9. ERBA?

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Il resto della nottata fu estremamente tranquillo. Una volta che Levi si fu calmato, le manette tornarono ai nostri polsi prima di poterci lavare i denti e andare a dormire. Facemmo tutto nel silenzio più totale, ma eravamo ben lontani dall'ignorarci. Ad ogni mia occhiata furtiva che non riuscivo a comandare, Levi rispondeva con uno sguardo intenso. Un misto di speranza e indecisione quando mi osservava. Come se i miei pensieri sempre limpidi per lui fossero crollati sotto alla cortina di fumo che avevo alzato con le mie ultime dichiarazioni.

Una volta a letto, Levi avvolse le braccia intorno alla mia vita e non riuscii a scostarlo, annientato dal sonno per cui sprofondai nel buio più totale. Non che avessi davvero voglia di mandarlo via. Era incredibile quanto debole diventasse la mia forza di volontà di fronte alle sue dimostrazioni di necessità nei miei confronti. Persino nel sonno ebbi l'impressione di sentirlo su di me. Lo vidi giocare con il mio corpo, beandomi e terrorizzandomi al contempo per quei sogni meschini.

Fui svegliato nel bel mezzo della fase rem da una nuvola di fumo dolcemente aromatizzata dritta dritta sul mio viso. Aprii gli occhi per vedere piccole scintille al gusto di arancia luccicare alla fine di uno spinello appoggiato sulle labbra di Levi. Le sue dita tracciarono percorsi immaginari sul mio petto. Sorrisi alla scarica di piacere che mi dava vedere Levi coccolarmi candidamente.

"Fumavi a casa?" Levi mi chiese con espressione ammaliante, offrendomi lo spinello saldo tra l'indice e il pollice. Annuii alla
sua voce profonda e mi strofinai gli occhi pesanti. "Ne vuoi un po'?" mi incalzò. La mia mente malata lo vide insinuarsi nei miei occhi assonnati, elaborando quelle note seducenti che svettavano sulle sue parole sussurrate.

Scossi la testa in diniego, declinando l'offerta. Sentivo la necessità di rimanere lucido nel caso fossimo finiti a fare qualcosa di stupido insieme. Levi scrollò le spalle e, nella più totale indifferenza, fece un altro tiro. "Peggio per te."

"Da chi l'hai presa? E che ore sono?" bofonchiai con la voce impastata. Non sapevo se quelle stupide domande fossero un modo per ancorarmi alla realtà o una stupida scusa per sentirlo parlare.

"Hanji. E sono le due e mezza." Levi rispose atono, ma le sfumature profonde del
suo tono continuavano a tintinnare nelle mie orecchie. Diedi un'occhiata nella stanza buia, aspettando che la vista si abituasse. Vidi Hanji seduta alla scrivania con una piccola canna tra le dita. Una luce da lettura le illuminava il viso allegro. Mi sorrise entusiasta e fece un cenno in saluto. Mi misi a sedere, ma corsi con la schiena contro la tastiera del letto, cercando di non mugolare dal dolore. Ora che i muscoli si erano rilassati durante il sonno la mia parte bassa era decisamente dolorante. Avrei dovuto saperlo che, come dopo una partita di Football, i dolori sarebbero arrivati insieme a una dormita. Soffrivo a muovere anche solo un sopracciglio e così dovetti stringere i denti mentre mi sistemavo per restare seduto. Nel silenzio la pioggia continuava a cadere senza sosta.

"Erwin lo sa?" chiesi, cercando di distrarmi dalla sensazione di mille coltelli nel fondoschiena e nelle gambe. "E perché sei ancora sveglio? Ero convinto che avessi bisogno di dormire un bel po'." guardai Levi confuso. Non potei evitare di trovarlo incredibilmente sexy con l'espressione rigida smorzata dagli effetti del fumo.

"Quando dico un bel po' intendo più di un'ora. Qualsiasi riposo più lungo di due ore senza panico notturno è un successo. Ed Erwin è il fottuto pusher di Hanji. Anche Mike, l'altro che fa i turni di notte, la compra da lui." fece un'altra buffata, trasformando in cerchi la sua nuvoletta personale.

"Hey, Levi," Hanji lo chiamò svogliatamente. "Ci guardiamo quella serie tv sui chirurghi? Adoro quando fanno le operazioni. Forse avrei dovuto fare il medico, anziché la sballata." Hanji accompagnò la sua stessa battuta con risolini acuti. La coda scompigliata si agitò quando prese a tamburellare i piedi sul linoleum. Solo la sua dirompente energia poteva vanificare gli effetti tranquillizzanti dell'erba.

"Nah, puoi guardartelo tu, Hanji. Io devo parlare con Jaeger. Ci lasci un minuto?" Levi le indicò la porta con un cenno del capo. Hanji si alzò, chiudendo la porta con un sorriso beffardo in volto. Una volta soli, Levi mi guardò. Cercai di raddrizzarmi, ma una fitta di dolore lancinante mi sfrecciò lungo la schiena. Inspirai a denti stretti. Le palpebre pigre e abbassate di Levi non riuscirono a mascherare la preoccupazione che divampò negli occhi argentei. "Tutto bene?"

"Credo che tu mi abbia spaccato in due. Mi fa male ovunque." biascicai un po' per il male, un po' per la vergogna. Persino nel buoi potei vedere gli occhi di Levi sondarmi interamente. Annuì silenziosamente, buttando il mozzicone ormai spento in un bicchiere d'acqua.

"Senti, detesto essere stato costretto a farmi per essere in grado di dirtelo, ma non sono abituato a provare le cose che provo per te. Ti prometto che se vuoi riprovarci con me non ti respingerò. Ti giuro che il sesso ha significato qualcosa, ma mi ha fottuto il cervello al punto che ho tipo dato di matto. I - Io... mi dispiace, Eren." Sollevai sonoramente un sopracciglio alle scuse improvvise e assolutamente sincere di Levi. La voce tremante e le pupille che vagavano impazzite in tutte le direzioni mi fecero pensare che non avesse mai detto nulla del genere a nessuno nella sua intera esistenza.

"Levi, è tardi e tu sei fatto. Vediamo come ci sentiamo domani e partiamo da lì. Questa mattina ci odiavamo a morte. Non credo che i sentimenti possano cambiare così in fretta." Suonai convinto. Non che non mi facesse piacere sentire certe cose, ma le promesse di uno spinello non erano sufficienti a farmi dimenticare il discorso post sesso che mi aveva gettato sull'orlo di un pianto isterico per tutto il giorno. Levi sospirò e si lasciò cadere sul letto, ruotando su un fianco per recuperare il nostro contatto visivo. Riprese padronanza della mia vita con il braccio libero, tenendomi stretto sul suo corpo. Inspirai il suo profumo intaccato dall'erba e ci addormentammo di nuovo.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora