46. CALIFORNIA

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NOTA: Leggete la nota in fondo, please. E' mooolto importante, grazie.





SEI MESI DOPO

"Oh mio Dio, Levi! Corri! Questo devi assolutamente vederlo!" esclamai, seduto a gambe incrociate nel suo salotto. Stavo tranquillamente passando il tempo al cellulare quando mi si parò davanti una cosa che non credevo possibile.

"Cosa c'è adesso, Jaeger? Giuro che se è un altro fottutissimo video di gattini-" Levi rispose sarcastico dalla cucina, ma non ebbe il tempo di finire. Petra fu abbastanza veloce nel dargli una gomita di rimprovero nelle costole mente asciugava i piatti che Levi sciacquava con tanta irritante meticolosità. D'altronde mi ero preparato a vedere il corvino schizzare a fare le faccende di casa dopo che il nuovo fidanzato di Petra era stato ufficialmente invitato a casa per passare la prova del nove. Petra aveva deciso di continuare ad uscire con lui solo se io e Levi avessimo dato la nostra benedizione.

"Non indovinerai mai chi mi ha scritto." urlai a Levi, tentando di catturare la sua attenzione mentre rileggevo quelle poche, ma preziose righe che avevo ricevuto.

"Mi interessa?" mi chiese il corvino, già in procinto di sfilarsi i guanti e abbandonare il detersivo per raggiugermi in salotto.

"Credimi, ti interessa parecchio." alzai gli occhi senza farmi vedere e giocai con l'anello che portavo all'anulare, in un gesto che ormai era diventato automatico quanto tranquillizzante. In poco tempo Levi fu dietro di me. Lo sentii appoggiarsi alla spalliera del sofà, così sollevai il cellulare perché leggesse senza fatica quello che ero ansioso di fargli leggere.

"Oh cazzo, questa sì che è una bella notizia! Jean finalmente sta bene. Cristo Santo, non ci speravo più." Levi esclamò. La voce roca animata dalla stessa emozione che mi aveva fatto perdere qualche battito. Dopo sei mesi in quella clinica di conversione era un sollievo saperlo sano e salvo.

"Sì, per fortuna è uscito ed è tornato a casa la scorsa settimana, a quanto pare." sorrisi, godendomi la leggerezza di quei momenti quotidiani che avevano ancora una nota di novità in sottofondo, anche se casa di Levi ormai iniziava ad essere la fragranza più familiare che avessi sotto al naso. Avvertii la sua distinta nota di lavanda quando prese finalmente posto accanto a me sul divano. Mi spostai automaticamente perché il suo braccio riposasse sulle mie spalle.

"Dio," Levi mi baciò dolcemente sulla tempia. "E' fantastico. Dovremmo invitarlo qui per un weekend dato che è tornato a San Francisco."

"Sì, glielo scrivo subito." abbozzai un sorriso sincero a Levi e vidi le sue pupille tremare su di me, colme di un sentimento forte e sicuro mentre mi guardava, accarezzando dolcemente i contorni del mio viso con il polpastrello. Dopo aver risposto a Jean abbandonai il telefono, sedendomi in braccio a lui. Non mi sarei mai stancato del calore genuino dei nostri abbracci. O il  modo in cui le sue mani finivano sempre tra le mie ciocche spettinate non appena ci avvicinavamo. Quando Mikasa arrivò con Sasha e una confezione di gelato, le labbra fredde del corvino erano ancora sulla mia guancia.

"Ciao, piccioncini. Abbiamo portato un horror."

Mikasa esordì, sedendosi dall'altro lato del divano con Sasha che intanto scartava il gelato e lo divideva nei vari bicchierini. Fece segno a  Petra di portare i cucchiaini mentre Levi si voltava verso mia sorella con un'aria fintamente malevola.

"Eh va bene, guardiamoci il film e ingozziamoci di gelato, ma giuro che se lo rovesciate un'altra volta sul divano vi prendo a sculacciate."

Vidi Mikasa aprire la bocca per rispondergli a tono, ma l'intervento di Petra fu provvidenziale.

"Datevi una calmata voi due." li reguardì. "Mikasa non sporcherà nulla e tu terrai le mani a posto. Adesso guardiamoci il film in santa pace." Petra distese le gambe sul tavolino di fronte, non senza suscitare un grugnito di disapprovazione da parte di Levi. Finsi anche di non vedere la smorfia compiaciuta di Mikasa che allungò la mano verso quella di Sasha, intrecciandola con la sua. I battibecchi tra loro erano all'ordine del giorno, ma era chiaro come il sole che in fondo si rispettassero parecchio. Era anche abbastanza normale che approfittassero del loro temperamento così simile per stuzzicarsi e donarsi un po' di sana adrenalina. Io e Sasha ci scambiammo un sorriso divertito per poi concentrarci sul film.

Levi mi tirò a sé, facendomi riposare nell'incavo del suo collo mentre il televisore si illuminava con i titoli di testa di un horror degli anni duemila. Nel buio del salotto la bocca di Levi trovò il mio orecchio. Chiusi gli occhi alle sue mani che vagavano tranquille sul mio stomaco, disegnando righe immaginarie sulla maglietta che indossavo. Il fiato si fece corto, ancora vivo delle emozioni che le sue rare espressioni d'affetto mi lasciavano.

"Ti amo." mi sussurrò, mandando subito i miei neuroni in cortocircuito. Mi voltai abbastanza da raggiungere le sue labbra con le mie per un bacio casto e silente. Poi aprii gli occhi per incontrare i suoi e mischiare i nostri colori, ormai dipendenti l'uno dall'altro. Perso dentro di lui, pensai brevemente a quanto tutto fosse cambiato introno a noi. Pensai al suo arrivo, alla ricerca di un lavoro. All'incontro con la mia famiglia. Pensai al modo in cui a poco a poco aveva iniziato ad aprirsi con loro mentre io avevo trovato in Petra un'amica sincera. Pensai a quanto noi fossimo rimasti gli stessi nonostante avessimo completamente cambiato ambiente. Pensai a quanto fossi felice di essere con lui e a quanto fossi finalmente felice di essere felice.


NOTA: Ok, questa è la fine ufficiale di JUST FIVE DAYS. Potete quindi scegliere di fermarvi qui e sognare i nostri Eren e Levi felici in California oppure continuare a leggere i prossimi capitoli che saranno la traduzione del sequel FOREVER AND ALWAYS. Qualsiasi sia la vostra scelta, vi ringrazio per aver votato, commentato o anche semplicemente letto questa bellissima storia.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora