Ci sono migliaia di motivi che possono portare una persona alla follia, ma io credo che ne esiste uno peggiore di tutti capace di intrappolare la tua mente il tuo corpo in un limbo di dolore che non ti permette di agire.
Di cosa sto parlando?
Beh era inevitabile che arrivasse questo momento è l'unico modo che ho di poter spiegare esattamente come mi sento e avere un foglio bianco e una penna tra le mani per poter scrivere ciò che non riesco a portare fuori, con le mie emozioni e i miei tormenti.
Le uniche parole che ricordo di una cerimonia ingiusta che dava l'addio a mia madre sono state pronunciate stupidamente:"Ora è l'angelo più bello del paradiso figliola"
Un Dio crudele che per abbellire il suo parterre mi ha portato via prima mio padre e poi mia madre, ed ora a chi tocca?
Chi vuoi portarmi via?
Ed io sono troppo poco per te ?
Non valgo abbastanza ?
Perché hai scelto lei e non hai preso me?
Quante sciocchezze può sopportare ancora la mia intelligenza ,ma soprattutto con quale paura posso ancora andare avanti e se un giorno il Dio di turno decidesse che deve portarmi via anche il mio Filippo.
Come potrei vivere completamente sola ?
Cerco di distrarmi stringendo mani e ascoltando condoglianze ma il mio unico pensiero ritorna prepotentemente al corpo senza vita di mia madre adagiato serenamente in quella bara.
Come posso gestire la mancanza di qualcuno con cui condividevo ogni istante della mia vita, quell'essere a cui ho affidato la mia vita fin quando ero un embrione e a cui ricorrevo per ogni turbamento o gioia che il mio cuore poteva provare.
La mia agonia lentamente mi sta facendo morire di una morte non fisica che spegne ogni mia speranza positiva,ogni qual volta la mia mano calda sfiora il suo viso marmoreo.
Le ore passano i minuti scorrono ma per quanto cerchi di andare avanti, di concentrarmi su quello che mi rimane mi accorgo che mi basta un odore un suono o una risata felice che mi ricordo di lei e del vuoto che ha lasciato dentro me.
Devi andare avanti lo devi fare per lei, faccio appello a quel poco di forza che ancora mi rimane e tendo la mano verso l'unica persona che in questo momento desidero al mio fianco la mia ancora la mia salvezza.
Con lui non ho bisogno di fare i sorrisi di circostanza perché sa esattamente cosa provo.
Prima di me ha dovuto realizzare che le persone che amiamo a volte vanno via per sempre, lasciandoti il vuoto di non poterle più abbracciare di non potergli più dire quanto sono importanti per noi.
Ma io a differenza sua il mio ultimo abbraccio lo avevo preteso, anche sapendo che ormai non aveva più forze per stringermi a lei.
Mentre stava esalando il suo ultimo respiro ero tra le sue braccia, e mi ricordava quanto mi amasse e come era orgogliosa di me.
È a questo ricordo che devo aggrapparmi mentre cerco di sopravvivere, e di resistere almeno fino a quando questo dolore così tremendo non si prenderà una pausa per farmi respirare.
Quando abbiamo scoperto la malattia di mia mamma un paio di anni prima, per metabolizzare la paura di perderla cercavo con la mia immaginazione di prepararmi psicologicamente alla sua morte.Immaginandomi gli scenari più tristi di quel momento come quando si sarebbe chiusa la bara,e non l'avrei mai più rivista, oppure la prima manciata di terreno posata sul suo giaciglio eterno,come potevo guardare sapendo che era claustrofobica ed ora veniva ricoperta da fredda terra,oppure immaginarla ricoperta dai suoi fiori preferiti ma che ormai non poteva vedere più.
Ma nulla di quello che ho potuto immaginare si può paragonare al senso di impotenza che ho provato oggi a non poterla riportare da me.
Ero io la sua bambina che la chiamava ma non mi rispondeva più.
Ero io la sua bambina che piangeva disperata ma questa volta non c'erano le sue braccia a sorreggermi e a tirarmi su.
Ero io la sua Alessandra che moriva un po' con lei.Per fortuna la gente è andata via,e io cerco di sistemare qualunque cosa pur di non fermarmi,pur di non pensare.
Filippo è al mio fianco pronto a sorreggermi perché sa molto bene che solo questione di minuti prima che crolli.
Infatti mi basta incrociare con lo sguardo una sua foto adagiata sul mobile che quel briciolo di forza si evapora scomparendo completamente.
Ed è lì che due forti braccia mi stringono per proteggermi,mi sovrasta con il suo corpo come se volesse prendere su se i dardi infuocati che un dolore immenso stesse cercando di colpirmi mortalmente.
Ma il mio scudo umano rimane immobile,mi fascia le ferite con i suoi baci e le sue attenzioni.
Quella notte entrambi non ci aspettavamo di dormire, soprattutto in quella casa che trasudava di ricordi,ma il suo dolce abbraccio mi ha fatto percepire lo stesso amore profondo e genuino che mia madre e mio padre provavano per me e insieme sognammo la felicità che ci saremo costruiti.
qualche settimana dopo decidemmo di allontanarci un po' da Napoli,da quando ci eravamo sposati per le condizioni di mamma, non ci eravamo spostati da casa perché volevamo goderci ogni istante.
Ma ora era asfissiante ricordare,quindi Filippo aveva organizzato un viaggio non troppo lontano,ma che servisse ad entrambi ma soprattutto per me di ritrovare un equilibrio che ormai avevo perso.
La sua idea non mi è sembrò subito buona,ma in fondo avevo rovinato fin troppo la sua vita,con un matrimonio affrettato una mancata luna di miele e il doversi subire la malattia e la morte della suocera.. quindi era giusto che accettassi senza protestare,e così feci con il cuore e la mente in lutto, accettai per senso di dovere.
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Succede all'improvviso
ChickLitUna diligente studentessa si trova dopo anni a combattere un dolore devastante che mina a distruggere tutto quello che ha costruito fin a quel momento. Ma la vita a volte ti porta delle persone che non avremmo mai cercato o notato ma che in un attim...