32. SEGRETI

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Io e Levi ci impiegammo davvero poco a indossare la tuta per dormire e a lavarci i denti. La fretta era amica di entrambi che, anche senza dircelo, morivamo dalla voglia di chiuderci nel nostro nido. Mi sedetti sul letto, guardando Levi disfare il suo bagaglio. Ero incollato ad ogni suo fluido e preciso movimento come se fosse la cosa più preziosa del mondo. La meticolosità con cui ripiegava i vestiti, riverso sullo zaino per terra, era ipnotizzante. Restammo in silenzio fintanto che, ancora voltato di schiena, la sua voce bassa mi fece scorrere un piacevole brivido lungo la schiena.

"Hey, chiuderesti gli occhi per un secondo?"

solo in quel momento notai che l'accortezza dei suoi gesti era di più che la classica mania per l'ordine. Effettivamente sembrava proprio che stesse tentando di nascondere qualcosa, rannicchiato a quel modo sulle sue cose.

"Perché?" non potei evitare di chiedere dubbioso. "Hai qualcosa da nascondere?" incrociai le braccia al petto, suonando meno scherzoso di quanto volessi. Tuttavia avrei dovuto sapere che Levi non si sarebbe fatto mettere in soggezione dalla mia espressione guardinga.

"No. Solo non guardare." rispose semplicemente, inchiodandosi nei miei occhi in attesa di vederli chiusi. Sospirai rassegnato e lo accontentai, girando il volto di lato. Sentii il cassetto aprirsi e chiudersi dopo un vago rovistare. La curiosità era forte, ma i suoi passi felpati mi distrassero quando li sentii accanto. Il materasso si abbassò sotto al suo peso e il suo profumo intossicante mi pizzicò il naso. Le sue braccia mi avvolsero da dietro e la pelle morbida sotto alla nuca schioccò con il bacio delle sue labbra.

"Adesso puoi aprire gli occhi, Jaeger." sussurrò soavemente. Mi contorsi al suo fiato sul collo e ancor di più a quello che mi disse dopo, con quella nota dolce che contrastava così bene con la sua aria decisa. "Dio, mi sei mancato."

"Anche tu, Levi. Non sono riuscito a dormire decentemente per tutto il weekend."

"Io non so cosa significhi dormire decentemente e credo che non lo saprò mai, ma quando sogno sogno solo te." il cuore mancò un battito a quella carezza emotiva.

"Questa è una cosa incredibilmente sdolcinata. E a dirla tutta anche io ti ho sognato la scorsa notte." mi appoggiai al suo petto, ricambiando timidamente le sue attenzioni.

"E che cosa hai sognato esattamente?" avrei dovuto prevedere una domanda del genere, ma non potei trattenermi dall' avvampare. Le guance si colorarono di mille sfumature mentre correvo con la mente a quella notte assurda.

"Oh. Non dirmi che era un sogno erotico." parlò con malizia per poi tracciare la linea della mia mascella con l'indice. Non riuscii a dire mezza parola. "Non posso nascondere di aver fatto anche io un paio di sogni del genere. Ancora prima che ci mettessimo insieme, quando pensavo di odiarti." continuò a parlarmi suadente, sussurrando vicino al mio orecchio. Scattai verso di lui. Il viso in fiamme ad eccezione della pelle sfiorata dalle sue dita ghiacciate. Vidi di nuovo il livido sul suo viso e lo toccai delicatamente, estromettendo per un attimo la piacevole agitazione del suo flirt. "Sei tornato con un sacco di segreti." farfugliai incerto. Levi mi guardò con aria divertita. "Tu dici eh?" ironizzò. "Bene. Allora permettimi di condividerne qualcuno con te." l'aria beffarda scomparve in favore di uno sguardo serio.
Prese la mia mano nella sua e respirò profondamente prima di proseguire. "Il livido... Beh, non c'è molto da dire. Litigo con Kenny tutte le volte." sussultai alle sue parole. "Che c'è? Non è proprio una novità. Dovresti vedere com'è ridotta la sua di faccia." fece spallucce e abbozzò un ghigno che sparì ancora prima di prendere forma.

"Beh per me la è, ma non voglio discutere." mi immersi nei suoi occhi metallizzati. "Che mi dici del resto? Perché mi hai fatto chiudere gli occhi?" azzardai, ma Levi non si smosse di un millimetro. "Questi non sono affari tuoi." mi aggredì e fui io a sobbalzare. Davvero non mi aspettavo una reazione così eccessiva. "Scusa, è solo che non posso dirtelo. E per favore non continuare a chiedermelo perché so che non riuscirei a tenertelo nascosto in eterno." la sua voce tornò calma così come il tocco gentile della sua mano attorno alla mia. Per quanto la curiosità e una certa preoccupazione mi stessero divorando, ingoiai tutto. D'altronde mi stava chiedendo fiducia e sentivo che aveva bisogno di sapere che qualcuno non l'avrebbe tradito. Io non l'avrei fatto.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora