2. UNA DISCUSSIONE

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"Oh mio Dio," esclamai, stringendo il mio ragazzo tra le braccia fino a farlo soffocare. "Congratulazioni!" urlai mentre Levi rispondeva al mio abbraccio con reticenza. Lo sentivo rigido e teso addosso a me. "Ci andrai, vero?"

"Questo era quello di cui volevo parlarti." Levi sospirò, sottraendosi alla mia presa per ritrovare i miei occhi. La sua espressione colma di afflizione faceva a pugni con il mio largo sorriso. "Mi sono trasferito qui perché non dovessimo più stare lontani. Se accettassi, sarebbe stato tutto inutile." Levi scosse la testa. Le ciocche corvine gli si agitarono sul viso ombroso.

"Non direi proprio, Levi. Abbiamo passato sei mesi stupendi che non avremmo avuto se tu fossi rimasto a New York e poi quando finisco il liceo posso venire io lì da te, se mia madre mi lascia." ridacchiai, pensando a quella pazza iperprotettiva che era mia madre. Le era quasi venuto un infarto quando le avevo chiesto di poter passare l'estate da Levi. E ora le avrei chiesto di trasferirmi dall'altra parte del Paese con lui. Non che avesse nulla contro Levi. Gli voleva davvero un gran bene. L'apprensione l'aveva per me. Temeva per le mie dipendenze e le probabilità che vi ricadessi erano più alte se lei non mi era accanto. Carla non poteva capire quanto male avrei fatto a Levi se avessi di nuovo intrapreso certe abitudini. Ero terrorizzato persino al pensiero di andare ad una festa. Per non parlare della concreta possibilità di drogarmi. Levi era vulnerabile da quel punto di vista. Era pulito da meno tempo di me. Io avevo già ottenuto il mio gettone blu mentre lui aveva preso da poco quello rosso. Non mi sarei mai permesso di metterlo in pericolo, trascinandolo in ambienti poco sani.

"Ma non credevo che sarebbe successo tutto così in fretta." Levi mi guardò di sottecchi, senza nascondere l'immensa tristezza che probabilmente aveva cercato di controllare fino a qualche minuto prima. "Credo che Petra resterà qui comunque. Adora il caldo perciò non perderò l'appartamento. Ma la questione importante è: sei d'accordo che io vada?" mi chiese, implorandomi con gli occhi languidi e la voce solitamente ferma incrinata da un chiaro tono di supplica. Percepivo quasi come tangibile il suo bisogno di rassicurazione, di calore. Gli accarezzai il dorso della mano, sperando di alleviare lo struggimento che vedevo correre nelle sfumature delle sue iridi tormentate.

"Levi, non pensare a me. Non devo essere un fattore decisionale. Devi fare ciò che desideri. Se vuoi accettare Harvard, io troverò il modo di farla funzionare perché so che tu faresti lo stesso per me." parlai sinceramente, senza un minimo di reticenza, ma Levi cambiò la sua espressione preoccupata in una ancora più affranta. Schegge di frustrazione e rabbia saettarono contro di me dalle sue labbra tirate in una linea dura.

"Non è quello che ti ho chiesto. Questo non c'entra niente con quello che voglio io. Non voglio lasciarti se tu pensi di non farcela. Non voglio lasciarti se hai bisogno di me. Lo so che non mi impediresti mai di fare nulla, ma Harvard non è l'unica università di legge degli Stati Uniti. È pieno di corsi di giurisprudenza e quelli probabilmente hanno dato un'occhiata al mio cognome e mi hanno accettato senza neanche guardare il mio test. È solo perché sono un fottutissimo Ackerman." Levi fece spallucce. Aveva parlato troppo velocemente perché non fosse evidente il conflitto interiore che lo stava divorando. Le sue dita attorno alle mie si strinsero come se avesse potuto ridursi in pezzi da un momento all'altro.

"Levi, in ogni caso hai avuto questa opportunità. Se la vuoi, prendila. Non pensare a me un secondo di più. Saprò cavarmela mentre sarai via." il mio sorriso incoraggiante servì solo ad accentuare il solco tra le sue sopracciglia. Non capii davvero cosa lo turbasse tanto finché non mi rispose ancora, fulminandomi con una disperazione inarrestabile.

"No, Eren. Io voglio che tu stai bene. Non voglio che stai male mentre non ci sono e se pensi a toccare anche solo un goccio di alcol, salterò sul primo aereo per venire qui a romperti il culo. Se credi di non farcela senza di me qui accanto a darti una mano, io non vado da nessuna parte."

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora