12. SALUTI

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"Andate via? Credevo che adesso vivevamo tutti insieme." Poppy mormorò con le labbra tremanti, chiaramente triste per la nostra partenza. Il suo compleanno era passato in fretta tra candeline, desideri, canzoncine e tante foto di lei danzante nel suo vestito da principessa. Isabel e Farlan erano rimasti al piano di sotto per lasciarci un po' di privacy durante i saluti finali.

"Oh, tesoro." Levi sospirò. "Non guardarmi così. Mi farai piangere." Levi tirò un respiro pesante tra le lacrime che gli annacquavano già gli occhi. "Eren deve tornare per finire la scuola e anche il tuo papà deve andare a scuola."

"Potreste venire con me. Nella mia scuola." il piccolo tesoro che avevamo steso nel suo lettino tentò di negoziare. "Impariamo i colori e-" Poppy iniziò a piangere e, non appena la prima lacrima scese dai suoi occhi grigi, Levi l'aveva già presa tra le sue braccia, dondolandola dolcemente.

"Amore, mi mancherai da morire. Ti prometto che torneremo presto. non piangere, principessa." Levi bisbigliò mentre la stringeva e io lasciavo che Poppy avvolgesse le sue piccole dita attorno al mio indice.

"Posso dormire con voi?" Poppy chiese, guardandomi. Era impossibile che riuscissi a dire di no ai suoi occhietti lucidi.

"Certo, principessa." risposi prima che Levi potesse farlo al mio posto.

"Amore, ti mettiamo subito a letto e poi verremo con te dopo aver salutato Farlan e Isabel." aggiunse Levi, sollevato che la figlia avesse smesso di piangere.

"D'accordo." bofonchiò. "Vi amo tanto."

"Ti amiamo tanto anche noi, piccolina." Levi rispose con la voce più dolce e gentile che gli avessi mai sentito usare. "Da morire."

Levi la portò nella nostra stanza e le rimboccò le coperte al centro del nostro letto a due piazze.

"Eccoci qua, amore. Ti amo più dell'interno universo e mi dispiace dover andare a scuola. Starei qui con te per sempre. Ma appena ci sposiamo torneremo a prenderti e potrai stare con noi. Ti piace l'idea?" Levi le accarezzò il visino paffuto mentre Poppy lottava già con le palpebre pesanti.

"Mmh, tanto." rispose la piccola, assonnata.

"Buonanotte, Poppy. Ti voglio bene. Ci vediamo presto." aggiunsi, guadagnandomi un ultimo bacio da quel dolce batuffolo rosa che poi crollò senza energie tra le coperte.

Levi sospirò, staccandosi da lei e alzandosi dal letto a rallentatore. Era normale che faticasse a lasciarla andare. Gli strinsi la mano e persi un battito quando lo vidi sorridere tra le lacrime che colavano silenziose dai suoi occhi intensi. Io trattenni a stento le mie. Era terribile lasciare Poppy e quella che eravamo riusciti a trasformare in una famiglia, ma dovevamo ricordarci che era temporaneo. Presto saremo stati ancora tutti insieme.

"Ti amo." Levi mi guardò intensamente, rafforzando l'intreccio delle nostre mani mentre uscivamo dalla stanza per tornare al piano di sotto.

"Ti amo." sussurrai a mia volta, combattendo con il groppo in gola.

Per un attimo ci fummo solo noi, stretti l'uno all'altro nel corridoio di quella casetta in Colorado. Solo noi con il nostro sconfinato amore, contenti di poter ignorare per un'altra notte il fatto che anche noi stavamo per separarci.


Il mattino arrivò decisamente troppo presto e in men che non si dica, Io e levi eravamo sui sedili posteriori della macchina di Isabel. Io steso sopra di lui. Levi aveva messo in chiaro che non avrebbe accettato un viaggio senza il mio corpo addosso. Questo dopo avermi lasciato la sua felpa preferita. Era una semplice felpa nera con un disegno bianco sul retro, ma l'aveva da quando aveva undici anni ed effettivamente la indossava spesso. Quel mattino me la fece indossare, facendomi promettere di averne cura per lui.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora