Sé solo...

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Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano
(Emily Dickinson)

Pensavo e ripensavo a tutto quello che il suo cuore aveva sopportato in questi giorni,e il tormento mi assaliva,per non poterla aiutare.
Come potevo cancellare il vuoto che percepivo nei suoi occhi?
Cosa avrei potuto fare per rivedere un sorriso sul suo viso?
Cosa mi sarei inventato per farla ritornare a sperare,per farla ritornare a sognare,ma soprattutto cosa avrei potuto fare per farla ritornare a vivere.
Sapevo molto bene il dolore la rabbia e la paura che la stava consumando,ma ero anche consapevole che la sua fragilità l' avrebbe allontanata da me.
Dovevo agire e farlo anche molto presto,ma sotto pressione non mi venivano grandi idee,tranne il fatto che dovevo allontanarla da Napoli,da quella casa e soprattutto da quei ricordi così dolorosi.
Probabilmente lei lo avrebbe percepito come un distacco forzato da quel guscio protettivo, ma infido che la sua testa e il suo cuore avevano costruito per proteggersi da questo cataclisma.
Ma dovevo fare l'impossibile per convincerla, e l'unica cosa su cui potevo contare era la sua generosità se riuscivo a farle credere che volevo allontanarmi per un po',il suo amore per me avrebbe fatto deporre i suoi desideri.
La mia Alessandra avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendermi felice ed ora l'unica cosa che mi avrebbe reso tale era riuscire a farle vedere che nonostante tutto la vita va avanti non ci si può rimanere ancorati al passato perché il futuro avrebbe dovuto finalmente pareggiare i conti e donarci la felicità che meritavamo.
Do uno sguardo a Internet per usufruire di qualche buon idea,ma scarto a priori l' idea di qualche meta balneare,il sole e il mare non offrono il giusto relax .
Mentre penso a cosa non possa farle bene,mi viene in mente di aver letto qualche tempo fa lo spettacolo naturale che abbiamo a pochi passi dalla Campania e cioè l' ultimo ghiacciaio degli Appennini che si trova a qualche ora di macchina da qui.
Anche questa volta internet mi viene in aiuto,faccio qualche ricerca veloce e vedo che si trova sul Gran sasso in Abruzzo.
Il posto oltre ad essere meraviglioso e caratterizzato dal fatto che è a rischio d' estinzione per colpa degli agenti atmosferici ormai impazziti.
Un idea immediatamente nasce tra i miei pensieri se riuscissi a farle vedere con i suoi occhi come degli agenti esterni possono corrodere e deturpare qualcosa di meraviglioso,forse capirebbe che rimanere attaccati al dolore,per sentirsi meno sola,meno in colpa, contribuirebbe solo a far sparire la donna eccezionale di cui mi sono innamorato e a far emergere la sua copia sbiadita,priva di sentimenti e di qualità.
Organizzo velocemente le cose e corro da lei,per condividere quest'idea.
Il suo sguardo spento,mi accoglie nel migliore dei modi per nascondere l' apatia che caratterizza il suo volto da giorni.
" Tesoro ho organizzato un piccolo viaggio,per riorganizzare la nostra vita e per riacquistare un briciolo di equilibrio.
So che potresti non sentirti pronta,ma ne ho davvero bisogno almeno per qualche giorno."
" Va bene"
La sua rassegnazione accompagnata da una risposta a monosillabi mi dà ancora di più l' idea che ha bisogno che me ne prenda cura.
I due giorni seguenti che ci servirono per la preparazione del viaggio furono un altalena di sorrisi forzati e un insieme di si detti senza convizione,ma ero sicuro che cambiare un po' la routine della sua vita gli avrebbe dato una nuova linfa.
Le 5 ore di auto furono interminabili sembrava stesse rinchiusa in una gabbia, e non vedesse l'ora di trovare la sua libertà.
Le sue dita continuavano a pichierellare la maniglia della porta,e le sue gambe sembravano non trovare la giusta posizione,fino a quando finalmente dopo tre ore di viaggio si appisolò sul sedile.
Sarei stato a guardarla per ore, perché la mia Alessandra era sempre bellissima,ma ora rivederla così inerme mentre dormiva sulla mia spalla,mi fece sentire il peso di doverla aiutare,di dover portare un po' di serenità sul suo viso anche quando era sveglia e i pensieri la tormentavano.
Finalmente arrivammo in hotel eravamo molto stanchi,e soprattutto il suo pisolino non era servito per riportarla un po' di gioia.
La stanza che avevo prenotato era davvero magnifica,ma ciò che rendeva meraviglioso quel posto era la veduta strepitosa del Gran Sasso,sembrava potessimo toccarlo con mano.
Nella mia prenotazione avevo precisato che desideravo fiori e candele in camera, e fu tutto ben organizzato anche se questo riuscì solo a sortire l' effetto contrario.
Infatti alla vista di tutto questo romanticismo, i suoi occhi mi hanno condannato ingiustamente per aver esagerato visto la situazione.
Ma non mi sarei arreso,in una guerra si può perdere qualche battaglia e io non avrei permesso che la sua apatia vincesse definitivamente.
Ci addormentammo come due estranei, il suo corpo fuggiva lontano dal mio contatto,quando avrei voluto che si girasse,e mi prendesse la mano o come sua abitudine si addormentasse tra le mie braccia.
Ma finché rimase sveglia tutto questo non accadde,sembrava che tra noi ci fossero delle barriere enormi che non potessimo superare,un off limits delineato dalla sua mente e accettato dal mio cuore.
Dopo ore di pensieri e paranoie finalmente i miei occhi si chiusero per la stanchezza,ma ciò che non mi aspettavo e che il mio corpo come una calamità, durante la notte si è lasciato attrarre dal suo profumo.
Mi sono svegliato tenendola stretta a me, eravamo un intreccio di corpi dove non si capiva chi era Alessandra e chi era Filippo eravamo solo noi un unica meravigliosa realtà.
Dopo qualche istante si svegliò anche la mia dolce ragazzina che finalmente dopo tanti giorni mi sorrise dandomi la gioia della speranza.
Ero felice,forse la mia idea aveva funzionato stava dando dei risultati,ma non dovevo fermarmi altrimenti avrei rischiato di farla cadere di nuovo in quel baratro.
Gli feci portare la colazione più abbondante e buona mai fatta e dopo aver spiluccato qualcosa ci vediamo per andare a vedere finalmente il nostro ghiacciaio.
La scalata non fu molto semplice ma lo spettacolo che si presentò davanti ai nostri occhi fu qualcosa d' indescrivibile.
Sapere che era una cosa che stava morendo a causa di fattori esterni metteva tristezza ma la sua bellezza era caratterizzata proprio dal fatto che nonostante questo pericolo per centinaia di anni era vissuto portando in se tante albe e tanti tramonti che da qui su sono qualcosa di meraviglioso.
Mentre la guida era distratto a spiegare i dettagli del ghiacciaio mi avvicinai ad Alessandra e gli sussurrai il motivo per cui avevo pensato di portarla qui.
Quello che fino a quel secondo sembrava la scelta giusta,si dimostrò essere un azzardo sbagliato, infatti i suoi occhi che da giorni erano spenti,si accesero di una scintilla ghiacciata incolpandomi di tutto.
Quel dolore che aveva trattenuto ora stava emergendo e scagliandosi su me.
La vedo andare via e non trovo la forza di fermarla e solo il mio cuore che chiede in silenzio: " Ti prego Alessandra non andare via.
Ti prego Alessandra ritorna tra le mie braccia ..
Ti prego Alessandra non ci facciamo altro male perché non credo di poterlo più sopportare..

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