Piroetta

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I miei occhi accarezzano i lineamenti del suo viso, è dannatamente bella la mia Alessandra,ma è anche tanto stanca.
Lo percepisco dai suoi occhi e dal suo volto scavato profondamente dal dolore.
Anche il suo corpo appare fragile tra le mie mani,mi dà la sensazione di stringere a me una ballerina fatta di ceramica delicata che esegue la sua piroetta mantenendosi sulle punte nonostante le cicatrici che quel esercizio gli ha causato.
Cicatrici che la mia piccola Alessandra ha dovuto affrontare da sola.
Mentre combattevo contro me stesso per cercare di dimenticarla per impormi di non cercarla, lei stava affrontando l'inverno più freddo della sua vita,ed io non ero lì a riscaldargli il cuore.
Solo ora riesco appieno a capire ciò che la mia delicata ma infrangibile donna ha fatto in questi mesi,sono qui in sala di rianimazione da solo 5 ore e non riesco già più a contare le vittime.
Sono un medico mi ripeto per non perdere quell'equilibrio che mi serve per fare la scelta giusta.
Ma quale sarebbe la scelta giusta quando devi scegliere chi salvare o chi devi condannare a morte certa.
In passato durante le guerre veniva data la priorità ai soldati che potevano ritornare a combattere a quelli più forti con più speranze di sopravvivenza.
Ma come posso riuscire a capire chi di loro ha la battaglia più importante da affrontare.
E se tra loro ci fosse un padre che deve tornare da suo figlio, o una donna che deve chiedere scusa all'uomo che ama, e se ci fosse un nonno che deve ritornare dal suo nipotino per insegnargli la saggezza?
Quella saggezza che ormai nel mondo sta andando via con questa tremenda pandemia che vede colpire soprattutto la generazioni forti quelli che sono sopravvissuti alla guerra e alla povertà e che ancora una volta devono rinunciare a qualcosa per dare spazio ai più giovani.
" Scegli Filippo non puoi indugiare"
E dopo aver scelto la prima volta, sembra che la seconda sia meno dolorosa,sulla terza ci pensi un attimo,ma alla quarta sentenza di morte tutto diventa una prassi, ed è lì che ho capito che davvero ci si può abituare a tutto.
Il mio sguardo si poggia per un attimo fuori dalla finestra come per poter evadere da tutto ciò che sta capitando.
Il sole riscalda il cielo limpido di questa mattina e per un attimo quella serenità rubata al mio lavoro li porta al pensiero di Alessandra.
Chissà se è riuscita a riposarsi un po'?
Chissà se mi ha pensato anche solo per un attimo?
Il rumore tremendo dei caschi respiratori distoglie immediatamente il mio pensiero riportandolo su un paziente che con un filo di forza mi fa segno di avvicinarmi.
Lo faccio immediatamente, Ma quei passi che mi portarono a lui furono quelli che hanno decretato definitivamente lo spezzarsi della mia anima.

"Mi dica"

"Dottore La prego Devo dirle qualcosa di importante ma non mi interrompa tanto io non potrei sentirla il rumore forte del casco impedisce di sentire qualsiasi cosa.
Avrei dovuto dirlo alla dottoressa Alessandra ma lei oggi non c'è e spero tanto che non gli sia successo nulla di grave e così cara quella ragazza in questi mesi mi ha permesso più volte di chiamare mia moglie e i miei figli dal suo cellulare anche se non potevo parlare lo faceva lei al mio posto rassicurando i miei cari e facendoci almeno vedere."

"Mi dispiace non ho con me il cellulare"
Dico quasi vergognandomi e gesticolando per farmi capire,ma mentre cerco il modo di comunicare mi viene in mente che ci è stato chiesto di non portare oggetti in questo reparto al di fuori delle cose strettamente legate al nostro lavoro eppure il cuore della mia Alessandra è andato contro il protocollo,pur di alleviare il dolore di queste persone.

" Dottore non voglio chiamare,anche perché la dottoressa Alessandra ha rimasto qui il suo cellulare per dare a tutti la possibilità di sentirsi con i propri cari,ma non voglio che mi vedano in questa condizione.
Sento di essere ormai vicino a dover dire addio alle cose belle che rappresentano la mia vita,e vorrei che la mia famiglia ma soprattutto mia moglie sappia che non ho avuto paura,neanche quando vedevo gli occhi tristi, spaventati e stanchi della bella dottoressa, perché in quegli occhi leggevo la voglia di provare l'impossibile e soprattutto la determinazione di non arrendersi.
La prego non dica a mia moglie di avermi visto piangere,ma le ricordi che fino alla fine ho sognato di stringerla a me,proprio come abbiamo fatto l'anno scorso quando i nostri ragazzi ci hanno preparato la festa del nostro 49 anniversario e ballando lo stretta al mio cuore.
Gli dica che ho portato con me questo ricordo e che il mio ultimo respiro lo esalato pronunciando lo stesso si che 49 anni fa gli dissi in quella cappella che ci vide sposarci.
Le racconti la prego che i miei occhi si sono chiusi serenamente e il mio viso era disteso e tranquillo.
Non gli faccia capire che verrò messo in un sacco nero e che non sarò vestito,per me non è un problema perché a questo mondo sono venuto nudo e fin da sempre ho saputo che non avrei potuto portare nulla con me.
Ma la mia cara moglie mi ha inviato in queste settimane dei pigiami così belli per farmi sentire il suo amore e non sopporterebbe sapermi al freddo nel buio della terra.
Non voglio che soffrano o che si sentano in colpa perché io dottore sono felice, so che nella mia vita ho fatto tutto ciò che potevo per dare Amore,e non ho rimpianti perché ho dato ad ognuno di loro dei ricordi piacevoli da ricordare."

Mentre ascolto quello che sembra un testamento dettato dal cuore,mi rendo conto che la mia mano sta tenendo la sua.
Mi dispiace che l'ultimo tocco che quest'uomo avrà sarà dato da una mano sconosciuta fasciata da un guanto di lattice.
Ma sento la necessità di rassicurarlo e ho ben capito che le parole non avrebbero avuto senso.
Quindi strappo un foglio dal mio prontuario e inizio a scrivere ogni sua parola so che non scriverò un briciolo di verità,ma questo permetterà a quella famiglia di non impazzire e a quest'uomo di morire sereno.




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