosca." Armin abbozzò un sorriso a bocca chiusa e fece un bel pollice all'insù. Sapevo che non voleva parlarmi per non infrangere le regole e suscitare così l'ira di Annie. Effettivamente non potevo biasimarlo. Tutti si sforzavano di avere un comportamento impeccabile quando toccava a lei il turno.

Annie era semplicemente terrificante. Non era difficile credere che fosse stata un militare. Tutto nella sua personalità trasudava quella deformazione professionale. Dai biondi capelli corti sempre appallottolati in una stretta coda alta e tirata alla postura per cui sembrava avere un palo infilato su per il didietro. Quella ragazza dava l'impressione di non sapere neanche cosa fosse una posa rammollita. L'unico problema nella mia supposizione era che Annie in quel momento era impegnata a parlare con un altro membro dello Staff. La sua attenzione era lontana anni luce da noi per cui tornai su Armin, accovacciato nel suo silenzio inusuale. Ero confuso. Solitamente il biondo si sarebbe preso almeno un paio di minuti per sproloquiare su quanto aveva letto.

Mi voltai verso Levi e i suoi occhi stavano praticamente trapassando Armin come pugnali affiati. I denti scoperti al pari di un Doberman. L'ira e il disprezzo che fuoriuscivano dal mio compagno di stanza erano quasi tangibili. Compresi immediatamente che era quella la vera ragione per cui Armin si era rifiutato di rispondermi.

Se Annie era terrificante, Levi era il peggiore degli incubi. Lo sguardo omicida di Annie era come quello di un cucciolo di Labrador in confronto a Levi. Qualcosa nei suoi occhi era così freddo, spietato e cattivo da ghiacciarti fin nell'anima. Almeno nello sguardo di Annie c'era una traccia di umanità. Le occhiatacce di Levi invece non avevano nulla di umano. Come se avesse potuto ucciderti e passare sopra al tuo cadavere in un nano secondo senza più voltarsi indietro. Armin stava tremando sotto al suo sguardo maligno e fu allora che ebbi una rivelazione.

Avrei dovuto convincere Levi a cambiare atteggiamento se avessi voluto mantenere entrambi al mio fianco. Sapevo che se Levi avesse continuato a professare il suo odio per il biondino, Armin avrebbe finito per evitarmi esattamente come evitava Levi, soprattutto perché Levi sarebbe rimasto nei paraggi per un bel po'.

Decisi ragionevolmente di intervenire. Colpii lievemente il braccio di Levi con il dorso della mano. Il corvino uscì dalla sua aria da killer e scattò verso di me, confuso e disorientato. Scrollai la testa un paio di volte, sperando che quel secco rimprovero silenzioso fosse un deterrente efficacie per il suo comportamento. Levi inarcò un sopracciglio e rilassò il resto del viso, pronto a sfidarmi a fare qualcosa. Le labbra si schiusero e abbozzarono un ghigno quando constatò che non stavo facendo nulla di particolare. "Piantala di fare lo stronzo con Armin. E' un mio amico." bisbigliai.

"E quindi? Se voglio fare lo stronzo faccio lo stronzo, Jaeger." Levi fece per incrociare le braccia al petto, ma si fermò dopo una veloce valutazione. Con il pollice schioccò le nocche.

"Non se vuoi che quello che c'è tra noi continui," una strana, seria risoluzione si mise al timone del mio cuore. Non potevo permettere a Levi di comportarsi male con i miei amici. Il corvino sondò i miei occhi, assicurandosi che stessi parlando sul serio. Quando si rese conto che era così, la sua espressione arrogante crollò.

"Staremo a vedere, Jaeger." rimise in piedi il suo sguardo letale in meno di un secondo. "Potrei levarti le mutande ad occhi chiusi." Avvampai alla sua allusione diretta.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora