14. SEDUTE

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"Ora di cena." Annie annunciò atona nel corridoio. Io e Levi balzammo fuori dal nostro intontimento e tornammo nell'area comune, aspettando l'arrivo degli altri studenti. "Eren, Levi, Trevor vi aspetta per una seduta con lui. Andate nel suo ufficio mentre io porto gli altri a cena." Annuimmo entrambi all'ordine repentino e ci incamminammo per i pochi metri che ci separavano dagli uffici predisposti per i percorsi terapeutici. Faceva ancora freddo a causa della pioggia incessante del giorno prima. Il cielo era di un grigio scuro perfettamente coordinato con gli occhi tempestosi del corvino. Non cadeva una goccia in quel momento, ma aveva tutta l'aria di voler tuonare ancora. Levi sembrava preoccupato, con gli occhi fissi sulle scarpe infangate e il labbro incastrato tra i denti.

"Cosa c'è?" Levi si fermò, costringendomi a fare altrettanto. Mi voltai per guardarlo con un cipiglio interrogativo in volto.

"Come farò a fingere di odiarti, Jaeger?"

"Esattamente come hai fatto finora."

"Ma adesso le cose sono diverse. Non posso fare lo stronzo senza sentirmi in colpa." Levi scosse il capo. La disperazione evidente negli occhi imploranti per una soluzione inesistente.

"Lo farò anche io. Non è che sarai l'unico a dire stronzate." lo rassicurai, quando riprendemmo a camminare.

"Okay." Levi sospirò. Svoltammo nella stradina che portava all'edificio designato. Prima di poterlo scorgere, sentii Levi trascinarmi improvvisamente in mezzo alla foresta, incollandomi al tronco di un pioppo.

"Che cos-" Levi mi abbassò la testa e schioccò un veloce bacio sulle mie labbra. Un fresco, dolce sapore sulla bocca che non si soffermò neanche un secondo sulla mia. Non mi diede neanche la possibilità di rispondere che era già tornato al suo posto.

"Okay, adesso possiamo andare." Levi ordinò, sollevato. Sbuffai e lo seguii, raggiungendo finalmente la sede degli strizzacervelli. Levi bussò alla porta.

"Avanti," Trevor ci invitò. Levi abbassò la maniglia ed entrammo all'unisono nel piccolo ufficio. Il corvino si lasciò cadere svogliatamente sul divano, inducendomi a fare altrettanto. Gli lanciai un'occhiata furtiva. "Allora ragazzi, come state?"

"Come pensi che stia, Trevor? Sono incollato a questo stronzo per il resto della mia vita." Levi azzardò esitante, ma sufficientemente convincente per Trevor. Uno sguardo mortificato si fece subito vivo sul volto freddo.

"Il linguaggio, Levi." Trevor esalò, esasperato. "Okay, dunque: vi ho fatto venire qui per mantenere le sedute regolari con voi e magari dare ad entrambi la possibilità di conoscere un po' il percorso dell'altro."

"Quindi devo parlare dei miei problemi davanti a questo moccioso?" Levi protestò. "Col cazzo."

"Eren, vai tu per primo." Trevor ignorò completamente Levi. "Levi, zitto. Ascolta senza interrompere."

"Okay... Puoi autorizzare il mio elaborato di fase?"

"Elaborato di fase? Quale?" Trevor chiese, scorrendo velocemente le sue mail.

"Beh lo sai, tutte quelle cose che devo fare per uscire da qui..." sottolineai con un fare da saputello con cui mi permisi di gongolare davanti al mio terapista.

"No, cosa ti devo autorizzare esattamente?"

"Tutto il mio lavoro sulla fase di Redenzione." preso dalla voglia di fare bella figura mi maledissi internamente. Non avrei voluto dire a che punto mi trovavo con il mio percorso. La Redenzione era la penultima fase e mi ci era voluto più di un anno per arrivarci. Levi era allo step precedente, la Trasformazione. Non volevo dargli l'impressione di voler girare il dito nella piaga. Odiavo precisare che ero quasi alla fine del programma di riabilitazione. Non volevo cerco scoraggiare gli altri studenti.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora