/CAPITOLO 46/

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Clarissa's Pov
Eravamo pronti.

La notte calò e noi tutti ci posizionammo come Peter aveva ordinato.
In cerchio intorno alla roccia prestabilita.
"Dovremmo, che ne so, fare una specie di rituale?" chiesi nascondendo una vena d'ironia.
"Clarissa" mi ammonì.
Alzai gli occhi al cielo divertita reprimendo a fatica una risata, seguita da Felix.
Ci guadagnammo un'occhiataccia da Peter che  invece sembrava non voler accennare nemmeno un sorriso.
La vena sul collo pulsava dalla concentrazione.
"Pan" disse Uncino come per per richiamare l'attenzione "come facciamo?"

Il momento era arrivato.
Peter distese le braccia verso la pietra e cominciò a cantilenare "facilis descensus averno"
Dalle sue mani si sprigionò una luce nera
"facilis descensus averno" ripeté
La pietra cominciò a tremare
"facilis descensus averno"

Una scossa si propagò sulla spiaggia e su tutta l'Isola.
La pietra si alzò rivelando una buca nella sabbia con muri di pietra e una scala a chiocciola che portava di sotto.

La pietra si alzò rivelando una buca nella sabbia con muri di pietra e una scala a chiocciola che portava di sotto

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"Per di qua" affermò poi e iniziammo la discesa.
Ma prima Peter, accorgendosi della mia agitazione, mi afferrò la mano e mi rivolse uno sguardo

Ma prima Peter, accorgendosi della mia agitazione, mi afferrò la mano e mi rivolse uno sguardo

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"Andrà tutto bene" non lo disse, ma i suoi occhi me lo fecero capire.
Annuii convinta.
Stavamo andando all'Inferno, ma per lui lo avrei fatto a testa alta

Cominciammo a scendere e scalino per scalino la paura cresceva in noi.
Paura dell'ignoto, dell'imminente scontro, paura di qualcosa che stava per accadere.

Man mano che scendevamo l'oscurità sembrava inghiottirci, l'aria si faceva più densa rendendoci difficile persino respirare.
Dopo un tempo interminabile le scale giunsero alla fine.
Ci trovammo davanti ad una porticina di legno scuro intarsiata d'avorio, che ritraeva Lui, mio padre Ade seduto su un trono circondato dal fiume delle anime che regnava sull'Oltretomba, e al suo cospetto i suoi sudditi, coloro che abitavano quelle terre maledette.
Guardai Peter.
Poi Killian.
Felix parlò "Immagino sia arrivato il momento" la sua voce era vagamente tremante.
"Non si torna indietro" dissi io.
"Pan mostraci come fare" aggiunse il Capitano.

In quel momento, Trilli si accasciò a terra e cominciò ad agitarsi in preda alle convulsioni.
Un'altra visione.
Ci disponemmo intorno a lei, io le sostenevo il capo per evitare che sbattesse al suolo.
Trasse un respiro profondo e pesante, molto rumoroso e di scatto aprì gli occhi.
"Per entrare, dobbiamo renderci vulnerabili." affermò ancora con l'affanno.
"Cosa intendi?" chiesi
"Dobbiamo rivelare il nostro segreto più profondo" rispose Peter.
Gli occhi vuoti.

"Ma perché? A che scopo?" domandò Felix visibilmente preoccupato

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"Ma perché? A che scopo?" domandò Felix visibilmente preoccupato.
A quel punto capii.
"Per metterci gli uni contro gli altri. Dobbiamo svelare segreti che abbiano il potenziale di distruggerci. Così che per mio padre costituiamo una minaccia minore, saremo più deboli secondo Lui."

Il mio sguardo e quello di Killian si incontrarono.
Sapevamo entrambi il segreto che stava per essere svelato da parte sua.
Avrebbe portato a grandi problemi.
L'equilibrio tra lui e Peter era sottile, scomodo e sembrava potersi rompere da un momento all'altro.
I suoi occhi azzurri come il mare erano allarmati, un oceano in tempesta.
Una tempesta che stava per abbattersi su di noi.
"Okay" disse Peter "facciamolo"

In quell'esatto istante la porta parlò:
"O voi che volete oltrepassarmi.
Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra le anime perdute.
Ma un piccolo monito giunge infine, un prezzo da pagare."
Il suono profondo risuonava nelle nostre menti.
"Capitano Killian Jones" chiamò la voce "il tuo segreto è molto pericoloso. Liberati di questo."
Uncino fece un passo avanti.
Incrociò il mio sguardo per un'ultima volta.

"Sono innamorato di Clarissa"
Silenzio.
"Le proposi si scappare con me, via mare. Una vita di pirata, da Capitano."
Il silenzio diventava man mano più assordante.
"Sono qui solo per lei."

Le iridi di Peter si tinsero di rosso puro, come fiamme scoppiettanti.
Strinse i pugni lungo i fianchi, così tanto che le sue nocche divennero bianche. Le vene risaltavano in superficie.
Sentivo la sua rabbia bruciare.
Se non fosse stato indispensabile per la profezia, Uncino sarebbe morto per mano sua.
Decisi di avvicinarmi, per provare a tranquillizzarlo.
"Peter" lo chiamai
Mi ignorò.
Il soggetto dei suoi pensieri, del suo sguardo era Killian.
Arrivai davanti a lui.
Continuava a non guardarmi.
Temevo una sua reazione.
"Peter" provai a richiamarlo.
Gli poggiai delicatamente i palmi sulle guance, con i pollici disegnai cerchi immaginari sulle gote.
Finalmente mi rivolse uno sguardo.
Deluso, amareggiato, arrabbiato.
Deglutii.
"Avresti dovuto dirmelo" esordì per poi scostarsi.
Tre parole che mi graffiarono nel profondo.
Aveva ragione.
Aveva assolutamente ragione.
Avrei dovuto.
"Peter, io-"
"Perché non l'hai fatto?" il suo tono di voce era fermo, astioso.
Percepivo tutto.
"I-io-" balbettai "m-mi dispiace Peter"
Non disse nulla.
Lo presi come un invito a continuare.
"Non volevo darti altre preoccupazioni. Non- i-io non volevo che questo creasse dei problemi. Non te l'ho detto perché non ho mai sentito il bisogno di fare una scelta. I-io ho scelto te. Io sceglierei te sempre."
Ancora silenzio.
"Peter parlami" sussurrai con gli occhi lucidi.
"E cosa dovrei dirti? Avanti illuminami Clarissa."
"Peter"

Ebbi paura di perderlo. Lì. All'entrata dell'Inferno.
"Mi fidavo cazzo. Dopo tutto pensavo di poterlo fare-"
"Mi dispiace così tanto amore mio" tentai di avvicinarmi, lui si scostò.
"Avrei dovuto dirtelo" continuai, il tono ormai tremante
"Già" disse soltanto

Mi avvicinai, rimase fermo.
Feci un altro passo verso di lui.
Arrivai ad un palmo dal suo petto, sollevai gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono, perdendosi l'uno nell'altro.
Peter scosse il capo
"Peter-"
"Non è necessario. È okay. Ora dobbiamo andare"
"Ma-"
"Niente ma Clarissa"
Mi rivolse uno sguardo profondo, seppur avvilito e diffidente.
Annuii tristemente.
Mi alzai sulle punte per appoggiare le mie labbra sulle sue.
Non reagì, ma non si spostò.

La porta si aprì di scatto.
Era fatta

/spazio autrice/
immenso ritardo... lo so lo so🙈
scusate, recupererò💪🏻

come vi sembra?
che ne pensate?
come si svolgerà il continuo?

xoxo la vostra bimba sperduta💚

Take me to Neverland (Peter Pan Ouat)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora