Adriano Trevisan( e tutti quelli che non hanno nome)

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Entrare in ospedale a Codogno è davvero straziante, nonostante faccia il medico da tanti anni non mi era mai capitata una situazione simile.
Prima di poter entrare all'interno della struttura vengo sottoposto a diversi controlli effettuati in ospedali da campo costruiti con tendoni enormi.
Nonostante siamo a fine Aprile il caldo si fa sentire prepotentemente, e sotto queste tende l' aria diventa insopportabile per fortuna la risposta del tampone non tarda ad arrivare e mi invitano ad andare all' interno della struttura.
Nell'istante in cui entrò mi sembra di vivere  una scena da  film in cui il protagonista si ritrova in una situazione postbellica.
Ci sono infermieri e personale sanitario vestito da testa a piedi con tuniche bianche e caschi protettivi, come figure anonime si muovono freneticamente E per quel poco che riesco a percepire dei loro occhi non promettono nulla di positivo.
Finalmente dopo innumerevoli corridoi contrassegnati da divieti d'accesso causa COVID arriviamo nello studio di Giacomo.
Nonostante siamo amici da così tanto tempo quasi non lo riconosco, hai il viso piegato dal dolore e dalla stanchezza, e  i suoi occhi trasmettono la sensazione di impotenza di fronte a qualcosa di troppo grande e inumano.
Il suo sorriso sincero nel vedermi e subito smorzato dei pensieri negativi che chiaramente vuole trasmettermi.
La sua Professionalità gli impedisce di non dirmi la realtà dei fatti Ma la sua amicizia inplora silenziosamente un grazie per aver accettato la sua richiesta di aiuto.
Dopo avermi detto tutte le procedure di sicurezza dei seguire mi avverte che lavorerò affiancato da un'altra dottoressa.
E questa volta vedo un sorriso disteso sul suo volto quasi inappropriato per la situazione di cui mi ha parlato fino a qualche istante fa.
"Lavorerai con Alessandra"
Lo Guardo come se le sue parole non avessero emesso suono, e per capacitarmi di aver capito male richiedo: "La mia Alessandra è qui?"

"Sì Filippo qualche settimana fa ho chiesto anche a lei di aiutarmi"

Un colpo ben assestato allo stomaco blocca istintivamente la mia razionalità, pensavo fosse al sicuro lontano da questo caos distruttivo invece me la ritrovo che in prima linea a combattere un nemico spietato.
Sono orgoglioso di lei ma la paura che gli può succedere qualcosa mi paralizza, lei è la mia unica ragione di vita e se gli dovesse capitare qualcosa non avrebbe più senso vivere per me.
So che è ingiusto pensare a questo visto le innumerevoli persone che stanno combattendo per vivere, ma davvero non avrei la forza di reagire se dovesse succedere qualsiasi cosa alla mia Alessandra.
Giacomo mi riporta alla realtà, innanzitutto rassicurandomi che Alessandra sta bene è che nonostante tutto finalmente è consapevole di potercela fare, inoltre sì scusa per non avermi detto prima che Alessandra faceva parte dell'equipe Ma aveva paura che i contrasti sorti tra noi, mi avrebbero impedito di fare la cosa giusta.

"Non so esattamente cosa sia successo tra voi ma quando qualche mese fa l'ho incontrata nei corridoi dell'ospedale mentre faceva dei controlli prima che succedesse tutto questo, mi fece promettere di non dirti nulla è soprattutto di non dirti che era qui a Codogno.
Ho cercato di farmi dire il motivo ma sembrava imprigionata in una realtà tutta sua in cui io non ero il benvenuto.
Poi c'è stata l'emergenza e quando gli ho chiesto aiuto il suo buon cuore non ha saputo dirmi di no.
Ora però sorge un problema non ho detto nemmeno a lei che saresti venuto, volevo che parlaste da vicino, avete tante cose da mettere in chiaro e dovete farlo innanzitutto per voi due e poi per ritrovare la forza necessaria per affrontare l'inferno che si sta scatenando sull'Italia e soprattutto in questo ospedale."
Non finisce nemmeno di parlare che qualcuno bussa alla porta.
Giacomo dice solo :"avanti"
E non ho bisogno di ascoltare altro il mio corpo scatta sull'allerta conoscendo a priori di chi fossero quei passi.
I nostri occhi si scrutano e analizzano ogni centimetro che ci separa come se entrambi stessimo aspettando solo di buttarci l'uno nelle braccia dell'altro.
Ma rimaniamo Fermi immobili dall'eccitazione, cala solo il silenzio dettato dalle emozioni ma il frastuono dei nostri pensieri è molto chiaro.
Sento il suo cuore dire  : "Sorridi Alessandra finalmente ciò che ti mancava per andare avanti e qui di fronte a te"
Mentre il mio sussurra senza voce: "Respira Filippo finalmente il tuo ossigeno e qui davanti a te."
A rompere il silenzio ci pensa Giacomo che invita Alessandra a sedersi al mio fianco e gli spiega in breve il perché della mia presenza, dopo qualche breve delucidazione ci lascia da soli affermando con tono perentorio che usciti da quella stanza saremo diventati una squadra pronta a combattere il covid e non con rimorsi e cose non dette perché tutte le nostre forze sarebbero servite per aiutare le persone.
Un discorso logico visto la situazione ma da dove potevamo cominciare, quali parole avremmo potuto dire per far capire il vuoto che entrambi avevamo sentito.
Contro tutte le mie aspettative a prendere la parola è proprio Alessandra.
"Mi dispiace, sono scappata via facendoti molto male, ma credimi ne ho fatto tanto anche a me.
Questa non vuole essere una scusa per quello che ho fatto, merito esattamente il dolore che ho provato nel lasciarti da solo, Ma voglio che tu sappia che non c'è stato un solo istante che non abbia maledetto la mia insicurezza."
Queste parole mi fanno tanta rabbia e sbotto d'un colpo: "Perché allora non mi hai cercato?"
"Non potevo farlo Filippo è per un motivo che forse ora trovo banale, mi sentivo un peso e non volevo gravare su di te la mia situazione.
Conosci molto bene la mia storia fin da piccola ho badato a qualcuno, la Alessandra che hai conosciuto viveva solo per sopperire alle carenze di mia madre, e quando lei è venuta meno non mi sono più riconosciuta.
Mi sentivo vuota inadeguata ma soprattutto non volevo che tu vedessi quel tipo di persona che ero diventata, la cosa più semplice da fare era andare via e datti la possibilità di essere felice con una vera donna."

"Tu credi davvero che io sarei potuto essere felice con un'altra donna al mio fianco?"
"Filippo La mia fragilità ha imposto le regole alla mia razionalità, e non riuscivo a distinguere il dolore dalla paura, purtroppo la vita mi ha insegnato tantissime cose in questo periodo e quando finalmente mi sentivo pronta per poterti cercare il destino ancora una volta si è accanito contro di me, purtroppo questa volta coinvolgendo il mondo intero.
C'era bisogno di me di quella Alessandra che si sentiva inutile e inopportuna,così mi sono fatta forza tenendomi stretta i ricordi e sono andata avanti.
Non volevo coinvolgerti in una situazione così rischiosa, perché sapevo che saresti corso a proteggermi,Quindi mi sono fatta forte e sono andata avanti affrontando delle cose indicibili che questa pandemia ha portato con sé.
In televisione si parla tanto di Adriano Trevisan il primo morto da covid del nostro paese i giornalisti hanno spulciato la sua vita i suoi cari i suoi affetti più importanti, ma quello che succede alle innumerevoli vittime che ogni giorno vediamo passare sotto i nostri occhi, la loro storia i loro cari i loro sogni sono diventati solo un bollettino di morte.
Il dolore è stato assuefatto dalla routine è l'unica cosa che mi dava la forza di andare avanti era saperti al sicuro.
Ma ora sei qui e per quanto il mio cuore sta facendo i salti di gioia ho paura perché so quanto è aggressivo è Crudele questo virus che si scaglia contro chiunque."

"Quindi il tuo cuore sta facendo i salti di gioia?"

"Filippo sei incorreggibile di tutto il mio discorso hai ascoltato solo l'ultima parte?"
"Era la parte che aspettavo di sentire da troppo tempo"
In un istante ci siamo trovati in un caldo abbraccio che ha cancellato per un attimo tutto ciò che di brutto era capitato e stava capitando..
Filippo e Alessandra erano di nuovo insieme E questa volta per affrontare la battaglia più dura della loro vita.

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