/CAPITOLO 47/

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Il gruppo oltrepassò la porta in modo cauto, erano tutti sulle spine.
La tensione era palpabile.
Chi avrebbero trovato al di là?
Cosa li attendeva?
Prove? Ostacoli? Sfide?

Peter afferrò la mano di Clarissa come per timore di perderla, Felix e Trilli dietro di loro, Killian guardava le spalle.
Il silenzio pareva assordante, così denso da far perdere i pensieri nei meandri della mente.
L'aria era pesante e respirare diventava sempre più difficile.
Ad un tratto un breve terremoto fece tremare la terra che si divise con una crepa.
Caddero nel vuoto.

Quando Clary aprì gli occhi si trovò completamente circondata da una densa oscurità, davanti a lei una figura... mise a fuoco e un grido di disperazione si lacerò dentro di lei.
Il corpo di Peter, senza vita immerso nel sangue, un pugnale dove dovrebbe esserci stato il cuore.
Il ragazzo non emetteva alcun suono, non respirava neppure.
Tentava e tentava di urlare per chiamare il Suo nome, ma la voce sembrava schiacciata nella gola.
Iniziò a correre, sempre più veloce, nel tentativo di raggiungere il suo amato; ma ad ogni passo il corpo sembrava più distante.
"No" sussurrò a se stessa "non può essere" continuò mentre cominciava a mancarle il respiro "non puoi essere morto"

Il corpo di Peter si accartocciò e si dissolse in una nuvola di polvere.
Clarissa sentì una voce chiamarla, e si voltò.

Lui era lì. In volo. Però era diverso, i lucenti occhi verdi erano stati sostituiti da due iridi color onice e spente, i lineamenti erano più spigolosi e lo sguardo suggeriva pura cattiveria.
"Tu non sei Lui" sussurrò, forse più a se stessa che a altri.
"Oh sì che lo sono. Sono proprio io, il Vero Peter Pan. Quello che ti dirà la verità ragazzina" rispose lui.
Anche la voce era diversa, il tono autoritario ma gentile e con un pizzico di sarcasmo era stato rimpiazzato da un tono vuoto e aspro.
"Cosa stai insinuando?" domandò la ragazza
"Nulla Clarissa. Come fai a non capire?!" rispose sprezzante.
"Capire che cosa?" urlò quasi.
Clary sentì il corpo fremere per la tensione, il polso accelerare e i respiri farsi più irregolari.
L'agitazione e la paura stavano prendendo il sopravvento su di lei.

"Io non ti ho mai amata" sputò con tono derisorio "sei così ingenua piccola Clary"
"Ma-"
"Oh... tu mi servivi soltanto. Il tuo cuore, ricordi? Trilli aveva predetto la mia morte, e tu eri necessaria per salvarmi. Ti ho cercata a lungo, ti ho lavorata per raggiungere il mio scopo. E adesso tu non mi servi più" spiegò tranquillamente. Come se fosse una facile notizia giornaliera.
In un attimo tutti i ricordi le riaffiorarono nella mente: il primo bacio, la prima volta, i bei momenti, i "ti amo", gli scontri,...
Come poteva essere stato tutto finto?

"Non è Lui"
"Non è Lui"
"Non è Lui"
Continuava a ripetersi nella mente.
"Non può essere Lui"
Mentre tentava di trovare una spiegazione plausibile.
"Non sforzarti troppo bambolina. Non c'è niente dietro tutto ciò." disse lui facendo un gesto sprezzante con la mano.
Un ghigno diabolico si dipinse sul suo viso.

Clarissa cominciò a sentire la pressione delle lacrime, si sforzò di non piangere, non poteva.
Non doveva.
Non voleva.
Non davanti a lui.
Non era il Suo Peter.

Non sapeva come reagire a tutto questo.
Una parte di lei era convinta, anzi convintissima, che era una specie di imbroglio.
Ma un tarlo nella sua mente, spingeva nel dire che Lui non era mai esistito e che lei si era solamente fatta abbindolare e usare.
Iniziò a iper ventilare, le dolevano gli occhi per lo sforzo.
Stava crollando.
La paura la stava schiacciando.

Poi un'idea nacque nella sua testa.
La paura.
Poteva essere una prova. Solo una prova.
Un'illusione.
Scosse il capo per riprendersi.
"Tu non sei Lui" disse convinta.
Ricacciò indietro le lacrime.
Sfoggiò un sorriso sghembo, lo aveva imparato dal Suo Peter. Si sentì felice per questo.
"Non sei Peter Pan, non sei il ragazzo che amo. Sei solo un'illusione, frutto della mia paura"

La figura impallidì. Si fermò a mezz'aria.
Clary si accorse di un rumore simile alla ceramica che si rompeva e guardandolo meglio notò che sul suo viso si era formata una crepa.
Aveva ragione.
Era tutto finto.
Sentì il suo respiro tornare regolare, così come il polso. Una nuova energia scorreva in lei.
Come una dose di Antipaura.
"Tu non sei niente" continuò verso la figura.
Le crepe diventarono più spesse e si diffusero per tutto il corpo, fino a che non si ruppe e si sbriciolò diventando polvere.
Una luce bianca la inghiottì, lei chiuse gli occhi e si lasciò trasportare inerme.

Quando aprì gli occhi era in una sala. L'oscurità dominava l'ambiente, l'aria era pesante, sapeva di morte e paura.
Al centro, un trono.
Imponente, incuteva timore anche senza colui che di solito vi sedeva.

"Ben arrivata a casa, Clarissa"La ragazza avvertì una voce che ruppe il silenzio, girò intorno per capire da dove provenisse quel suono

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"Ben arrivata a casa, Clarissa"
La ragazza avvertì una voce che ruppe il silenzio, girò intorno per capire da dove provenisse quel suono.
Una voce baritonale, possente; l'eco la rendeva così gutturale che Clarissa la sentì attraversarle la spina dorsale.
Fin quando da dietro una colonna intravide un'ombra, socchiuse gli occhi per vedere meglio e ne rimase altamente sconvolta.
"Padre"

/spazio autrice/
Ebbene sì, eccoci qui!
Scusatemi per l'immensa attesa ma la scuola mi sta prosciugando.
Nel prossimo capitolo svelerò questa identità misteriosa!

Fatemi sapere cosa ne pensate💚
Xoxo

Take me to Neverland (Peter Pan Ouat)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora