41. HO BISOGNO DI TE

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Il solo pensiero di quello che stava per succedere era abbastanza da farmi scorrere tutto il sangue tra le gambe. Il cervello era totalmente in tilt mentre guardavo Levi camminare veloce verso la sala comune. Gli stavo dietro, godendo di quel filo invisibile che legava i nostri movimenti anche se eravamo costretti a stare in silenzio di fronte agli occhi indiscreti della mensa. Nessuno osò venire a vedere. Diedi un'occhiata veloce alle mie spalle, imitando le mosse guardinghe di Levi. Una volta che vedemmo il corridoio vuoto non ebbi neanche il tempo di chiedere come avremmo fatto esattamente. Sentii le mani di Levi stringermi forte i polsi e mi ritrovai incollato alla parete dell'area comune. La porta sbatté alle mie spalle mentre il corvino inchiodava gli occhi neri di lussuria nei miei. Ansimai quando mi attaccò con un bacio aggressivo. Mi sembrava di non sentire le sue labbra da una vita. Aprii la bocca per accogliere la sua lingua vorace e succhiarla mentre esplorava la mia cavità orale con una lentezza straziante. Dio, lo volevo da morire. Sospirai, parlando a qualche millimetro dalla sua bocca per non staccarmi del tutto.

"Che cosa vuoi fare?" chiesi tra i sospiri, deconcentrato dalla sua mano che disegnava righe immaginarie sulla mia maglia fino a raggiungere la stoffa dei miei pantaloni.

"Voglio inchiodarti al muro fino a farti urlare, ma prima voglio provare una cosa." Levi sussurrò al mio orecchio. Potevo sentire la voce tremargli in un misto di eccitazione e un'altra emozione che faticavo ad identificare. Lo vedevo più serio e concentrato del solito. Una lotta interna con se stesso mentre tentava di non soccombere ai miei sospiri sempre più incontrollati. Sentii il sangue pompare nella mia erezione pulsante quando Levi la tracciò con il polpastrello. Cercai istintivamente i suoi occhi, ma non ebbi tempo di controllare la sua espressione che si girò per poi afferrarmi il polso e trascinarmi fuori da quella stanza pericolosa. Non persi tempo a chiedermi dove mi stava portando, troppo perso nelle sue falcate impazienti quanto il gonfiore nei pantaloni che mi tormentava. Tuttavia mancai un battito quando mi ritrovai con lui nella nostra vecchia camera. Il letto scatenò ricordi impuri che mi annebbiarono, ma non ci arrivammo. Mi bloccai con le mani alla parete quando Levi mi ci spinse contro per rubarmi un altro bacio. Sapeva di menta mentre leccava la mia lingua con la sua, ma non era quel bacio a mandarmi a fuori di testa. Ciò che davvero mi rendeva impossibile ragionare era la fretta lussuriosa nei suoi gesti. Il suo bisogno urgente di avermi, pari al mio, mi lasciava senza fiato. Si tirò indietro per sfilarmi la maglietta e gettarla insieme alla sua sul pavimento. La pelle bruciava lì dove la deliziava con il suo sguardo assorto. Mi baciò di nuovo, sfiorando la mia intimità con la gamba. Sfregava senza un minimo di delicatezza, portandomi a inspirare tra i denti, sconvolto dalla frizione e dalla pressione sul mio membro. Le sue labbra mi lasciarono per torturare la pelle sensibile sul collo. Lo stomaco si contorse dal piacere quando mi morse sotto alla clavicola. Riusciva sempre a farmi sentire come una ragazzina vogliosa con i suoi morsi provocatori e i ringhi bassi che gorgogliavo nella sua bocca impegnata. Tra un sospiro e l'altro lo sentivo scendere su di me, artigliandosi forte alle mie anche. I suoi respiri diventarono caldi man mano che tracciava la linea dei miei addominali per attraversare il ventre e inseguire il punto caldo del mio piacere.

"Dio, sei già duro." Levi bisbigliò assuefatto, lasciandosi cadere sulle ginocchia e tastando la mia erezione attraverso la stoffa. Le dita gli tremavano per l'eccitazione.

"Sembra che tu faccia questo effetto alle persone." risposi a tono, sforzandomi di rivolgergli un ghigno di sfida senza fargli vedere quanto mi sentissi morire dalla
voglia di averlo dentro.

"Questo rende tutto più semplice." Levi ridacchiò, fingendo un minimo di contegno. Mi dava come l'impressione di non voler perdere il controllo. Aveva ancora quella strana emozione in viso quando tirò giù la zip dei mie jeans per poi farmeli scivolare dalle gambe insieme ai boxer. I suoi occhi si scurirono quando si focalizzò sulla mia erezione e, prima che potessi formulare un qualsiasi pensiero coerente, la sua lingua scorse dalla base fino alla punta e, cospargendomi di brividi caldi, la prese in bocca. Sussultai alla sua lingua e alle sue labbra avvolte intorno a me. Mi leccò la punta e sentii le gambe cedere mentre inarcavo la schiena contro alla parete. Avevo bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi o sarei svenuto dal piacere di scoparlo in bocca.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora