6. KENNY

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Mi svegliai, stiracchiandomi sui sedili posteriori dell'auto di Levi. Il corvino era già sul sedile davanti. Dopo aver strofinato gli occhi, misi a fuoco abbastanza da capire che Levi si era già messo in viaggio. Il vento fresco del mattino si infiltrava dai finestrini semi aperti, giocando con le ciocche scure del mio fidanzato. Mi tirai in piedi e cercai il sostegno dei sedili davanti per riappropriarmi del mio posto, accanto a lui.

"Egli vive. Stavo iniziando a pensare di averti ucciso." Levi ghignò, togliendo appena gli occhi dalla strada per darmi un'occhiata veloce.

"Mmh, che dolce che sei." bofonchiai con la voce ancora impastata dal sonno. "Dove siamo diretti?"

"Ventisei e ci fermiamo al primo bar aperto. Voglio fare colazione con te."

"Ventisei cosa? E la colazione ci sta! Sto morendo di fame!" esclamai entusiasta, toccandomi distrattamente lo stomaco. Ora che tra noi era tutto a posto, i morsi della fame non mi piacevano più. Volevo solo bermi uno smothiee con Levi e sorbirmi le sue lamentele quando facevo troppo casino con la cannuccia.

"Ventisei succhiotti. Li ho contanti mentre eri tramortito. Non nasconderli. Beh... Non che tu possa riuscirci. Ti ho riempito per bene." Levi si concesse un altro sorriso sghembo, facendomi morire. Non era l'unico ad essere fiero dei suoi marchi. Non avrei mai voluto nascondere neanche un segno se era sua la bocca che li creava. Mi infilai la maglia e mi osservai nello specchietto, toccando orgoglioso i cerchi viola che spuntavano sul collo e al di sotto della mascella.

"Cavolo, sono proprio ovunque..." commentai, poco prima di gelare sotto ad una fulminante illuminazione. "Aspetta un attimo. Oh Mio Dio, siamo fidanzati! È assurdo." mi voltai verso Levi con il tono alterato da un misto di eccitazione e incredulità.

"Assurdo? Assurdo in senso bello o brutto?" Levi non riuscì a nascondere l'apprensione anche se mantenne gli occhi fissi sulla strada. Era incredibile che nutrisse ancora dei dubbi sui miei sentimenti per lui.

"Scherzi? È super eccitante! Non avrei mai pensato di sposarmi e invece guardami. Sto per farlo e non con un ragazzo qualunque. Io sto per sposarmi con te; che è tipo la cosa più bella che potesse mai capitarmi. Ti amo così tanto, Levi. Non vedo l'ora di passare il resto della mia vita con te."

Levi sorrise. I suoi denti perfetti brillarono con il sole del mattino. "Anche io, Jaeger. Sono così fortunato ad averti. Non hai idea di quante volte mi hai salvato." Levi appoggiò la sua mano sul mio ginocchio.

"Dovremmo avvisare i nostri, che dici?" chiesi. La mia testa correva già con tutti i preparativi per il grande giorno.

"Oh, cazzo. Hai ragione. Dobbiamo chiamare Petra. Mi ha fatto promettere di essere la prima a saperlo quando sarebbe successo." Levi non aspettò risposta e attivò il suo telefono. La voce di Petra risuonò di sonno attraverso il vivavoce.

"Hey, tutto bene voi due? Siete ancora due piccioncini?"

"Se per piccioncini intendi che ci siamo fidanzati, allora sì, tutto a posto, stronzetta." Levi la informò, atono. Mi ricordò la sua confessione a Dicembre. Quando all'istituto mi aveva parlato dei suoi sentimenti per me. Aveva avuto lo stesso tono fermo. Ai tempi credevo fosse per l'erba che aveva tirato, ma ora sapevo che Levi era così. Sempre pronto a litigare con le sue emozioni che doveva tenere a bada.

"Oddio, non ci credo! Intendi, fidanzati, fidanzati? Tipo che state per sposarvi?"

"Volevi essere la prima a saperlo, no?" Levi chiese, sarcastico.

"Sì, ma non mi avevi detto che avevi intenzione di fargli la proposta! Credevo che avresti aspettato ancora un po'!"

"Beh, non è che fosse in programma, Petra. Sinceramente mi è tipo scappato ed Eren ha sentito ed è stato il miglior lapsus labiale che abbia mai avuto in vita mia."

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora