27. TENTAZIONI

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LEVI'S POV

Petra mi sorrise. Conoscevo bene quell'espressione. Aveva aleggiato sul suo volto fintamente candido da quando ero arrivato. Sorrisi innocentemente di rimando per poi spostare subito lo sguardo sulla parrucchiera alle mie spalle. Ci zittimmo per i quindici minuti in cui il rasoio fece rispuntare la rasatura che ero solito portare nella parte bassa della cute. Non incrociai la mia amica neanche quando mi liberarono dal telo e andai alla cassa per pagare. Uscimmo in silenzio dal salone e il tempo restante lo passammo nel centro commerciale. Petra mi raccontò del più e del meno mentre ci limitavamo a guardare le vetrine senza mai entrare in un negozio e comprare per davvero qualcosa. Ero comunque parecchio lontano dal rilassarmi. Petra aveva girato intorno all'argomento ragazzi che avevo prontamente evitato, sviando il dialogo ogni volta. Alla fine dell'intera fila di punti vendita che avevamo setacciato da lontano mi incamminai verso l'accesso al parcheggio sotterraneo. Petra si affrettò a starmi dietro e fu quando entrammo nel garage che l'ansia tornò a chiudermi lo stomaco.

"Sai, alla fine mi sono lasciata con Dylan." ecco; doveva arrivare. Ogni cosa fu drammaticamente più chiara.

"Oh, mi spiace." non mi voltai a guardarla neanche una volta, ma non so come i suoi occhi da cerbiatto trovarono i miei.

"A me no. Era piuttosto stronzo." fece spallucce e sorrise convinta.

"Come me."

"No. Direi che avete due tipi di stronzaggine diversi."

"Capisco." mi concentrai sulle file infinite e tutte uguali di veicoli parcheggiati, cercando freneticamente la sua auto rossa.

"Beh questo per dire che se non hai impegni stasera..." abbassò la voce già soffusa fino a zittirsi. mi irrigidì quando la sua mano scese lungo il mio avambraccio per poi trovare la mia.

"Uh, Petra sto con una persona." scostai subito la mano della sua e stavolta fui io a guardarla. Sotto all'espressione più indifferente e dura che riuscì a intavolare nascosi il cuore in preda al panico.

"Cosa?" chiese, guardandomi incredula.

"Sto con una persona, Petra." ripetei lentamente, scandendo ogni lettera. Lei sbattè gli occhi sorpresa e, reprimendo un sorriso stupito, continuò.

"E chi è?"

"Ci siamo conosciuti nell'Istituto." mormorai, non volendo dare troppi dettagli che avrebbero potuto mandarla in tilt.

"Ma non è una scuola per soli maschi?" mi osservò confusa ed io annuii.

"Già, esattamente." iniziai a camminare a lato del muro, ma non sfuggì al suo ghigno.

"Okay, ci sta. Sei già stato a letto con qualche ragazzo in passato." fece una pausa. Erano evidenti nello sguardo assorto le macchinazioni della sua mente scaltra. Diedi un'altra occhiata in giro. Perché la sua macchina non si vedeva da nessuna parte? Dannazione.

"Ma... se hai con lui lo stesso rapporto che avevi con me, non dovrebbe dispiacergli se ti diverti un po' questo weekend." rabbrividii per il tono malizioso e subito dopo sentii le sue labbra schioccare sul mio collo rigido. Mi impalai sul posto. Tutto perse senso e il cuore si fermò nel petto insieme al respiro. Il senso di colpa e il rimorso iniziarono a pompare veloci nelle vene al posto del sangue. Il poco ottimismo che avevo nel pensare che sarebbe andato tutto bene era già un lontano ricordo. Era stata colpa mia. Avevo permesso che succedesse. Recuperai il respiro mozzato, cercando di combattere la convinzione che ero solo capace di rovinare tutto e la costante vocina che mi sussurrava di smettere di esistere.

"Senti, non è come per noi due. Io lo amo, Petra. Gli ho detto che lo amo." sbottai per l'agitazione. Nascosi il tremore del corpo incrociando le braccia al petto. Gli occhi marroni di Petra schizzarono letteralmente fuori dalle orbite.

JUST FIVE DAYS (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora