/CAPITOLO 18/

1.1K 44 1
                                    

Clarissa's Pov
"Nessuno può abbandonarla senza il Mio permesso"

Clarissa's Pov "Nessuno può abbandonarla senza il Mio permesso"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

I suoi occhi fissi nei miei.
"Peter..." mi mancava l'aria, stavo per svenire quando mi lasciò andare. Caddi a terra, ai suoi piedi.
"Potrei abituarmi a questa posizione sai?" mi schernì.
Eccola lì, quella collera. La stessa adrenalina della nave. Il calore si espanse sul mio viso e lo sentii negli occhi.
L'albero dietro di me prese fuoco.
"Hu hu huu. Qualcuno si sta arrabbiando" sorrise malsano.
"No, i-io non sono arrabbiata. La mia ira non si trasformerà in distruzione. Io non sono come te!" gli urlai in faccia, mi rialzai a fatica e mi massaggiai il punto in cui aveva stretto con tenacia.
"Non pensare che mi sia dimenticato del tuo patetico tentativo di fuga. Meriti una punizione esemplare." mi disse con tono arrogante.
Passai in rassegna tutti i tipi di tortura e assassinio a cui poteva sottopormi.
Scoppiò in un'amara risata "Oh tesoro, è inutile arrovellarsi. So che stai cercando di capire quale sarà la tua punizione." Si avvicinò pericolosamente e sussurrò al mio orecchio "Sarà molto peggio di tutto ciò che potrai mai immaginare" un'altra risata.
Feci per controbattere spaventata ma mi soffiò una strana polvere sul viso e cominciai a perdere i sensi.

Peter's Pov
Polvere del sonno. Sempre utile. Gliela feci inalare e la vidi cedere. Alzai gli occhi al cielo e la presi in braccio. Stava per ricevere quello che meritava. L'avrebbe pagata e soprattutto avrebbe capito chi comandava sull'Isola.

Clarissa's Pov
Mi svegliai e mi accorsi di essere legata ad un palo con corde spesse e molto resistenti. Ero in una strana caverna. Provai a strattonare gambe e braccia, nulla da fare. Sembravano stringersi ad ogni mio sforzo di fuga.
"Ehi" NO. NO. NO. Non poteva essere, quella voce. Strizzai gli occhi e scossi la testa cercando di riprendermi. Mi dissi che a parlare fu lo shock e la malinconia.
"Che c'è? Mi hai già dimenticato?"
Eccolo lì, Oliver, vivo e vegeto, davanti a me.
"M-ma tu, t-tu sei morto. Ho visto Peter sbriciolare il tuo cuore. Ti abbiamo s-seppellito. Non può essere" affermai sconvolta.
"Sei felice di vedermi?" Sorrise
"Non capisco."
"E dai, non soffermarti sui dettagli, sono qui adesso no?!"
Magicamente le corde si sciolsero e fui libera.
"Ma...?"
Increspò le labbra in un segno spensierato.
"Oliver..." dissi e corsi ad abbracciarlo. Lui mi accolse tra le sue braccia. Piangevo, ma di felicità. Era vivo. Ed era di nuovo qui, con me.
"Scusami, non dovevo arrabbiarmi. Ero geloso. Di te e di Pan, ma ero così ottuso da non capire. Mi dispiace tanto"
"Non importa Oliver. Va tutto bene" risposi tra le lacrime.
Un verso di dolore uscì dalle labbra del ragazzo. "Oliver che c'è?" Chiesi preoccupata, un grido straziante fece da risposta.
"O-oliver... ehi, che succede? Stai bene?"
"Non farlo Clary" mormorò
"Cosa Oliver, non capisco" farfugliai confusa
"Non farmi male" disse
"M-ma io, io non voglio farti male, non capisco. Non lo farei mai, lo sai"
"E allora perché?"
"Perché cosa?"
"Perché mi hai spezzato il cuore?"
E dopo un ultimo grido di tormento esalò un'altra volta l'ultimo respiro.
"Oliver! Oliver! No. No. No. No. No, non può essere, non ancora. Che succede? M-ma perché?" Mi accasciai al suolo accanto a lui. Si ripetè la stessa scena. Presi la sua testa e me l'appoggiai in grembo.
Ero confusa, non capivo più. Sentivo solo il dolore del lutto.
Poi in un attimo il suo corpo sparì incredibilmente.
Una risata glaciale irruppe nel silenzio e Lui comparve dal nulla "Sorpresa! Non te l'aspettavi eh?" Tratteneva a stento le risate
"Ma cosa...?"
"Che c'è? E dai è stato divertente. Ti ho stupita vero?"
Scossi il capo confusa. Cosa stava succedendo?
"Ammetto che ci ho messo un po' per decidere quale tortura fosse più appropriata, quale ti avesse inflitto più dolore. Ma tra tutte quelle fisiche, nessuna rispettava il canone di dolore che volevo. Quindi ho optato per qualcosa di molto peggio. Il dolore mentale. Quel senso di impotenza che hai provato quando io gli ho strappato il cuore e l'ho sbriciolato davanti ai tuoi occhi"
Non poteva averlo fatto davvero
"Sei un mostro Peter Pan! Io ti odio!"
"Ricordati, che tu sei come me ragazzina" e rise spietato.
"E poi, sei su quest'Isola, sei mia. Mi appartieni.
La rabbia divampò in me "Sei un bastardo" dissi, mi aspettai fuoco e fiamme, l'adrenalina e gli occhi rossi ma nulla di tutto ciò accadde.
Rise. Di nuovo. Mi schernì.
Era come se esercitasse il controllo su di me.
"La pagherai Pan, ti annienterò" sibilai.
Rise in modo crudele, si avvicinò a me e col respiro dietro il collo e con tono di sfida mi sussurrò "Oh si, mi piacerebbe vederti distruggerti provandoci. Renderò la tua vita un fottuto inferno ragazzina. Hai appena sfidato Lucifero. Te ne pentirai"

/spazio autrice/
Eccolo quii il capitolo atteso!
Le cose si complicano...
🌟💚
Lasciate una stellina e fatemi sapere cosa ne pensate

Take me to Neverland (Peter Pan Ouat)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora