11. L'AMORE FA MALE

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"L - Levi, non voglio morire." sentii dei singhiozzi fragorosi provenire dal piano di sotto.

"E allora fatti aiutare, porca puttana! Isabel perché non me l'hai detto?" anche Levi gridava dalla cucina. "Non metterò il mio culo su un volo per Harvard mentre tu te ne stai qui a morire senza fare niente!"

"No! Tu ci devi andare e... Te l'avrei detto..."

"Quando, Isabel? Quando cazzo pensavi di dirmelo?" Levi urlò, piantando il pugno sul tavolo nel momento in cui io mi sporsi dalle scale, inquadrando un frammento di quello che stava succedendo in cucina. "Quando nostra figlia sarebbe rimasta senza una madre? E' così che avevi intenzione di farmelo scoprire?"

Sentii il rumore di un vetro rompersi quando Levi lanciò la bottiglia di birra che Isabel teneva in mano contro al muro. Entrai in cucina, strofinandomi gli occhi alla luce artificiale del lampadario. "Ciao, Eren." Isabel tirò su col naso, asciugandosi le lacrime con la manica della maglietta.

"Cosa succede? Sono le due e mezza del mattino." bofonchiai, passandomi nervosamente una mano tra i capelli. "Faccio io, Levi." dissi, prendendo uno straccio da sotto al lavandino e iniziando ad asciugare la birra sul pavimento.

"Stanne fuori, Jaeger." Levi sibilò. Le sue mani tremavano violentemente.

"Perché sei così stronzo con lui? Sta solo cercando di farci stare meglio. Dio Santo, Levi, ti ho fatto incazzare, ma non c'è bisogno che ti sfoghi su di lui."

Avevo iniziato a raccogliere i cocci di vetro per terra quando avvertii dei timidi passi avvicinarsi a noi tre.

"Buongiorno, amore. Come mai sei sveglia? A quest'ora le principesse dormono." Levi addolcì il tono, prendendo sua figlia in braccio per salvare i suoi piccoli piedini dalle schegge di vetro per terra.

"Scusa, papà. Ho sentito un rumore e volevo vedere." Poppy rispose dolcemente, aggrappandosi a suo padre.

"Cosa volevi vedere, principessa?" Levi chiese, allontanandola per guardarla negli occhi.

"Se stavi bene. Se c'era qualche mostro e dovevo salvarti."

"Oh." Levi le baciò la fronte, stringendola di nuovo a sé. "L'unico mostro qui sono io." Levi mormorò sconfitto. Uno sguardo sgomento e disperato negli occhi argentei quando mi guardò mentre stavo gettando nel bidone tutto quello che avevo ripulito.

"Le tue stronzate autolesioniste sono vietate, Levi. Non funzionano su nessuno di noi. Perché non vai a rimettere Poppy a letto? Grazie per averla svegliata, a proposito. Non c'era proprio bisogno che assistesse a questa scenetta. Farò del mio meglio per spiegare a Eren la situazione intanto."

"Certo." Levi bofonchiò. Un cinismo freddo nei suoi occhi che non vedevo da parecchi mesi. "Andiamo a letto, amore. Saluta Eren e la mamma."

"Buonanotte, mamma. Buonanotte, papà." Poppy tartagliò già assonnata. Gli occhi di Isabel sgranarono all'inverosimile mentre le labbra di Levi si piegavano in un ghigno compiaciuto.

"Buonanotte, tesoro." Isabel ed io parlammo all'unisono. Levi girò i tacchi e si diresse su per le scale. Isabel si voltò verso di me con un'alzata di spalle, rassegnata. "Non lo dirò a Farlan se anche tu te ne starai zitto. Giuro che aspetta di essere chiamato papà dall'istante in cui Poppy è nata."

"Non voglio creare problemi." iniziai a spiegarmi, ma Isabel mi bloccò sul nascere.

"Allora cuciti la bocca e dammi un minuto. Giuro che mi è venuto un infarto."

Annuii docilmente, rincuorato dal fatto che, oltre alla sorpresa inaspettata, Isabel sembrava contenta dell'appellativo che Poppy aveva scelto per me.

"Ho bisogno che tu ti prenda cura di loro, Eren. Levi... Lui è forte, ma non può farcela da solo. Non può fare il padre senza di te. Tu sei il suo sostegno. Quello che gli impedisce di crollare di nuovo." Isabel mi guardò con occhi imploranti.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora