/CAPITOLO 48/

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"Padre"
"Figlia mia, quanto tempo" rispose la voce gutturale provocando un altro brivido che si propagò in tutto il corpo della ragazza.
Clarissa rimase senza parole. Si trovava davanti a Ade, il dio dei morti, il dio dell'oltretomba, colui che fu cacciato dall'Olimpo per ordine di Zeus in persona, suo padre.
La figura si liberò dall'ombra e si rivelò.
La camminata sicura, la testa alta, le spalle larghe; l'uomo era alto e possente, irradiava potenza e incuteva timore da tutti i pori.
Nei suoi occhi comparve un guizzo di orgoglio alla vista della figlia.
Scosse il capo e i suoi capelli presero fuoco, una fiamma blu se ne impadronì.

Scosse il capo e i suoi capelli presero fuoco, una fiamma blu se ne impadronì

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Clarissa rimase senza parole.
"Sapevo saresti venuta" affermò mentre un ghigno malvagio prese possesso della sua espressione "hai sentito il richiamo vero?" chiese poi con voce fiera.
"Il cristallo dell'Olimpo" sussurrò la ragazza ancora incredula.
"Esattamente. Il tuo caro Peter Pan ha un debito da pagare" iniziò avvicinandosi a lei "e con il cristallo il debito sarà saldato"
"C-cosa? E come?" domandò lei cercando di nascondere la preoccupazione, ma la sua voce era tremante e trapelava paura.
Il Dio era ormai a due passi da lei, la sua sola vicinanza bastava per far si che tutti i nervi della ragazza fossero sull'attenti.
"Quando la potenza del cristallo lo annienterà, lui diventerà un misero cumulo di polvere"
"No" mormorò Clarissa. La sola idea della morte di Peter la mandava fuori di testa, le proiettava un vuoto nello stomaco.
"Si Clarissa" continuò il Dio "lui deve morire, a meno che..."
La voce di Ade lasciava sotto intendere qualcosa di pericoloso ma la ragazza era determinata a sapere "A meno che cosa"

"Tu siederai al mio fianco, regnerai sull'Oltretomba come ti spetta di diritto. E io lo risparmierò, lascerò tornare tutti sull'Isola sani e salvi" disse "oppure, li ucciderò tutti figlia mia, uno a uno e tu sarai spettatrice"
A quelle parole Clary si perse nei meandri della sua mente, rotta, spezzata in due dall'avvertimento.
"No" mormorò più a se stessa. Stentava a crederci, non voleva farlo. Certo, per Peter avrebbe sacrificato se stessa, ma con quella minaccia suo padre avrebbe potuto ricattarla in eterno.
"Non vorrai mica provare la Sua morte di nuovo vero?" chiese il Dio provocandola.
"E tu come lo sai?" chiese Clary alzando la testa e la voce. Gli occhi le si fecero lucidi dalla rabbia e dal nervoso, le mani tremavano eppure non si era mai sentita così coraggiosa.
Sfidare un Dio.
Ecco cosa stava facendo.
Ma per Peter lo avrebbe fatto a testa alta.
Come poteva suo padre sapere cosa aveva visto precedentemente?
"Ah, a proposito figlia mia, complimenti. Sei sopravvissuta ad Agramon, il Demone della Paura" affermò Ade compiaciuto, come se fosse fiero di lei.
"Agramon" ripetè Clarissa insicura.
Ma certo! La visione di prima era il suo timore di più grande, la morte di Peter.
"Si. Un Demone Superiore. Prende le sembianze di quello che più temi per poi ucciderti lentamente finché non muori direttamente di paura. Sei una ragazza forte figlia mia, nessuno sopravvive a un Demone Superiore." continuò con tono orgoglioso.
"I miei amici, Peter. D-dove sono?" urlò guardandolo negli occhi.
"Non hanno affrontato Agramon, se è questo che ti stai chiedendo." spiegò facendo spallucce, d'altronde non gliene importava nulla. Nulla tranne che di Lei.
"Dove sono?" chiese più forte. Sentiva l'ira propagarsi nelle vene e le sue iridi farsi rosse.
"In una cella" rispose con noncuranza "avevo bisogno di tenerli lontani da te. Dovevi essere qui. Con me. Siediti su questo trono figlia mia, adempi al tuo destino. E loro saranno al sicuro." il Dio sfoderò un ghigno malvagio.
"Tu sei nata per questo Clarissa, sei come me. Tale padre tale figlia" sibilò.
La ragazza si mise le mani tra i capelli e scosse il capo.
No. No. No.
Non era come lui. Non era un mostro ossessionato dal potere e dal controllo.
"Io non sono come te!" gridò la ragazza  con ogni fibra del suo essere "non sarò mai come te. Mai."
Il Dio si mise a ridere. Una risata impertinente e beffarda, ma il tono era profondo.
Seguì un attimo di silenzio, quasi assordante in cui la guardò negli occhi. Clarissa sostenne lo sguardo, cercando di non mostrare paura, cercando di dimostrare che credeva alla su affermazione.
"Assomigli a tua madre" disse poi Ade scrutandola attentamente.

/spazio autrice/
eccomi qui con un altro capitolo... finalmente conosciamo il famoso padre di Clary
che ne pensate?
cosa succederà?

mi scuso per il ritardo... ma con la scuola faccio una fatica tremenda, vi avviso che i miei aggiornamenti saranno così lenti ancora per un po'...💚
baci dalla vostra bimba sperduta!

Take me to Neverland (Peter Pan Ouat)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora