4. UHHHH

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"Per-perchè?" Levi sussultò quando affondai il pollice nella sua coscia. Realizzai che non l'avevo mai sentito incespicare prima.

"Sai, non credo di sentirmi molto bene." feci un occhiolino che Levi cercò di evitare abbassando forzatamente gli occhi, ma non bastò a fermarmi. "Non penso sia una buona idea andarmene in giro in mezzo a tutti. Potrei essere contagioso." Avevo tutta questa frenesia dentro che mi spingeva ad osare più di quanto mi credessi capace. E le reazioni di Levi non mi davano pace.

Il corvino scattò sul mio viso. Negli occhi balenò una luce pericolosamente attraente. Mi schioccò l'occhiata più elettrica che avessi mai visto nei miei sedici anni di vita e tirò le labbra in un ghigno sprezzante, rivelando i denti scintillanti. "Fai l'ammalato, Jaeger." sussurrò voluttuoso contro al mio viso.
"Hey, Sunni!" la chiamò a gran voce senza attendere oltre. Mi stesi sul letto in tutta fretta e Levi si tolse velocemente dalle mie gambe, restando seduto sul letto. Sunni aprì la porta mentre mi stavo coprendo, nascondendo sotto al lenzuolo la situazione incresciosa nei pantaloni.

"Hai bisogno, Levi?" Sunni chiese, rivolgendo al corvino un sorriso fintamente cortese. Levi si appoggiò con aria scocciata al muro di fronte al letto. La catena stridette mentre con un cenno della mano mi indicò, catalizzando l'attenzione dello Staff su di me.

"Sì, Jaeger sta frignando. Non vuole alzarsi dal letto perché si sente poco bene. Non credo che riuscirò a trascinare il suo culo a pranzo."

"Ha la febbre per caso?" Sunni lo interrogò di rimando. Le mani appoggiate ai fianchi larghi. Era chiaramente irritata dal fare stizzito
di Levi.

"E come faccio a saperlo? Di certo non mi metto a toccarlo." Levi fece spallucce, trattando Sunni con un'arroganza che nessun altro si sarebbe mai permesso di avere con figure così influenti.

"Questa mattina l'hai fatto." Sunni annotò secca, senza stare a girarci intorno. Levi alzò gli occhi per stemperare la sfumatura rosa che gli imperlò il viso.

"Eren, sei sveglio?" mi chiese, dopo essersi presa quella vittoria schiacciante su Levi. Ed io, ancora una volta, mi rimproverai per non esserne contento.

"Mmm." mormorai al massimo delle mie capacità attoriali. Le sopracciglia piegate in una smorfia dolorante e le palpebre mezze chiuse, come se mi costasse fatica tenerle aperte.

"Adesso ti sento la fronte, okay?" mi agitati, consapevole di non potermi surriscaldare a comando. Tuttavia, subito sentii la mano di Levi strisciare di sottecchi sul materasso fino ad arrivare nel mio interno coscia e rifinire con i polpastrelli i bordi delle cuciture interne dei pantaloni. Feci appello a tutta la mia forza di volontà per non infrangere la mia espressione neutra e non mordermi il labbro. Sunni si avvicinò e Levi tolse al volo la mano. "Sei tutto rosso..." Sunni constatò mentre testava il calore della mia fronte bollente. "E molto caldo." Era incredibile il piano che Levi aveva elaborato. In meno di qualche minuto ero nella condizione giusta per imbrogliare uno dei membri più svegli dello Staff. "Sì, d'accordo. Restate qui per il pranzo, ma assicuratevi di mangiare sufficientemente a cena, ragazzi."

"Mmm." feci un debole accenno di assenso a Sunni che, senza sospetti, lasciò la stanza, tirandosi dietro la porta. Tirai un respiro
di sollievo, scostando le
coperte quando Levi scattò verso di me.

"Sei un genio, Levi." mi misi a sedere, ributtando le gambe sul bordo del letto.

"Lo so." Levi gongolò, strisciando sinuoso sul posto che gli apparteneva. In pochi secondi me lo ritrovai a cavalcioni sulle gambe. Ci baciammo avidi, bisognosi di quel misto di odio e lussuria che spingeva le nostre bocche a cercare il controllo l'una sull'altra. Levi afferrò la mia mascella e mi infilò la lingua in bocca. Spinse le anche contro alla mie, strusciandosi addosso a me mentre mi incollava al letto. La sua bocca mi lasciò e le sue dita abili sfilarono i bottoni della mia camicia. Ne aprì sì e no quattro o cinque prima di accelerare il tutto, riducendo la stoffa a brandelli. Sotto alla pioggia di bottoni mi baciò ancora, ma stavolta mi impegnai per prevaricarlo. Si arrese a me e presi controllo della sua bocca, solcandone ogni punto con la lingua bramosa mentre Levi lasciò cadere le anche sulle mie, aumentando a dismisura il dolce peso sulla mia intimità. Entrambi non riuscimmo a trattenere un gemito.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora